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(Ansa)
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La difficile rinascita di Scampia e delle sue «Vele»

Due morti, 13 feriti e 800 sfollati: è questo il tragico bilancio del crollo nel quartiere Scampia a Napoli, dove un ballatoio della Vela Celeste è ceduto. La Vela Celeste è l'unica Vela di Scampia che si era deciso di non demolire perché inserita in un progetto di riqualificazione, ma invece di rappresentare un simbolo di rinascita per il quartiere, da ieri si è trasformata in un luogo di lutto e disperazione.

Ad aprile 2024 infatti sono iniziati i lavori di ristrutturazione. Tuttavia, nonostante i buoni propositi del progetto Restart Scampia, questo tragico evento ha messo in luce quanto fragili e pericolosi siano gli edifici esistenti evidenziando le gravi carenze e le contraddizioni nel piano di riqualificazione.

Nonostante gli investimenti e le promesse di cambiamento, infatti il crollo di ieri mostra come la realtà sul campo sia ben diversa dalle intenzioni dichiarate.

Il progetto Restart Scampia

Il progetto Restart Scampia, finanziato con circa 159 milioni di euro provenienti da diverse fonti, tra cui i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), prevede la riqualificazione della Vela Celeste e la demolizione delle altre due Vele rimaste in piedi, la Gialla e la Rossa, per fare posto a nuovi edifici. Tuttavia, l'incidente alla Vela Celeste solleva seri dubbi sulla sicurezza e l'efficacia dei lavori di riqualificazione in corso evidenziando ancora una volta la precarietà delle condizioni abitative a Scampia.

Un riscatto difficile

Negli ultimi anni, Scampia ha visto nascere numerosi progetti di riqualificazione e di sviluppo sociale, promossi sia dalle istituzioni che dalle associazioni locali. Iniziative culturali, sportive ed educative stanno contribuendo a cambiare l'immagine del quartiere, offrendo nuove opportunità ai giovani e migliorando la qualità della vita degli abitanti. Ma eventi come il crollo alla Vela Celeste mostrano quanto sia difficile e complesso il percorso di riscatto per un'area segnata da decenni di degrado e abbandono.

Le radici del degrado

Scampia è un quartiere situato nella periferia nord di Napoli, sviluppato negli anni '60 e '70 come progetto di edilizia popolare. Il quartiere doveva rappresentare una risposta al problema abitativo che affliggeva la città, ma col tempo si è trasformato in un'area segnata dal degrado urbano, dalla disoccupazione e dalla criminalità organizzata.Le Vele, costruite tra il 1962 e il 1975 da un'idea dell'architetto Franz Di Salvo, dovevano ricreare la comunità del vicolo. Palazzi alti fino a 14 piani, con grossi corridoi di ferro sospesi nel vuoto, amianto e cemento impastati per edificare quelli che da subito gli abitanti hanno definito dei "mostri". Dopo il terremoto del 1981, i senza casa di tutta la città iniziarono ad occupare le Vele. Provenivano da quartieri diversi, con storie familiari diverse, accomunati da una condizione di indigenza.Negli anni '80 e '90, Scampia è diventata uno dei principali teatri delle attività della camorra, con il clan Di Lauro che controllava gran parte del traffico di droga della zona. La guerra tra i clan camorristici per il controllo del territorio ha segnato profondamente la vita degli abitanti, portando a un aumento della violenza e della tensione sociale e nonostante le frequenti operazioni di polizia la criminalità resta comunque radicata.

Gomorra tra finzione e realtà

"Gomorra" è stata girata in gran parte a Scampia, utilizzando le Vele come uno dei principali set. Questa scelta ha conferito alla serie un'autenticità visiva unica, ma ha anche suscitato polemiche. Molti abitanti di Scampia hanno criticato la serie per aver diffuso un'immagine negativa del quartiere, concentrandosi esclusivamente sugli aspetti criminali e tralasciando le storie di riscatto e di normalità che pure esistono.Da un lato, la serie ha il merito di aver portato all'attenzione del grande pubblico le problematiche di un'area spesso trascurata dai media e dalle istituzioni. Dall'altro, la focalizzazione sugli aspetti più drammatici e violenti rischia di rafforzare stereotipi e di oscurare le iniziative positive che pure esistono nel quartiere perché Scampia è un luogo di contrasti, dove convivono degrado e speranza, criminalità e riscatto ma è importante ricordare che la vera essenza di Scampia non si esaurisce nella narrazione della camorra. Il quartiere è anche teatro di storie di resistenza, di solidarietà e di cambiamento, che meritano di essere raccontate con altrettanta attenzione.

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