"Italian Icons of China”, Goglio SpA

Per offrire ai nostri lettori una panoramica approfondita sulle aziende italiane che operano nei mercati internazionali, tra cui la Cina, abbiamo lanciato la serie di articoli "Italian Icons of China". Questa serie presenta interviste esclusive con figure chiave di alcune delle più importanti aziende italiane presenti in Cina.

Attraverso queste interviste, esploriamo la storia dei brand, l'espansione del loro business e i loro successi. Offriamo inoltre preziosi spunti e suggerimenti, utili sia per multinazionali sia per piccole e medie imprese e imprenditori interessati ai mercati internazionali, il tutto basato sulle esperienze di investimento e sul settore di appartenenza delle aziende intervistate.

In questo articolo, abbiamo avuto il piacere di condurre un’intervista esclusiva con il Dott. Mirko Turrina, Direttore Generale di Goglio (Tianjin) Packaging Co., Ltd.

Fondata a Milano nel 1850, il Gruppo Goglio è un pioniere globale nell'imballaggio flessibile, con 173 anni di innovazione e crescita. Da Milano, l'azienda si è espansa in Italia, Stati Uniti, Spagna, Paesi Bassi, Brasile, Cina e Giappone, offrendo soluzioni all'avanguardia che combinano sostenibilità e tecnologia.

Goglio (Tianjin) Packaging Co., Ltd., filiale cinese del gruppo, è stata fondata nel 2004 e ha iniziato la produzione nel 2006. Situata a Tianjin, Cina, copre oltre 50.000 mq e offre una vasta gamma di sistemi di imballaggio. Con un investimento recente di 15 milioni di euro, l'azienda continua a innovare, garantendo freschezza e sicurezza per il settore alimentare.

A capo di Goglio (Tianjin) c'è Mirko Turrina, un professionista esperto che opera sul mercato cinese dal 2004. Nella sua carriera ha ricoperto vari ruoli nell'industria dell'alluminio e la sua esperienza si estende al settore automobilistico, aerospaziale e dei treni ad alta velocità. Turrina ha conseguito un MBA presso la Hong Kong University of Science and Technology, una laurea in Ingegneria Meccanica presso l'Università di Padova e un certificato in Business Sustainability Management presso l'Università di Cambridge. Essendo coinvolto direttamente nel coinvolgente percorso di crescita e successo di Goglio Cina, le sue parole offrono uno sguardo approfondito sulla sua esperienza e sulle strategie che hanno plasmato il successo del Gruppo.

1.Da quanti anni Goglio opera in Cina e qual è la principale motivazione per questa focalizzazione su questo mercato specifico?

Goglio ha iniziato ad operare in Cina alla fine degli anni '90 con una presenza esclusivamente commerciale per supportare il crescente mercato della frutta trasformata, in particolare il pomodoro.

Nel 2004, per meglio soddisfare le esigenze del mercato e sfruttando i vantaggi offerti dal comune di Tianjin, la proprietà ha deciso di investire in uno stabilimento locale fondando Goglio (Tianjin) Packaging.

La scelta di Tianjin si è rivelata azzeccata, dato che il porto della città è lo sbocco principale per l'esportazione della frutta trasformata prodotta nell'entroterra del nord-ovest cinese, dove sono presenti numerosi operatori del settore che si occupano dello stoccaggio e della vendita.

Partendo dal mercato dei pomodori cinesi, oggi Goglio Tianjin ha ampliato la propria attività verso nuovi mercati geografici e settori, operando in tutto il sud-est asiatico e fornendo mercati in crescita come il caffè, l'Ho.Re.Ca. e il comparto industriale.

2.Come avete affrontato e capitalizzato opportunità e sfide derivanti dalle significative differenze culturali tra Cina e Italia nel corso della vostra attività in Cina?

Ogni cultura ha qualcosa di prezioso da offrire, ed è fondamentale saper apprezzare le diversità.

Sia la cultura cinese che quella italiana hanno radici antichissime, come testimonia la Via della Seta che per secoli ha connesso i nostri popoli. Questa lunga storia comune ci rende naturalmente aperti al dialogo.

Lavorando in un contesto multiculturale ho imparato molto dagli approcci differenti dei colleghi. Solo il confronto tra prospettive diverse può portare innovazione.

I nostri dipendenti cinesi sono preziosi per la loro profonda conoscenza del mercato locale. Allo stesso tempo, l'italianità ci rende leader in settori come caffè e pomodoro, non solo grazie ai prodotti ma anche al supporto lungo la filiera produttiva fornito da società come Goglio.

La collaborazione con atenei come Nankai e Tongji ci aiuta ad allargare gli orizzonti. Credo che l'apertura culturale sia fondamentale per guardare al futuro con nuove lenti.

I nostri clienti più all'avanguardia ci scelgono proprio perché sanno che la nostra natura internazionale può portare a soluzioni innovative e sostenibili.

3.Nel settore del packaging le sfide affrontate dalle aziende in Cina sono significativamente diverse rispetto ad altri mercati?

In questo mercato così competitivo non possiamo permetterci di competere solo sul fattore prezzo.

Dobbiamo impegnarci ogni giorno per mantenere ed accrescere la nostra reputazione di eccellenza, frutto di anni di duro lavoro. I nostri maggiori competitor cinesi ormai offrono prodotti di buona qualità, serve dunque qualcosa in più per distinguerci.

Quel "qualcosa in più" è la solidità del nostro brand, fondato su relazioni di fiducia con i clienti e consumatori finali. Siamo garanzia di soluzioni affidabili, ma sappiamo anche evolverci continuamente ascoltando il mercato.

A differenza del Giappone, qui in Cina i clienti perdonano piccoli errori, ma non tollerano ritardi nella risposta. È la rapidità, insieme alla qualità e all'innovazione costante, che ci permette di crescere tuttora in questo settore.

Continueremo a lavorare sodo per migliorare sempre di più ed essere considerati la scelta ideale, non solo per la nostra reputazione ma soprattutto per il valore concreto che offriamo. È l'unica strada percorribile in un mercato come questo.

4.Con l'evoluzione continua delle tecnologie, Goglio ha introdotto innovazioni specifiche per il mercato cinese che differiscono da quelle in altri mercati?

Goglio Tianjin è parte integrante del Gruppo Goglio e lavora a stretto contatto con il reparto R&S per portare costante innovazione.

Da sempre puntiamo su sostenibilità e progresso tecnologico. Abbiamo messo a punto, insieme a grandi clienti, soluzioni all'avanguardia come le FIBC modulari per oli lubrificanti, più green ed economiche.

Quest'anno abbiamo installato un nuovo sistema di ispezione visiva basato sulla intelligenza artificiale, che grazie alla tecnologia riduce al minimo i difetti sulle confezioni, assicurando al meglio i nostri clienti.

Continuiamo a brevettare idee esclusive, come la recente valvola per caffè, rispondendo così alle richieste di mercati emergenti come quello cinese.

Essere riconosciuti come "High-tech" dalle istituzioni Cinesi non ci dà solo vantaggi, ma implica un impegno costante nella R&S, perno fondamentale della nostra offerta e del nostro successo.

Solo mettendo sempre al centro innovazione e sostenibilità potremo guardare con fiducia al futuro.

5.In linea con il tema dell'evento Italian Design Icons (IDI) di quest'anno, "Fabbricare valore: inclusività, innovazione e sostenibilità", quali iniziative avete pianificato per migliorare la sostenibilità?

Sulla sostenibilità siamo fortemente impegnati. Offriamo soluzioni green come capsule compostabili, laminati facilmente riciclabili e soluzioni di confezionamento in busta flessibile a sostituzione delle lattine.

Nell'industria alimentare non basta solo ridurre, riutilizzare e riciclare, ma è cruciale preservare il prodotto estendendone la conservazione. Solo così si possono davvero limitare gli sprechi, obiettivo fondamentale se vogliamo operare in una logica di reale sostenibilità. Per questo da sempre, accanto alle 3R, diamo importanza alla "E" di Estendere. Grazie alle nostre confezioni e soluzioni innovative, aiutiamo i clienti a prolungare la shelf life dei prodotti, a mantenerne inalterate le caratteristiche nel tempo.

Siamo stati recentemente riconosciuti dalle autorità locali di Tianjin come "fabbrica verde" anche grazie al nostro impianto fotovoltaico che fornisce circa il 20% del nostro fabbisogno. Attraverso le nuove politiche che permettono di acquistare energia da fonti rinnovabili a costi attraenti, puntiamo per il prossimo anno ad utilizzare una maggiore quota di energia da fonti rinnovabile.

La vera sostenibilità coinvolge tutti, motivo per cui lavoriamo a stretto contatto con associazioni di categoria Cinesi, promuovendo standard sempre più virtuosi e chiedendo politiche lungimiranti. Le sfide non sono facili da vincere, ma l’obiettivo di de-carbonizzazione della Cina è ben chiaro e storicamente questi obiettivi sono sempre stati raggiunti, per cui mi attendo una sempre maggiore attenzione sul tema.

6.Quali consigli darebbe agli investitori o manager che stanno valutando di investire in Cina?

L'economia cinese è fortemente influenzata e guidata dalle politiche Centrali. Queste politiche sono in linea generale rese pubbliche in vari documenti, di cui il principale è il famoso “piano quinquennale”. Per chi vuole approcciarsi a questo mercato consiglio vivamente questa lettura, perché menziona i settori in cui la Cina ha deciso di crescere e spesso colmare il gap verso altre nazioni sviluppate. Ovviamente se un imprenditore opera in uno dei settori elencati all’interno del Piano, le possibilità di successo sono maggiori, ma è importante capire bene cosa il Paese vuole sviluppare, cosa manca al mercato e cosa possono fornire al mercato entro le condizioni richieste, altrimenti sarà difficilissimo.

In passato la Cina era aperta ad adattarsi ad assimilare soluzioni nuove sviluppate per altri mercati, ma ora non più. Il mercato ed il cliente pretendono un prodotto o un servizio che sia in linea con le esigenze locali e le sfumature culturali locali. La scelta di un buon partner che opera localmente è fondamentale per capire quali siano quelle importanti ed il vero valore percepito.

Dal mio punto di vista, inoltre è assolutamente necessaria una certa comprensione culturale. Consiglierei un famoso libro cinese, L'arte della guerra di Sun Tzu. Una tattica che ritengo molto utile è "L’arte suprema della guerra è quella di sottomettere il nemico senza combattere".

Per quanto riguarda la congiuntura attuale, i media occidentali dipingono uno scenario troppo allarmistico. L'economia cinese ha le risorse per aggiustare la rotta, e continua ad offrire enormi possibilità per chi saprà comprenderla davvero.



A cura di: Avv. Carlo Diego D’Andrea, Vice Presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina

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