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May 10 2016
Un corso di laurea in scienze del turismo e due corsi di economia aziendale, magistrale e specialistico: è l'"antipasto" dell’ambizioso programma formativo con cui è stato presentato ieri a Roma il nuovo corso dell’Universitas Mercatorum, l’università telematica costituita nel 2006 dall’Unioncamere che da pochi mesi è passata sotto il controllo dell’Università telematica Pegaso, fondata e presieduta da Danilo Iervolino, con l’Unioncamere ancora azionista ma di minoranza: “La chiave della vostra sfida è che la didattica universitaria deve cambiare, avvicinando molto di più di quanto sia finora accaduto nel nostro Paese lo studente con il mondo delle imprese”, spiega il Rettore della Mercatorum, Giovanni Cannata, già Rettore della Statale del Molise: “È un approccio learn ad act, apprendi e fai, che offre un’ opportunità significativa per lo sviluppo della cultura della formazione ai problemi dell’impresa nei territori”.
I programmi dell’Universitas sono ambiziosi, ha aggiunto Cannata parlando nel salone ottocentesco della nuova sede romana dell’Ateneo, in piazza Mattei: “In futuro ci dedicheremo anche, e con determinazione, a formare le competenze necessarie per le start-up, un fenomeno molto rilevante che richiede formazione specifica, per aiutare sia le nuove imprese sia le professioni che cooperano con esse ad acquisire sempre maggiore consapevolezza del loro ruolo e delle opportunità”.
“L'Universitas Mercatorum è la prima università pubblico-privata italiana”, sintetizza il presidente Iervolino. “Azionista di riferimento è l’Università telematica Pegaso che proviene da 10 anni di successi e che oggi, con i suoi 30mila studenti, risulta essere l’università telematica più grande d’Europa. Insieme a Unioncamere, Pegaso ha rilanciato l’Universitas Mercatorum con l’obiettivo di formare i giovani nelle professioni 2.0 e quello di formare giovani imprenditori che possano sviluppare delle start up vincenti. Ci auguriamo che i futuri Larry Pages Zuckerberg possano provenire proprio dall’Italia, e dalle file dei nostri studenti”.
In una sala gremita e con in prima fila personalità di spicco – dal presidente emerito del Senato Renato Schifani all’attuale vicepresidente Maurizio Gasparri, da Antonio Catricalà già presidente dell’Antitrust ad Adriano Giannola, presidente dello Svimez – il promotore del nuovo corso della Mercatorum, Danilo Iervolino, dà fuoco alle polveri: “Quando mi chiedono se l’innovazione tecnologica ha creato più o meno posti di lavoro di quanti ne abbia distrutti, io rispondo senza esitazione che ne ha distrutti molti di più, perché molti lavoratori, moltissimi in Italia, sono stati spinti fuori dal mondo del lavoro dalla loro incompetenza. Senza una formazione calibrata sulle nuove specializzazioni e sulle nuove dinamiche del sistema basate sulla tecnologia questo trend non si potrà invertire”.
E questo vale per i giovani ma anche, e forse a maggior ragione, per chi nel mondo del lavoro c’è già e deve riconvertirsi, aggiornare le proprie competenze, proprio per non sganciarsi dall’evoluzione professionale: “Con questo criterio”, ha ricordato Iervolino, “siamo diventati l’università del sistema dell’Forze dell’ordine, laureando diecimila tra carabinieri, uomini della Polizia e della Guardia di finanza; come anche del sindacato, grazie alle convenzioni con Cisl, Uil, Cisal, ed anche questa nostra vocazione ci ha avvicinati a Unioncamere nell’avventura della Mercatorum”.
Perché una delle scommesse dell’Ateneo costituito dalle Camere di commercio italiane ed oggi passato nell’orbita Pegaso, “era anche quello di permettere ai tanti imprenditori che iniziano il percorso di laurea e lo interrompono a metà, soverchiati dagli impegni in azienda, di completarlo”, spiega Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di commercio di Roma, tra i più convinti sostenitori del progetto Mercatorum fin dall’inizio. “Anche questo è long-life learning”, aggiunge Iervolino, “cioè l’attitudine, ormai irrinunciabile, a non considerare mai definitive ed esaurite le proprie competenze, come l’era digitale impone ormai a tutti di fare”.
“Una sfida cruciale per noi, ma per l’intero sistema Paese”, aggiunge il direttore scientifico dell’Universitas Mercatorum Francesco Fimmanò, “è anche questa di sfatare un luogo comune secondo il quale è normale, e in fondo giusto, che gli imprenditori anche di successo siano ignoranti, siano dei ciucci. Non deve essere così, non può più essere così, ammesso che in passato sia stato possibile”. Tra i tanti saluti istituzionali – e una benedizione solenne impartita dal vescovo – un intervento toccante, quello della giornalista Rai Laura Santarelli, grande esperta del linguaggio dei sordi: a sottolineare come i corsi della Mercatorum saranno i primi in Italia ad essere proposti anche interamente tradotti appunto nel sistema di simboli gestuali che permette anche ai non udenti profondi di comprendere le parole del docente. C’è oggi un’unica università per sordi, negli Stati Uniti, che naturalmente rappresenta un sogno irraggiungibile per la maggior parte di coloro che, dall’Italia come da qualunque altro Paese, sognano di potervisi iscrivere. Oggi, per la prima volta, c’è un’alternativa concreta, in Italia, infinitamente più accessibile.