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June 15 2013
Film evento, spettacolare e potente, il 14 giugno ha debuttato negli States L'uomo d'acciaio, il reboot che rifonda la saga di Superman.
Strabordante di effetti speciali, epico sia nelle immagini da esplosione visiva che nelle musiche di Hans Zimmer e nei muscoli del supereroe con mantello rosso, in Italia arriverà presto, il 20 giugno.
La regia di Zack Snyder è audace e spesso alla ricerca di toni da mito. In America la critica non è stata unanime e si è divisa tra detrattori e chi ne parla come il "Superman giusto al momento giusto".
Anche se avrei volentieri tagliato un 20 minuti sul finale, dai 143 di visione, per me questo film è... d'acciaio. E quello che ci voleva dopo l'arrembante ed estrosa carica di personaggi Marvel.
Ecco cinque cose da sapere su L'uomo d'acciaio.
1) Un Superman ombroso, un Henry Cavill imponente
Il supereroe tratto dai fumetti DC Comics secondo Snyder è un ragazzone cupo e solitario. Non a caso il soggetto del film porta la firma di David S. Goyer e Christopher Nolan, il regista della trilogia di Batman, Il cavaliere oscuro, che è anche produttore. Catapultato da Krypton sulla Terra da suo padre Jor-El (Russell Crowe), il neonato alieno viene adottato da Jonathan (Kevin Costner) e Martha Kent (Diane Lane). Ben presto, però, crescendo, emergono le sue doti particolari. Emarginato, diverso dai suoi coetanei, Clark avrà piena conoscenza di se stesso e delle sue origini solo con la maturità. "Devi decidere chi diventare perché chiunque sarà quell'uomo è destinato a cambiare il mondo", gli dice il papà terrestre.
A 33 anni Clark/Kal-El è un individuo tormentato, che cerca di nascondere i suoi poteri, pur se irrimediabilmente attratto dal salvare l'umanità. Non è terrestre, ma si troverà ad affrontare gli ultimi superstiti di Krypton, il suo pianeta natale. Diviso tra i suoi geni e ciò che è diventato, inquieto, eppure sembra sempre ben sapere qual è il suo destino.
Henry Cavill, l'attore della serie tv I Tudors che gli dà corpo (e che corpo!), è spettacolare. Col viso di porcellana levigato dall'alta risoluzione e gli occhi blu che riverberano, è di una bellezza imponente e la sua recitazione è statuaria. I rari sorrisi che dispensa sono per la giornalista del Daily Planet Lois Lane, interpretata da Amy Adams, attrice sempre più convincente. Dopo tanta (forse troppa) ironia ricevuta da tre Iron Man (e anche dal recente Into darkness - Star trek) , un supereroe tormentato, di cuore grande e solitudine immensa, è quasi una necessità.
2) Michael Shannon, villain minaccioso
Pur non essendo un film di supereroi, mi viene automatico il confronto con il recente cattivo di Into darkness - Star trek. Ricordate l'interpretazione stoica e magnetica di Benedict Cumberbatch nei panni di Khan? Ecco, dimenticatela. Il generale Zod interpretato da Shannon è un altro tipo di villain, più nervoso e "classico", che fonda la sua minacciosità sulla forza fisica o militare e non sulla psicologia. È comunque quanto basta distruttivo, anche se forse colpisce più lo sguardo blu implacabile e deciso del suo braccio destro Faora-Ul (Antje Traue). "Il fatto che tu possieda un senso morale e noi no ci dà un vantaggio evolutivo", dice lei, diabolica, a Superman.
3) Quanto fracasso e che lavoro CG
Quando il generale Zod decide di trasformare la Terra in Krypton, be', succede il finimondo. Palazzi che cadono come alberi abbattuti, auto spazzate via come briciole, uomini che volano come polvere risucchiata... L'uomo d'acciaio è l'esaltazione della computer grafica, anche se si rischia di farne una vera indigestione. Sin dall'inizio gli effetti speciali dominano, nel desolato pianeta di Krypton, nel salvataggio di Clark in una piattaforma petrolifera in fiamme. E poi eccoli nelle sue frenate in strada che arricciano l'asfalto, nel pick-up che viene lanciato contro la casa Kent... A volte però il realismo vacilla, tipo nei voli pazzeschi di Clark che sperimenta i suoi poteri: la consapevolezza evidente di aver di fronte immagini fatte al computer deconcentra la visione.
4) La spiritualità di Superman
La tuta del nostro supereroe è davvero cool, blu acciaio e di una consistenza materica affascinante. Sul suo petto la "S" che torreggia ci rimanda immancabilmente a Superman. Ma invece no, su Krypton quel simbolo ha un altro significato: speranza. Superman è il ponte tra la Terra e Krypton. Il suo padre biologico ha già segnato la sua strada e il suo fine nel rapporto con gli umani: "Col tempo si uniranno a te nella luce. Col tempo li aiuterai a compiere meraviglie".
Seguendo i turbamenti di un individuo che deve far i conti con un destino che non può scegliere, L'uomo d'acciaio tocca un buon livello spirituale ed emotivo.
5) Montaggio emotivamente intenso
Inizia il film e siamo sull'arido pianeta Krypton con un Kal-El neonato. Poi ecco un già robusto Clark a bordo di un peschereccio e pronto a salvare gli addetti di una piattaforma petrolifera in fiamme. Ma ritornano spesso ritagli di infanzia di Clark/Kal-El. È toccante il suo disagio in classe, da bambino, con il super udito e la super vista che gli fanno percepire un mondo pauroso. "Il mondo è troppo grande", dice il bimbo. "E tu fallo diventare piccolo", gli insegna la madre adottiva. Lo rivediamo poi adolescente in un ennesimo salvataggio di vite umane...
Il frequente passaggio da un'età temporale all'altra rende dinamico il film e soprattutto molto intenso a livello emotivo. Per i cuori più teneri, la commozione è dietro l'angolo.