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May 26 2016
Sessantasette anni, senatrice pellerossa dello stato del Massachusetts, ex docente ad Harvard e paladina dei diritti delle minoranze molto stimata dalla famiglia Obama ma anche dai leader di Occupy. Elisabeth Warren, storica esponente della sinistra interna del Partito democratico, potrebbe diventare la carta segreta di Hillary per conquistare gli elettori di Sanders in vista della Convention di Cleveland? Ne sono convinti molti organi di stampa statutinensi, non ultimo il decano del giornalismo politico americano, Donovan Slack, secondo il quale Elizabeth Warren ormai parla «like a VP» laddove VP sta per vicepresidente: il famoso, e ipotetico, ticket Hillary-Elisabeth, di cui si fa un gran parlare nelle segrete stanze del partito democratico.
Ma da dove nasce questa ipotesi? È presto detto. Negli ultimi giorni, mentre i due sfidanti dem continuavano a battibeccare a mezzo stampa, è stata Elisabeth Warren ad attaccare più duramente il populismo e il sessismo di Donald Trump. Lo ha fatto con una sfilza di tweet che hanno mandato in sollucchero i suoi fan e scatenato le caustiche risposte di The Donald, sempre in 140 battute e sempre attaccando la Warren sull'unica cosa su cui si sarebbe dovuto astenere: le orgini nativo-americane della sua avversaria. Non rinunciando nemmeno come è nel suo stile a utilizzare - per la gioia dei suoi fan - epiteti ingloriosi, come goofy, idiota, che sono stati banditi anche giustamente dalla politically correctness americana.
Fling as much mud as you want, @realDonaldTrump. Your words & actions disqualify you from being President - & I won't stop saying it.
— Elizabeth Warren (@elizabethforma) 25 maggio 2016
Goofy Elizabeth Warren is weak and ineffective. Does nothing. All talk, no action -- maybe her Native American name?
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 7 maggio 2016
No, @realDonaldTrump - your racism, sexism & xenophobia doesn't drive me nuts. It makes me sick. And I'm not alone.
— Elizabeth Warren (@elizabethforma) 7 maggio 2016
.@realdonaldtrump is a bully who has a single play in his playbook -- offensive lies thrown at anyone who calls him out.
— Elizabeth Warren (@elizabethforma) 7 maggio 2016
We saw what happened when birthers like @realDonaldTrump attacked @BarackObama. They lost big. American voters knew better.
— Elizabeth Warren (@elizabethforma) 7 maggio 2016
@elizabethforma@realDonaldTrump@BarackObama yet hillary publicised this picture in '08, no? pic.twitter.com/499Qfaz3SR
— . (@MrDuckstep) 7 maggio 2016
L'ipotesi di un ticket Hillary-Warren ha in effetti una sua logica politica. Per coprirsi a sinistra, ed evitare che molti supporter di Sanders possano voltarle le spalle a novembre, l'ex segretario di Stato ha bisogno di un nome che non sia sgradito alla sinistra del partito, anzi che ne sia un'autentica espressione, senza mascheramenti né doppiezze. Quale nome migliore di Elisabeth Warren che già in passato, prima che il senatore Sanders decidesse di partecipare alla corsa, veniva data come sfidante di Hillary alle primarie? È vero che il rapporto tra Hillary e Elisabeth non è mai stato idialliaco, ma è anche vero che né l'una né l'altra sono politiche di primo pelo.
Originaria di una famiglia di umili origini, spirito guerriero, Elisabeth Warren è una delle icone di Occupy ed è apparsa in Capitalism, a love story di Michael Moore e in Inside Job, il docufilm che vinse l’Oscar dedicato alla crisi del 2008. Non si contano poi le sue battagliere audizioni al Senato per cercare di limitare il potere dei banchieri e di Wall Street. Quale figura migliore coin cui accompagnarsi per una donna come Hillary che per larga parte dell'opinione pubblica è percepita come il candidato dei poteri forti? Lo vedremo nelle prossime settimane.