Musica
June 20 2024
Sono passate da poco le venti e trenta quando Vasco e la sua band salgono sul palco di San Siro per il sesto dei sette concerti nello stadio milanese. Nessuno come lui, nessuno se non lui poteva battere il suo record precedente di sei date al Meazza: questi sono i fatti.
Così come è un fatto che un concerto del Blasco è un'esperienza unica, ogni volta diversa e uguale al tempo stesso. Di uguale c'è l'onda emotiva che si sprigiona per due ore e mezza e che tutto travolge, di uguale c'è la partecipazione del pubblico, un rito collettivo pazzesco che coinvolge tutti dal prato al terzo anello. Momenti di complicità tra l'artista e la sua gente che non hanno eguali in Italia, e forse nel mondo.
Di diverso c'è la scaletta, che questa volta comprendeva alcune perle dal passato remoto come Jenny è pazza, Asilo "Republic "e La strega. Il resto dello show è un'immersione totale tra le pieghe di canzoni senza tempo come Sally, Gli Spari Sopra, Come stai, Bollicine, Gli Angeli, e naturalmente Siamo solo noi, Vita spericolata e Albachiara.
Ma per una volta abbiamo guardato il concerto anche da un altro punto di vista. Difficile non rimanere impressionati una volta di più dal talento della band che accompagna Vasco in questa maratona a San Siro. Di artisti che possono vantare un gruppo di musicisti di questo livello non ce ne sono molti al mondo, ogni singolo componente del dream team è un gigante nel suo strumento.
Il muro di suono che la Vasco Band produce è impressionante, la raffinatezza degli arrangiamenti pure (importante in questo senso il ruolo di Vince Pastano). Gli assoli di Stef Burns sono arte della chitarra. Una "macchina" perfetta, che include i fiati (sax, tromba e trombone), i cori di Roberta Montanari, le tastiere di Alberto Rocchetti e poi una sezione ritmica impressionante.
Al basso Andrea Torresani e alla batteria, Donald Renda, italianissimo di Lamezia Terme, che oltre ad aver suonato nell'ultimo singolo di Vasco, Gli Sbagli che fai, è stato in tour con Noemi, Patty Pravo, Biagio Antonacci, Tananai e Fiorella Mannoia. Renda ha preso il posto dell'americano Matt Laug, ora in tour con gli Ac/Dc. Uno mica facile da sostituire, ma Renda nei concerti milanesi si messo in luce per una dote che fa la differenza: la potenza coniugata al gusto per il disegno ritmico e alla versatilità. Sentirlo e vederlo suonare attraverso le immagini rimandate dai megaschermi è uno spettacolo nello spettacolo. L'ennesimo campione in una band di campioni.