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February 23 2015
Il Veneto rovina i piani di Matteo Salvini in vista delle Regionali e a pochi giorni dalla grande manifestazione della Lega Nord in programma sabato a Roma. Il leader della Lega Nord, ormai già proiettato alla conquista del Centro e del Sud Italia con le liste "Noi con Salvini", si trova invece a dover fare i conti con l'insubordinazione di Flavio Tosi.
Salvini, Zaia e Tosi: alla ricerca di un'intesa sul Veneto
La sfida di Tosi
Il sindaco di Verona mette in discussione la conferma di Luca Zaia alla guida della Regione e addirittura minaccia di presentare la propria candidatura in contrapposizione a quella del governatore uscente. Una vera e propria sfida nei confronti di Salvini che pero' incassa il sostegno del governatore della Lombardia Roberto Maroni: "Fare il candidato contro Zaia, sarebbe una jattura,ci farebbe perdere la Regione", argomenta Maroni, secondo il quale il candidato della Lega deve essere Zaia.
Il silenzio di Zaia
Sceglie il silenzio, invece, il diretto interessato: Zaia evidentemente non vuole rimanere invischiato nelle polemiche.
Gli osseravatori
Alla partita - tutta interna alla Lega - guardano con interesse i potenziali alleati Forza Italia e Ncd che, prima di fare qualche mossa, aspettano di capire cosa decideranno i leghisti nel vertice Lega Nord-Liga Veneta in programma nei prossimi giorni. Osservatrice interessata è poi Alessandra Moretti: la candidata del Pd spera di poter avvantaggiarsi da una spaccatura nel fronte di centrodestra.
Flavio Tosi, il ribelle nell'era Bossi, formalmente non strappa, ma mai è apparso così distante dal segretario federale Salvini. Il filo del confronto a distanza tra Salvini e Tosi si muove lungo l'asse Milano-Verona. Il tempo "per trovare una sintesi c'è" dice possibilista il sindaco di Verona, salvo poi ammettere che "vi sono sicuramente delle distanze. E in politica certe volte le distanze si riescono a colmare, certe volte no". Per Tosi, ci sono "ingerenze milanesi rispetto alla Liga Veneta indirette e poi anche in via diretta"; si sta cercando "di modificare lo statuto togliendo autonomia" alla realtà regionale e questo come Liga Veneta non si puo' accettare".
Salvini sa che il pericolo di rottura èalto: "Ipotizzare di candidarsi contro Zaia o di metterlo in difficoltà non mi sembra utile in questo momento. Se ci sono litigi da fare li si faccia nelle sedi opportune e poi si trovi un accordo e si vada a vincere". "Tutti vogliono vincere in Veneto - risponde secco Tosi -, però ci vogliono linearità, coerenza e rispetto per le persone". La 'grana veneta' per il segretario federale pare, insomma, sempre più difficile da risolvere. Lo si capisce anche dai piccoli segnali: al richiamo a partecipare alla manifestazione di sabato a Roma, Tosi risponde che vedrà se è compatibile con i suoi impegni di sindaco. "Il mio unico stipendio è quello di sindaco" ricorda. Da capire, adesso, quanto peserà l'appello di Maroni all'amico Tosi "affinchè trovi una soluzione".
Se Zaia si tiene fuori dalla bagarre, il 'duello' è seguito con attenzione da Fi e Ncd, gli alleati che guidano con la Lega la regione. Per Renato Brunetta la linea seguita da Salvini è un "paradosso", mentre Gaetano Quagliarello dice che il segretario della Lega sembra più interessato a prendere voti in Italia che governare il Veneto. Angelino Alfano è lapidario: "non riesce a tenere unito il proprio partito figuriamoci una coalizione".