Italia
September 20 2023
La vendemmia è un rito antico ricco di fascino e mistero, di rituali ancestrali, di tradizioni ed emozioni che si tramandano di generazione in generazione. Si raccolgono i frutti di un intero anno di lavoro e la cantina si risveglia dopo diversi mesi di pace e tranquillità, con le botti intente a coccolare i vini. Ora si respirano i profumi intensi del mosto che inizia a bollire, inebria, elettrizza l’aria e travolge, entusiasmando tutti. Questi sono giorni di sudore e fatica, di caldo cocente, di respiri affannati e notti insonni, ma anche di tante risate, di condivisione di collaborazione vera e sincera; giorni magici in cui si intrecciano rapporti umani che vanno oltre il semplice lavoro. I proprietari sono orgogliosi di aprire le loro tenute per far partecipare amici ed appassionati a questa grande festa.
Ma come sta andando la vendemmia di questa annata difficile per i cambiamenti climatici non più occasionali? E come si stanno organizzando le aziende per il futuro? Ne parlo con quattro tra le più importanti aziende toscane.
Marco Bacci, Proprietario del Gruppo Bacci Wines
Che vendemmia sarà per voi a Bossi?
La vendemmia 2023 si prospetta di grande qualità. Ad una primavera molto piovosa è succeduta un’estate all’inizio piuttosto fresca poi divenuta molto calda nel mese di Agosto.
Le uve raggiungeranno la perfetta maturazione tra pochi giorni, anche se per scaramanzia è meglio non anticipare commenti fino a che l’uva non arriva al tino, però possiamo dire che è quasi fatta. Il mese di Maggio è stato il più piovoso degli ultimi anni. L’eccesso di umidità ha generato un’esplosione di peronospora.
Questo ha ridotto la quantità dell’uva sulla pianta come non si vedeva da molti anni; io non ho ricordo di niente di simile nelle mie 25 vendemmie. La riduzione di quantità, porta sempre ad un aumento della qualità, ma in questo caso è stato veramente troppo.
Quali soluzioni pensa di adottare la sua azienda per i cambiamenti climatici non più occasionali?
In Toscana si produce vino da più di 3000 anni e la vite, essendo una pianta rampicante, ci sorprende per la forza con cui reagisce agli eccessi di troppa pioggia o di caldo oppure da parte di altri fattori che in agricoltura appaiono come eccessivi.
Le ultime 5 annate, se comprendiamo anche quella del 2023, sono state tutte di qualità estrema, questo dimostra come il territorio vocato alla viticultura, in questo caso la Toscana, riesca a sopperire ai capricci della natura. Al Castello di Bossi lavoriamo molto sull’inerbimento e sul metodo Biologico di cui siamo certificati ormai da molti anni.
La pianta trattata bene, senza pesticidi, erbicidi e soluzione di sintesi reagisce bene, sopravvive di più ed ha molta più flessibilità.
Quali progetti avete a Bossi per il futuro?
Il gruppo Bacci Wines possiede il Castello di Bossi, Barbaione e Tenuta di Renieri in Chianti Classico, Terre di Talamo sulla costa Toscana nella denominazione del Morellino di Scansano, Renieri nella denominazione del Brunello di Montalcino e infine l’ultima acquisizione, la prima fuori regione Terre D'Arrigo sulle pendici dell’Etna.
Nei nostri progetti ci sono il continuo sviluppo in materia di sostenibilità e il potenziamento degli impianti fotovoltaici e geotermici; infatti a Bossi produciamo già 1.5 milioni di kw. Il nostro consumo rappresenta solo il 10% della produzione, il resto va in rete.
Siamo sempre interessati a ricercare piccoli territori con viti pre-filossera vecchie di più di cento anni. Ho visto un posto magico recentemente. Un altro progetto futuro sta nell’ampliamento della cantina subacquea iniziata per primi, nove anni fa nelle acque dell’Argentario. Il vino Talamo a mare è stato il primo vino rosso ad immergersi ad una profondità di 35 mt. Sto pensando di fargli fare compagnia da altre tipologie. Poi sempre di più la ricerca della qualità.
Sandro Sartor, Presidente di Ruffino
Che vendemmia sarà per voi?
La vendemmia sta entrando nel vivo nelle nostre tenute in Toscana: abbiamo già concluso la raccolta dei vigneti della Maremma e di tutte le uve bianche mentre dalla prossima settimana inizierà la raccolta del Sangiovese nelle Tenute di Gretole e Santedame nel Chianti Classico per poi proseguire al Greppone Mazzi a Montalcino.
Siamo ben consapevoli che la quantità di uve raccolte non sarà elevata, così come in tutta Italia, ma siamo molto fiduciosi sulla qualità: le uve, infatti, stanno raggiungendo una maturazione polifenolica e zuccherina ottimale.
Quali soluzioni pensa di adottare la vostra azienda per i cambiamenti climatici non più occasionali?
I cambiamenti climatici impattano fortemente la nostra attività agricola. Tendenzialmente piove sempre meno nei periodi storicamente associati ad eventi di piovosità oppure, al contrario, si alternano periodi molto piovosi a periodi estremamente siccitosi; si evidenziano fenomeni meteorologici estremi (ondate di calore, bombe d’acqua, tempeste e forti eventi grandinigeni).
Se fino a 15-20 anni fa nelle nostre tenute Toscane non utilizzavamo nessun metodo di irrigazione e facevamo affidamento alla sola acqua fornita da eventi naturali, in genere sufficiente, oggi per salvaguardare la nostra produzione diventa fondamentale riuscire a disporre di acqua quando e dove serve.
Ruffino già a partire dal 2010 ha deciso di sfruttare le potenzialità della viticoltura di precisione (una strategia di gestione agricola basata sull’osservazione delle micro diversità all’interno dei vigneti). Questo ci permette di gestire la variabilità con l’obiettivo di eseguire i lavori effettivamente necessari per conseguire il miglior equilibrio vegeto-produttivo e, in ultima analisi, produrre la migliore uva possibile in quel sito.
Altra risposta concreta ai cambiamenti climatici sono i progetti e lavori che Ruffino sta portando avanti per la valorizzazione le risorse idriche esistenti. Sono stati realizzati 3 bacini artificiali (e altrettanti sono in fase di costruzione) per il collettamento di acqua piovana con la quale alimentare i nostri sistemi di irrigazione. Inoltre, la presenza dei laghetti collinari permette anche una diluizione dell’effetto di piogge improvvise sul territorio, rallentando il deflusso delle acque.
Entro il 2025 prevediamo di poter soddisfare il fabbisogno di circa il 60% dei nostri vigneti toscani. Anche qui l’agricoltura di precisione ci supporta: la conoscenza dei terreni e dell’interazione tra pianta, andamento stagionale e ambiente consente di pensare ad una “irrigazione di precisione” con un risparmio di oltre il 50% dei volumi di acqua normalmente utilizzati con una tipologia di irrigazione tradizionale.
Quali progetti avete per il futuro?
Ruffino è fin dalla sua nascita un’azienda con forti basi storiche e territoriali ma con un occhio sempre verso il futuro. Oggi stiamo attraversando un momento di profonda trasformazione e evoluzione, volto a elevare sempre più la qualità dei nostri vini rossi toscani.
Nel rispetto di questo percorso Ruffino negli ultimi mesi ha dato vita a un wine making council, un comitato di esperti in agronomia, sostenibilità ed enologia che sovrintende allo sviluppo di tutti i vini di tenuta. Recente anche l’acquisizione di ettari vitati a Bolgheri, cuore di una delle più prestigiose doc italiane, per la produzione di vini che si affiancheranno ai grandi rossi di Ruffino, quali il Chianti Classico Gran Selezione Riserva Ducale Oro, il Brunello di Montalcino Greppone Mazzi, e i “supertuscan” Alauda e Modus Primo.
Ambiziosi anche i progetti legati alla sostenibilità: stiamo chiudendo in queste ore il nostro quinto bilancio di sostenibilità certificato, che sarà a breve pubblicato, e ci proponiamo di diventare un brand of purpose, a sostegno del fatto che la sostenibilità ambientale e sociale per noi è un impegno centrale. Fra gli obiettivi 2025 si prevede di rendere la propria filiera al 100% sostenibile, facendo da traino anche per le realtà più piccole del proprio indotto e la conversione biologica di tutte le tenute sarà completata con la vendemmia 2024.
Figlio del riposizionamento di Ruffino è anche il rivoluzionamento della Hospitality: abbiamo attuato un restyling della Tenuta Poggio Casciano incluso il ristorante Tre Rane alle porte di Firenze, e invitiamo tutti a venirci a trovare, per capire che cos’è Ruffino oggi.
Alessandra Angelini, AD di Altesino
Che vendemmia sarà per voi?
Faticosa. La più faticosa che possiamo ricordare. Un anno pieno di eventi climatici, dalle piogge iniziali, la conseguente peronospora, poi l'estremo caldo, grandine da schivare e i venti caldissimi degli ultimi giorni. Un anno dove l'attenzione in vigna e il tempismo negli interventi è stato fondamentale per preservare la qualità delle uve. Un'annata faticosa, senz'altro. La fortuna di avere le proprietà in dei terroir vocati con delle belle esposizioni quest'anno ha aiutato tantissimo.
Quali soluzioni pensa di adottare la vostra azienda per i cambiamenti climatici non più occasionali?
Sia Altesino che Caparzo sono aziende che negli anni hanno investito molto per essere pronte ad affrontare tutte le annate con gli imprevisti dovuti ai cambiamenti climatici. Siamo tra le uniche aziende ad avere vigneti sparsi per tutto il territorio (Caparzo 13 vigneti, Altesino 7 vigneti), in tutti e 4 i quadranti, con più esposizioni, terreni (dal galestro alla sabbia, passando per argille) e altitudini possibili. Ogni annata è imprevedibile ormai, Montalcino è un territorio con tantissimi microclimi diversi, a seconda degli eventi climatici dell'annata ci son zone più o meno vocate, che cambiano con le diverse annate. Noi vorremmo essere presenti su tutti i fronti, per garantirci ogni anno, un prodotto di alta qualità.
Quali progetti avete per il futuro?
Sia Caparzo che Altesino hanno tante idee da sviluppare e nuovi emozionanti progetti in arrivo...per scaramanzia non possiamo ancora dire nulla. Solo Altesino ha in realizzazione una nuova cantina speciale!!
Massimo Piccin Proprietario di Sapaio
Che vendemmia sarà per voi?
Abbiamo avuto una stagione molto difficile da gestire da un punto di vista agronomico per varie ragioni principalmente legate all'andamento climatico. Grazie ad una oculata cura dei vigneti siamo riusciti a preservare la salute delle piante e la qualità dell'uva. L'inizio della raccolta è ad oggi molto positivo. Escludendo sorprese, sono molto fiducioso.
Quali soluzioni pensa di adottare la vostra azienda per i cambiamenti climatici non più occasionali?
Questo è un punto molto delicato e francamente non ho delle risposte. I fenomeni meteorologici a cui assistiamo ci fanno pensare più ad un caos climatico. In un ambiente in grande variabilità è complicato pensare ad una strategia precostituita. Al di là dei modelli di sviluppo economico che forse andrebbero ripensati e su cui individualmente possiamo certo contribuire ma in modo poco significativo in scala globale, penso che immaginare strategie di adattamento in termini biologici e agronomici possa essere una soluzione; certamente non risolutiva.
Quali progetti avete per il futuro?
L'agricoltura così legata all'imprevedibilità del tempo metereologico mi ha abituato a stringere alleanze con il tempo presente, ad evitare i progetti e ad abitare i sogni. Ma i sogni non si raccontano.