Ecco come vengono utilizzati i soldi (nostri) dell UNRWA

Non si placa la tempesta che ha travolto l'UNRWA e che ha portato il blocco dei fondi da parte di molteplici dei paesi che da sempre provvedevano a inviare capitali a sostegno delle attività umanitarie dell'associazione.

Secondo quanto emerge dalle carte presenti sul sito dell'UNRWA, sebbene l'UE oggi abbia bloccato il flusso di fondi, rimane il maggiore donatore di aiuti umanitari, avendo quadruplicato i suoi pagamenti fino a superare la cifra di 100 milioni di euro. E questo solo da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas lo scorso ottobre. Gran parte di questi finanziamenti sono stati convogliati proprio attraverso l'UNRWA, che ha svolto un ruolo di primo piano nel fornire aiuti ai cittadini di Gaza dall'inizio della guerra. Ma il contributo dell’UE al bilancio del programma UNRWA per il periodo 2021-2023 è ben più sostanzioso e ammonta a 281 milioni di euro.



Ma come vengono spesi i - nostri - soldi dall'UNRWA?

L'Agenzia delle Nazioni Unite per l'assistenza e il soccorso ai rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente utilizza i fondi che riceve per svolgere una serie di attività volte a migliorare le condizioni di vita dei rifugiati palestinesi nelle regioni in cui opera. Come riportato online, le principali aree di intervento comprendono:

1. Educazione: L'agenzia investe considerevoli risorse nella gestione di istituti educativi, fornendo un'educazione di base di qualità, programmi di alfabetizzazione e opportunità di istruzione superiore per i rifugiati palestinesi. I fondi sono destinati a sostenere l'infrastruttura scolastica, coprire i costi operativi e garantire un ambiente di apprendimento adeguato.

2. Assistenza sanitaria: L'UNRWA gestisce una rete di strutture sanitarie per garantire ai rifugiati palestinesi l'accesso a servizi medici essenziali. I fondi sono utilizzati per coprire le spese mediche, acquisire forniture mediche, garantire la manutenzione delle strutture sanitarie e promuovere programmi di prevenzione delle malattie.

3. Soccorso e aiuti umanitari: In situazioni di emergenza o crisi umanitarie, l'agenzia mobilizza risorse per fornire assistenza immediata ai rifugiati palestinesi. Ciò include la distribuzione di cibo, acqua potabile, coperte e altri beni di prima necessità per mitigare gli impatti delle situazioni di emergenza.

4. Programmi sociali: L'UNRWA implementa programmi sociali mirati a sostenere i rifugiati palestinesi in situazioni di vulnerabilità. Questi programmi includono iniziative di sostegno al reddito, assistenza sociale, progetti di sviluppo comunitario e programmi di empowerment per migliorare le condizioni di vita delle comunità coinvolte.

5. Infrastrutture e servizi di base: I fondi sono impiegati per migliorare e mantenere le infrastrutture nelle aree di operatività dell'UNRWA, compresi i campi profughi e le comunità circostanti. Ciò comprende la fornitura di acqua potabile, la gestione dei servizi igienico-sanitari e la promozione di standard di vita adeguati.

E come si legge sempre dal portale ufficiale dell'ente: "Attraverso queste attività, l'UNRWA si impegna a mitigare le sfide quotidiane affrontate dai rifugiati palestinesi, contribuendo a garantire loro un accesso adeguato all'educazione, all'assistenza sanitaria e ad altri servizi essenziali, mentre cerca di affrontare le complesse dinamiche politiche e umanitarie della regione". Eppure qualcosa sembra essere andato storto.

Secondo quanto emerso da un'inchiesta proveniente dai vertici israeliani, nei mesi scorsi, ha sollevato nuove domande sulla sicurezza degli aiuti umanitari che cadono nelle mani del gruppo islamista. Recentemente, soldati israeliani avrebbero infatti scoperto in un tunnel sotto l'Università di Al-Azhar a Gaza City, dietro le pareti di cemento di un tunnel, dei grandi sacchi appartenenti all'Agenzia delle Nazioni Unite per l'assistenza e l'opera sociale (UNRWA) e all'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID). I sacchi erano riempiti di sabbia, probabilmente destinati a stabilizzare il tunnel prima dell'aggiunta di uno strato di cemento. L'ufficiale delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) il cui reparto ha fatto la scoperta ha dichiarato: "Quando l'escavatore ha scavato, abbiamo potuto vedere che c'erano prima i sacchi e poi il tunnel. Siamo andati a guardare da vicino il tunnel e abbiamo visto sacchi con marchi dell'UNRWA e di un'organizzazione di aiuti americana. Non c'era alcun aiuto in questi sacchi, né farina né nulla". Non si sa quanti sacchi simili siano stati utilizzati poiché i soldati non sono entrati nel tunnel, che è stato successivamente distrutto. Tuttavia, il comandante ha confermato che dozzine di sacchi sono stati portati alla luce all'esterno del tunnel.

Un'ombra che si aggiunge allo scandalo dei 12 membri dell'organizzazione delle Nazioni Unite possibilmente coinvolti nel disastro del 7 ottobre in cui hanno perso la vita decine di miglia di persone. Ma quello che ormai sembra essere il più grande scandalo mai verificatosi nelle Nazioni Unite si sta allargando e rivelando aspetti preoccupanti. In alcuni canali di Telegram, gli insegnanti dell'UNRWA elogiavano, incitavano e applaudivano le azioni dei terroristi di Hamas. Sotto le immagini e i video dei massacri nei kibbutz, si potevano trovare emoticon sorridenti, "like" e cuoricini. Circa 249 mila messaggi sono stati recuperati e analizzati con attenzione da un'organizzazione non governativa con sede a Ginevra, Unwatc. Questo materiale è stato consegnato da tempo a tutte le autorità internazionali per dimostrare in modo inequivocabile quanto l'organismo dell'ONU sia stato permeato dall'ideologia antisemita di Hamas, volta a promuovere l'uccisione degli ebrei, definiti "cani" in migliaia di messaggi, e a negare l'esistenza dello Stato di Israele.

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