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August 27 2014
Al film muto Maciste Alpino del 1916 è spettato il compito di inaugurare la rinnovata Sala Darsena, ampliata a 1401 posti, nella preapertura di ieri. È invece affidato a Birdman del messicano Alejandro González Iñárritu l'onore dell'apertura ufficiale della 71^ Mostra internazionale del cinema di Venezia, questa sera, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un'edizione - la terza diretta da Alberto Barbera - che conferma la tendenza di prediligere un programma sperimentale e ricercato piuttosto che incentrato su nomi altisonanti e sulle star (anche e soprattutto per necessità). "Sicuramente avrei voluto il film di Olmi, ma anche Interstellar di Christopher Nolan, Gone Girl di David Fincher e quello di Tim Burton (Big Eyes), anche se va detto che nessuno di questi è approdato ad altri festival", ha detto Barbera tra rimpianti e buon senso. "Un po' tutto questo accade per le nuove strategie di marketing e i festival devono prendere atto di questa cosa. Ma anche in tutto questo c'è del buono, perché i festival possono recuperare la loro missione originaria quella di scoprire cinematografie sconosciute e nuove realtà creative del cinema d'autore". La volpe e l'uva?
Ma i cinefili che non bramano solo George Clooney o Angelina Jolie per correre ai festival possono comunque rimboccarsi le maniche e apprestarsi alle code lagunari fiduciosi: ad attenderli ci sono titoli promettenti.
Ecco i film che aspetto con maggiore trepidazione.
1) Birdmanor (the Unexpected Virtue of Ignorance) di Alejandro González Iñárritu. Il regista messicano ha realizzato finora quasi soltanto opere memorabili: Amores perros, 21 Grammi, Babel, Biutiful. Accolto dagli applausi nella proiezione per la stampa, questo suo nuovo lavoro è una black comedy visionaria con protagonista un attore, Riggan Thomson (uno straordinario Michael Keaton), non più giovane, che non riesce a liberarsi del suo antico e popolare ruolo di supereroe. Nel cast anche Emma Stone ed Edward Norton. Il film è stato girato come un lunghissimo piano sequenza di 85 minuti. Da vedere.
In concorso. Proiezione: 27 agosto.
2) The look of silencedi Joshua Oppenheimer. Dopo aver scioccato con The Act of Killing, candidato all'Oscar 2014 come miglior doc, il regista danese torna sul tema del genocidio in Indonesia, le purghe anticomuniste del 1965, affrontandolo da un'altra prospettiva. Il film offre una visione della tragedia da parte delle vittime, in particolare segue la storia di un uomo sopravvissuto, il cui fratello è stato torturato fino alla morte durante la rivoluzione da un gruppo di ribelli. L'anno scorso ad aggiudicarsi il Leone d'oro fu un documentario. Chissà che Oppenheimer non possa dire la sua.
In concorso. Proiezione: 28 agosto.
3) The Cutdi Fatih Akin. Il tedesco di origine turca, tra i registi europei più apprezzati (La sposa turca, Ai confini del paradiso, Crossing the bridge - The Sound of Istanbul), torna a cinque anni dalla gradevole commedia Soul Kitchen che a Venezia vinse il Leone d'argento - Gran premio della giuria. Il suo nuovo lavoro chiude la trilogia su Amore, morte e diavolo. È il racconto epico di un genocidio, quello curdo. Un'epopea sugli esodi, le guerre, il valore della speranza e il potere dell'amore.
In concorso. Proiezione: 31 agosto.
4) Il giovane favoloso di Mario Martone. Giacomo Leopardi, il poeta italiano più studiato e decantato a scuola, dalla sensibilità e dalla penna sopraffine, trova la sua rappresentazione sul grande schermo. L'idea in verità fa quasi rabbrividire: dare un volto attuale al malinconico cantore di Recanati e cercare di riprodurre la sua personalità sembrano quasi blasfemia. Proprio per questo sarà interessante vedere il talentuoso Elio Germano nei suoi panni. Antonio Ranieri è interpretato da Michele Riondino, altro attore italiano meritevole. La curiosità è tanta.
In concorso. Proiezione: 1 settembre.
5) Good Kill di Andrew Niccol. Sceneggiatore di The Truman Show, il cineasta neozelandese ha recentemente scritto e diretto il fantascientifico e non male In time, con Justin Timberlake e Amanda Seyfried. Ora mette Ethan Hawke nel ruolo di pilota di droni, capace di uccidere centinaia di persone controllando a distanza il velivolo in missione di guerra. Così operando farà forse nascere più terroristi di quanti ne stia uccidendo? La domanda punta dritta alle coscienze.
In concorso. Proiezione: 5 settembre.
6) Pasolini di Abel Ferrara. Il regista americano ultimamente è lontano dai suoi tempi migliori ma, a quasi quarant'anni dall'uccisione di Pier Paolo Pasolini, il 2 novembre del 1975, c'è voglia di risentire l'eco lasciata dallo scrittore, soprattutto perché il film promette di essere una ricostruzione originale del suo ultimo giorno di vita che guarda più al poeta che al fatto di cronaca. Pasolini è interpretato da Willem Dafoe. Nel cast anche l'amico di Pasolini Ninetto Davoli, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Maria de Medeiros.
In concorso. Proiezione: 4 settembre.
7) One on One di Kim ki-Duk. Il regista coreano è amatissimo a Venezia, dove due anni fa ha vinto il Leone d'oro con Pieta. Questa volta è presente in una sezione autonoma promossa dalle associazioni dei registi italiani ANAC e 100 Autori. Ancora violenza e temi forti: una giovane liceale viene brutalmente assassinata ma, mentre uno dei suoi sette assassini torna a casa, viene rapito da alcuni soldati altamente addestrati e torturato... Kim ki-Duk richiede uno stomaco forte allo suo spettatore, ma quasi sempre lo ripaga della brutalità che gli propina.
Giornate degli autori. Proiezioni: 26, 27, 28 agosto.
8) Boxtrolls - Le scatole magichedi Graham Annable e Anthony Sacchi. Film in stop-motion, promette di essere una nuova avventura divertente e poetica della Laika, studio d'animazione statunitense che già ha regalato Coraline e la porta magica e ParaNorman. A Pontecacio, cittadina vittoriana i cui abitanti sono ossessionati dalla ricchezza, sotto le sue suggestive stradine dimorano i Boxtrolls, una comunità sotterranea di eccentriche e adorabili creature che indossano scatole di cartone riciclato come se fossero gusci di tartaruga.
Fuori concorso. Proiezione: 31 agosto
9) La trattativa di Sabina Guzzanti. È il film che Barbera teme, come lui stesso ha ammesso. Racconta, tra fiction e spezzoni di repertorio, quella trattativa Stato-mafia che, almeno secondo l'autrice, è un filo ininterrotto di mala-politica. La motivazione della fine dell'epoca delle stragi secondo la comica-regista? La nascita del partito Forza Italia. Opera esplosiva, maneggiare con cura.
Fuori concorso. Proiezione: 3, 4 settembre.
10) Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Khaled Soliman Al Nassiry e Gabriele Del Grande. Documentario finanziato dagli spettatori con una campagna di crowdfunding online, è una bella scommessa di Barbera. Un poeta palestinese siriano e un giornalista italiano incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra, e decidono di aiutarli a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia. Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un'amica palestinese che si travestirà da sposa, e una decina di amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati. Così mascherati, attraversano mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri. Il film ne è il racconto in presa diretta.
Orizzonti - Fuori concorso. Proiezione: 4 settembre.