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August 11 2017
E' la rivoluzione attesa da anni e che nell'immaginario collettivo passa come la moviola in campo. Evocata per decenni, richiesta con battaglie campali nei giorni caldi dei big match macchiati da gravi errori arbitrali, spesso decisivi, ora divenuta realtà dopo una stagione di sperimentazione offline in Serie A.
Si chiama Var (Video Assistant Referee) e debutta nel campionato di Serie A 2017-2018 come la principale novità, destinata nelle intenzioni della Figc - che ha chiesto e ottenuto dalla Fifa di partire in anticipo - a cancellare le sviste clamorose e a fornire ad arbitro e assistenti uno strumento in più per decidere in serenità.
Basterà a zittire le polemiche? Difficile. Forse impossibile. Non solo perché ci vorrà un periodo di rodaggio per abituarsi alle sospensioni in campo, ma anche perché l'introduzione di uno strumento tecnlogico con mediazione umana (regia, cameraman e arbitri addetti alla visione delle immagini) porterà in eredità altri temi di discussione.
Ecco una guida ragionata a tutto quello che bisogna sapere a proposito della produzione delle immagini che vengono utilizzate dai Var per aiutare l'arbitro centrale nelle sue decisioni. Chi le fornisce? Quante e quali sono? Chi potrà vederle e chi no? Chi pagherà il personale a sostegno degli arbitri?
I due arbitri designati per fare da Var di una partita (Var e Avar, ovvero assistente del Video Assistant Referee principale) avranno a disposizione tutte le immagini prodotte per quell'evento. Si tratta del flusso garantito dalle telecamere che confluiscono nella regia unica della Lega Serie A (che produce l'evento per le tv) e di tutte le immagini prodotte live dai broadcaster che per contratto hanno diritto ad aggiungere e posizionare telecamere all'interno dello stadio.
Nessun segnale sarà precluso alla visione dei Var. Il numero minimo sarà 12 telecamere ad alta defizione che aumenteranno nei match più importanti in cui il protocollo prevede ci siano camere aggiuntive.
No e non solo fisicamente. I Var saranno in uno spazio apposito completamente isolato, senza alcuno contatto fisico, tecnologico o comunicativo con le regie impegnate nella produzione televisiva dell'evento. Una struttura che riceverà tutti i segnali senza alcuna mediazione 'editoriale' da parte di un qualsiasi regista.
Definirla regia è improprio perché non ci sarà un regista, cioé una persona deputata alla selezione delle immagini per creare un racconto dell'evento. Con i due Var designati dal Rizzoli (nuovo designatore Can A) ci saranno due tecnici televisivi che supporteranno le richieste degli arbitri rendendo possibile la visione di replay o immagini a velocità normale. Saranno un supporto tecnico con nessun potere dal punto di vista arbitrale.
I tecnici che lavorano a stretto contatto con i Var nella 'regia' destinata ai due arbitri sono forniti dalla società Hawk-Eye, la stessa che ha ricevuto dalla Lega Serie A l'appalto per la fornitura del sistema di rilevamento della traiettoria del pallone nota come Goal Line Technology (accordo triennale dal 2015-2016). Sono, dunque, indipendenti dai club e rispondono direttamente alla Lega.
Un numero sufficiente di schermi perché siano immediatamente visibili (live) i segnali di tutte le telecamere fisse o mobili presenti all'interno dello stadio a copertura della partita. Saranno un minimo di 12. Ogni schermo potrà essere suddiviso in porzioni comunque sempre visibili in maniera agevole dai Var.
La legge Melandri sui diritti tv (articolo 4) spetta al club organizzatore dell'evento, ovvero alla società di casa. Solo qualora il club non intenda esercitare questa opzione, subentra l'organizzatore della competizione, ovvero la Lega Serie A nel caso della Coppa Italia.
Chi produce una partita sceglie il service cui affidarsi per realizzare tecnicamente la copertura della partita (tecnici, operatori e telecamere). Poi la regia unica della Lega Serie A seleziona e cuce il prodotto che si vede in diretta tv mentre, nel caso del Var, i segnali di tutte le telecamere confluiscono nella struttura dove si trovano i due arbitri-video e i tecnici (indipendenti) che li assistono.
Le telecamere aggiuntive che i broadcaster detentori dei diritti possono posizionare a bordo campo o in aggiunta per integrare la produzione vengono comunque di norma fornite dal service nel caso di di produzione autunoma del club di casa, mentre le partite prodotte dalla Lega Serie A ogni broadcaster si attrezza con proprio materiale e personale.
No. La facoltà di produrre le immagini è stata esercitata da 8 club: Juventus, Torino, Inter, Milan, Roma, Napoli, Sassuolo e Benevento. Tutti gli altri hanno delegato alla Lega in qualità di organizzatore dell'evento.
Sì ma con una tempistica diversa. Uno dei due Var ha un leggero ritardo (3 o 4 secondi) per garantire che la necessità di segnalare all'arbitro un'azione non distolga entrambi i Var dall'osservazione della diretta. La partita, infatti, può proseguire per qualche secondo (non necessariamente pochi) e nulla può sfuggire agli occhi dei Var. Dunque la loro 'regia' è organizzata in modo da garantire una visione in due momenti differenti.
I due Var sono dotati di un sistema di tracciamento di linee del campo differente da quello che tradizionalmente siamo abituati a osservare da casa. Consente di localizzare con maggiore rapidità e precisione la posizione di un giocatore all'interno del terreno di gioco per determinare senza minimi dubbi se sia in fuorigioco o no oppure se sia dentro o fuori dall'area di rigore.
Ricordato che è facoltà dell'arbitro (ma non obbligo) chiedere di rivedere e rivalutare con i suoi occhi un'azione, lo schermo approntato a bordo campo rimanderà le immagini che lo stesso arbitro vorrà rivedere e che potrà richiedere ai colleghi Var che si trovano nella struttura apposita. La responsabilità finale rimane in campo al direttore di gara sul terreno di gioco, senza limiti di inquadrature o tempo se non quello della ragionevolezza a tutela del flusso di gioco.
Chi è allo stadio non vedrà nulla, a meno che non venga tolto il divieto di mostrare sui maxi schermi le immagini e i replay della partita in corso. Quelli a casa davanti al televisore, per il momento, si dovranno accontentare della serie di replay che la regia normalmente seleziona e manda nel flusso della diretta.
Non avranno accesso allo scambio di informazioni (audio e video) tra arbitro e Var e dovranno attendere il verdetto così come le squadre in campo. E' possibile che venga predisposta la trasmissione a posteriori dell'immagine decisiva con la quale arbitro e Var hanno decretato il loro giudizio in modo da documentare l'atto conclusivo del loro intervento.
Succede già adesso con la grafica della Goal Line Technology e succederà, però, rispettando i tempi della partita (quindi senza far perdere nulla di quanto accade in diretta) e con le stesse modalità servite a Var e arbitro per assumere la decisione.
E' accaduto nella Supercoppa tedesca tra Bayern Monaco e Borussia Dortmud, quando è saltato il segnale. In generale non cambia nulla perché semplicemente la responsabilità unica della decisione finale rimane in capo all'arbitro, con o senza supporto diretto dell'immagine.