Vannacci
(Ansa)
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Vannacci, nemico pubblico numero 1, indagato per «istigazione all'odio razziale»

Il Generale Vannacci è indagato per «istigazione all’odio razziale». La notizia battuta dalle agenzie di stampa nel primo pomeriggio non mi ha colto di sorpresa, per due ordini di motivi. Il primo è che alla fine era una cosa attesa. Per far partire un’indagine serve poco: basta una associazione, meglio due o tre, che si rivolgono alla magistratura ed un giudice che faccia sua questa battaglia ed il gioco è fatto. certo, il sospetto che sia i primi che il secondo facciano tutto anche per avere un minimo di visibilità ed una medaglia da mettersi al petto è forte. Ma poco conta. La seconda è che il generale si trova al centro dell’interesse di troppa, tanta magistratura. Da due giorni non si parla d’altro dell’inchiesta sulle sue presunte spese non autorizzate quando era in servizio all’estero. Ma già in passato c’era chi puntava l’occhio su ogni sfaccettatura della sua vita, compresi i guadagni della vendita del libro «Il Mondo al Contrario».

È però soprattutto nel merito che questa inchiesta ci pare un chiaro attacco personale da parte di chi, evidentemente, non ha lo stesso pensiero del generale.

«Che piaccia o no non nasciamo tutti uguali su questa terra e quindi chi arriva in Italia dovrebbe ringraziare immensamente per la compassione e la generosità…Paola Egonu è italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità». Sono le due frasi, tra le tante che hanno scatenato polemiche nei giorni dell’uscita dello scritto, alla base dell’inchiesta della magistratura. Che dire… Soprattutto che dire sul fatto che queste frasi possano aver fomentato chissà quale odio. Il libro è uscito il 20 settembre, per mesi è stato al centro delle cronache ma non ricordo picchi di episodi di violenza da Bolzano a Lampedusa contro migranti o extracomunitari irregolari o regolari. Il razzismo in Italia non esiste e nemmeno tutte le polemiche su Vannacci hanno peggiorato le cose.

Strano paese l’Italia. Strano paese quello per cui si indaga una persona per la sua opinione espressa in termini corretti, non violenti e non volgari ma non fa nulla contro chi, è solo un esempio, negli ultimi giorni ha definito «stronza» la Presidente del Consiglio. Strano paese quello in cui due cantanti sul palco di Sanremo fanno dichiarazioni di chiaro stampo politico, e nessuno dice nulla, ma se si legge una frase della dirigenza Rai dai contenuti opposti si parla di regime e di TeleMeloni arrivando persino a proteste di piazza per questo.

Chi vi scrive è per la libertà di opinione, sempre e comunque, che sia la mia o l’esatto opposto. È uno dei caposaldi della società, è una delle bellezze di questo paese dove la libertà non manca (e dalla Russia in questi giorni arrivano chiari esempi in tal senso). Quello che manca è l’equilibrio. Se De Luca (lo ripeto, è solo un esempio) può dire quello che ha detto della Meloni, se durante una sfilata di carnevale a Poggio Mirteto si può dare fuoco ad un pupazzo che ritrae sempre la premier allora si lasci in pace Vannacci, si eviti di perdere tempo nei tribunali (dove tempo da perdere non ce n’è).

Occupiamoci di problemi veri, per cortesia.

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