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November 13 2023
Si avvicina la fine dell’anno e, con l’arrivo imminente delle festività, ci si chiede quale sarà il sentiment degli italiani e le prospettive per le vacanze di Natale, dal punto di vista del turismo. I dati dell’anno scorso (2022), emersi da un’indagine di Federalberghi sul turismo sotto le feste di Natale e Capodanno, avevano mostrato un record di presenze con oltre 17 milioni di italiani in viaggio nel periodo tra Natale e Capodanno e registrando un giro d'affari superiore ai 13 miliardi di euro.
«Leggo questi risultati come una dichiarazione di amore degli italiani per l'Italia" disse nel 2022 Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. "Siamo diventati meno esterofili a quanto pare. Nel corso degli ultimi due anni, in molti hanno trascorso le vacanze sotto casa a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia. Ma oggi che ne siamo più o meno fuori, gli italiani scelgono di dedicare energia e denaro ad una vacanza "made in Italy" non più come ripiego, bensì come scelta».
Ma cos’è cambiato quest’anno? Lo abbiamo chiesto direttamente al Direttore Generale di Federalberghi, Alessandro Massimo Nucara.
«Noi di Federalberghi stiamo registrando da diversi mesi una frenata sul mercato italiano. Ci sono alcune località che stanno andando molto bene e altre invece meno.» Ma ciò che fa davvero la differenza è che «chi lavora con gli stranieri, soprattutto con gli americani, sta ottenendo belle soddisfazioni sia in termini di presenze, che in termini prezzi, riuscendo così a mantenere un buon livello. Invece chi lavora con gli italiani sta soffrendo le conseguenze di un’economia in frenata: parliamo di un caro mutui, un caro benzina, e questo porta gli italiani in generale a stringere la cinghia e ovviamente in questi casi la vacanza è una spesa a cui si può rinunciare, rispetto alle spese essenziali.»
«L’andamento del mercato italiano rispetto al 2019, anno di riferimento per fare confronti con gli anni pandemici, segnala che siamo nel 2,5 % sotto al 2019: -4% di calo di italiani e -0,7% di calo di stranieri (quindi sostanzialmente invariati), quindi una media complessiva del -2,5%. Questo è quello che è accaduto fino ad oggi e che ci aspettiamo anche per i prossimi mesi.»
«Non ci facciamo illusioni sul fatto che il mercato italiano migliori», dice Nucara facendo anche riferimento al appena passato Ponte di Ognissanti che, «seppur strano perché cadeva di mercoledì, c’è stato un movente forte a tornare nelle località d’origine per la commemorazione dei defunti. Ma comunque non ci sono stati risultati straordinari.»
In merito ai fattori o eventi determinanti che avranno effetti sul turismo in Italia nei prossimi mesi, sicuramente «il fattore meteo non ha di certo aiutato e non aiuterà. È chiaro che, davanti alle devastazioni che hanno subito alcune località, il turismo passi in secondo piano. Ricordiamo che ci sono persone che hanno perso tutto, addirittura la vita», ma, detto ciò, in termini di affluenze, «Il fatto che abbia iniziato a nevicare ci fa ben sperare per la montagna.»
Un altro fattore decisivo che apporterà conseguenze gravi sul settore è la guerra israelo-palestinese e gli attacchi terroristici avvenuti in Europa: «Le tensioni geopolitiche ci fanno stare con il fiato sospeso: parliamo di un settore molto delicato da questo punto di vista. Basti pensare a ciò che è accaduto a Bruxelles: il turista americano (attualmente il nostro turista più ricco) non ha la percezione della distanza tra Parigi e Roma, lui va in Europa. C’è questo rischio enorme e in queste condizioni di guerra non possiamo stare tranquilli.»
Rispetto al comportamento complessivo delle persone nei confronti del settore quindi «si registra un atteggiamento di prudenza, di cautela. Dopo quello che è accaduto negli altri anni e dopo le tragedie che abbiamo intorno bisogna essere cauti, equilibrati. Gli incendi, le alluvioni, sono tutti eventi metereologici devastanti che hanno complicato la vita delle persone.»
Per quanto riguarda l’indice di fiducia delle imprese, soprattutto quelle turistiche, «è in calo, ce lo dice l’Istat rispetto a una valutazione di qualche settimana fa.»
Il direttore Nucara ha concluso infine con un bilancio complessivo del 2023 che «si concluderà come un anno nella media positivo. Certo, non supereremo i livelli del 2019 ma sarà comunque un anno buono, soprattutto se pensiamo alla tragedia degli anni passati. Saranno mesi buoni per chi lavora con gli stranieri, meno buoni per chi lavora di più con gli italiani. Al momento però non si può dire qualcosa di più, non ci sono statisticamente abbastanza elementi per dare un overview completo del panorama italiano.»