Ventura nuovo ct: i "pro" e i "contro" della scelta di Tavecchio

La scelta di Giampiero Ventura alla guida della nazionale per il dopo Conte soddisfa le esigenze di tutti. Della Figc, che aveva delineato un profilo diverso rispetto a quello dell'attuale ct per gestire la qualificazione al Mondiale di Russia e del Torino, con cui la storia professionale di Ventura si è esaurita. E, ovviamente, del commissario tecnico in pectore che corona così una carriera quarantennale, iniziata nelle giovanili della Sampdoria e che ha avuto tanti alti e qualche basso.

Manca il sigillo dell'ufficialità che, a meno di ribaltoni dell'ultima ora, arriverà entro la fine di maggio come Tavecchio aveva promesso incassando il rifiuto di Conte a proseguire sulla panchina azzurra. Modi e tempi perfetti per evitare ulteriori fibrillazioni a una spedizione che si annuncia difficile come non mai, tra infortuni, liti con i club, incomprensioni e quel doppio ruolo del selezionatore già al lavoro per il Chelsea che sta facendo storcere il naso a tanti.

Ma Ventura è la scelta giusta per la nazionale? Di sicuro non è un tecnico di primo livello, nel senso di appartenente a quella cerchia in cui storicamente la Federcalcio ha pescato da quando ha abbandonato la strada del vivaio federale. Non è detto, però, che sia un male considerato il momento storico. Ecco allora pregi e difetti della scelta:

E' perfetto perché...

Il prossimo ciclo della nazionale sarà all'insegna del sacrificio e della fantasia. Manca la materia prima, la nostra serie A è sempre più terra di conquista per stranieri (nell'ultima stagione hanno occupato il 58% dello spazio) e i migliori stanno chiudendo, da Buffon in giù. Ventura è un allenatore che ha dimostrato di sapersi adattare anche a situazioni non d'elite e di poter lavorare bene con i giovani. Ne ha plasmati e lanciati tanti, ha costruito modelli di gioco che ne esaltassero le qualità e non ha mai avuto a disposizione budget di mercato che gli permettessero di non lavorare di ingegno per far funzionare le sue squadre.

La fantasia, insomma, è garantita. Il sacrificio anche, nel senso che difficilmente Ventura si proporrà con lo stesso piglio di Conte e di altri che l'anno preceduto. Non ha precedenti con i club, non dovrebbe avere nemici e pare più incline al compromesso. Sa che non avrà aiuti extra (così come gli altri), ma probabilmente non si immolerà per chiederli. Il suo profilo potrà apparire più dimesso, ma anche Donadoni nel 2006 aveva lo stesso limite eppure ci portò a fare un buon Europeo.

E poi Ventura avrà alle sue spalle una figura come Lippi che sarà il collante tra lui, la Figc in tutti i suoi settori e il resto del calcio italiano. Il prossimo sarà un biennio in cui bisogna gettare le basi per una rifondazione decennale, anche a rischio di non cogliere tutto subito sul campo. Il binomio Lippi-Ventura garantisce carisma, esperienza e voglia di lavorare sul campo. Sulla carta sono più i vantaggi degli svantaggi.

No, scelta sbagliata...

Ci sono anche dubbi, come ovvio. Intanto Ventura è una seconda scelta da parte della Figc: prima di lui sono stati sondati altri tecnici che man mano si sono sfilati, a partire da Capello che, forse, sarebbe stato l'uomo giusto al momento giusto. Sarà difficile staccarsi di dosso l'etichetta di ripiego, soprattutto se le cose non dovessero mettersi bene. Pesa anche la scarsa esperienza internazionale di un uomo che nel palmarès ha una promozione in serie C1 e la vittoria in due campionati interregionali. Anche per questo è fondamentale la presenza di una figura forte alle sue spalle, anche per gestire il rapporto con i club. Essere meno spigoloso è un pregio, la debolezza politica si potrebbe invece rivelare un boomerang pericoloso.

Il vero problema è che Ventura non avrà tempo per ambientarsi nel nuovo ruolo. Il calendario del girone di qualificazione a Russia 2018 non fa sconti: trasferta in Israele a settembre, Italia-Spagna e Macedonia-Italia a ottobre rappresentano già un bivio durissimo in un gruppo in cui per andare al Mondiale bisogna arrivare primi oppure secondi, ma con un congruo numero di punti. E dove c'è anche l'Albania di De Biasi, uno dei candidati bruciati dallo spint di Ventura.

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