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Verdi: i gravi errori di Angelo Bonelli

Lo smemorato di Ostia con insulti e bugie cerca di nascondere il suo totale fallimento politico e umano degli ultimi quattro anni.

Un uomo dalla doppia morale, che invece che riconoscere il proprio disastro e rispondere delle proprie responsabilità politiche, attacca Alfonso Pecoraro Scanio senza avere il coraggio di confrontarsi con i nuovi dirigenti del partito.

La sequela di sconfitte alle elezioni politiche, regionali, comunali e  circoscrizionali (perfino a Ostia, a casa sua) ha determinato in Bonelli amnesie e manie di persecuzione.

Dimentica infatti di essere stato per anni, a livello nazionale, il principale collaboratore, sostenitore e beneficiato di Pecoraro Scanio, tanto da ottenere, proprio grazie a lui, molti incarichi. Fino addirittura a essere indicato nel 2006 capogruppo alla Camera, nonostante le perplessità di gran parte dei deputati e di tanti di noi a causa della sua nota debolezza caratteriale e tenuta psicologica.

Dimentica, inoltre, di essere diventato presidente dei Verdi nel 2009 sempre con il sostegno determinante di Pecoraro Scanio. La speranza di tanti era che Bonelli rilanciasse con orgoglio il partito dei Verdi e non rimanesse annebbiato dalle proprie fobie e dall'ansia di sedere nuovamente, con qualsiasi alleanza, su una poltrona istituzionale. 

Dimentica anche, mentre cerca di ergersi a improbabile moralizzatore, che ha sempre vissuto di incarichi politici. E che nessuno di noi gli ha mai rinfacciato la triste vicenda delle centinaia di migliaia di euro spesi dal suo monogruppo alla regione Lazio, un fatto che che ci ha visti associati sui media allo scandalo dei rimborsi facili che ha travolto la presidente Renata Polverini. 

Volevamo evitare lo squallore delle polemiche interne, nelle quali invece questo naufrago della politica continua a sguazzare, come dimostra il tono delle ultime interviste, nell'ambito delle quali insulta e mente senza smentire nessuna delle accuse che gli vengono mosse in modo circostanziato.

Il poverino invece di lavorare su contenuti concreti continua a inventare complotti per giustificare quattro anni di fallimenti e di frottole raccontate agli stessi Verdi ed ai mass media.

Bonelli, nell'ansia di recuperare qualche incarico, inoltre, si è candidato ovunque e con chiunque pur di avere un minimo di visibilità e ottenere una poltrona. Si è impegnato nella battaglia insensata contro il Pd candidandosi da solo, come unico verde in posizione eleggibile, e senza alcun confronto democratico dentro le liste bloccate di Antonio Ingroia, raccattando poi nei territori ex esponenti di Forza Italia o personaggi privi di ogni tipo di radicamento politico ed elettorale come "riempilista" scartando invece gli storici militanti ed esponenti del Sole che Ride, del mondo ambientalista e chiudendo le porte a qualsiasi esponente del popolo animalista. Uno sconcio.

Il risultato è stato l' ennesimo flop senza precedenti alle politiche e per i suoi fedelissimi anche alle Regionali del Lazio. Per non parlare del Friuli Venezia Giulia e della Lombardia dove non è riuscito neanche a presentare Liste o candidati verdi alle elezioni: Verdi scomparsi!

Dopo poco, mirando addirittura a un piccolo incarico circoscrizionale, si è lanciato nella sfida per essere eletto consigliere di municipio a casa sua, ad Ostia.

È finito trombato anche lì, arrivando quarto perfino nella stessa lista dei verdi che non ha avuto alcun eletto: un disastro politico e personale.

Una scelta mortificante per se stesso e per il partito. Anche in questo caso Bonelli non solo è riuscito a non farcela ma nella ilarità completa della coalizione che a Roma ha preso il 65%dei voti, ha fatto precipitare il partito, nella sua città, a un misero 0,6: il peggior risultato elettorale della storia dei Verdi nella capitale.

Al termine di queste clamorose bocciature elettorali ed errori politici, Bonelli invece di dimettersi si è autoprorogato il mandato. Bersani, Di Pietro, Fini hanno avuto la dignità di lasciare i loro incarichi dopo le sconfitte, come d' altronde fece anche Pecoraro dopo l'insuccesso dell’Arcobaleno. 

Bonelli no! Più perde, più resta abbarbicato alla poltrona. Inoltre il presidente dei Verdi si è inventato le dimissioni a rate. Si fa chiedere di volta in volte dai suoi adepti di non mollare e di rinviare il congresso e lui "da vero democratico" obbedisce senza fiatare "per il bene della patria".

Intanto per consolidare il suo misero potere sta commissariando le realtà territoriali a lui ostili con scelte ancora una volta sbagliate, discutibili e fuori da ogni regola. Aderisce ad un altro soggetto politico, Green Italia, da presidente in carica di un altro partito (una cosa mai vista prima!). L' elenco dei suoi flop è infinito. Nei 4 anni della sua presidenza hanno abbandonato i Verdi le metà dei consiglieri regionali e dei consiglieri comunali e provinciali, ha fallito in tutte le tornate elettorali, e ha alimentato assurde lotte intestine e pubbliche (come la sua personale e violenta contro Vendola). Insomma un disastro che ha messo in ginocchio il partito e lo ha isolato sia dal centro sinistra che lui combatte in modo insensato spingendoci su operazioni oltranziste ed estremiste come Rivoluzione Civile, che dalle stesse realtà associative e di movimento che non si fidano del plateale trasformismo di un vecchio professionista della politica.

Ma molte realtà locali dei Verdi sono ancora stimate e radicate.

Infatti, mentre lui falliva in ogni competizione, nello stesso periodo ad Ancona i Verdi sono arrivati al 4% così come a Pozzuoli o a Volla si è raggiunto il 5 ed al 6%, a Portici sono al 3,6%; a Melito la lista circa "Verdi-Renziani" è arrivata al 6% facendo un alleanza con i sostenitori di Matteo Renzi, anch'egli denigrato da Bonelli.

Con questo personaggio non si va da nessuna parte.

È una zavorra !

È tempo di cambiare pagina. È  tempo che Bonelli lasci davvero spazio alle nuove generazioni per riallacciare i rapporti con le forze democratiche ma soprattutto con gli elettori.

La nostra è una proposta politica alternativa per ridare ai Verdi dignità, concretezza e centralità, senza ricadere in un altro contenitore pasticciato. Per noi è fondamentale ripartire dai territori valorizzando le persone capaci e non gli "amici" o gli "yes man" e recuperare il profilo ambientalista,  ecologista, pacifista, VERDE del Partito.

Su questo modello si giocherà la sfida congressuale continuamente rinviata e che in tanti aspettano da tempo. In quella sede verificheremo se c' è ancora lo spazio politico per rilanciare i Verdi e creare una nuova classe dirigente per rimettere in piedi un serio e radicato soggetto ecologista.

Francesco Emilio Borrelli
Responsabile regionale dei Verdi della Campania

Gianluca Carrabs
Esecutivo Nazionale dei Verdi

Walter Caporale
Consigliere regionale dei Verdi in Abruzzo

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