Lifestyle
February 25 2015
[…] We must stop communism / in that land /
or freedom will start slippin' through our hands […]
Dalla canzone "Hello Vietnam" (1965) di Tom T. Hall, cantata da Johnny Wright.
Alla fine del 1964 per l'esercito sud vietnamita e per i loro consiglieri militari americani le cose si stavano mettendo male. L'esercito dei Vietminh stava sfondando le linee di difesa e puntava dritto a sud, verso la capitale Saigon.
Gli americani erano presenti in forze in Vietnam da quasi 2 anni, come appoggio tattico all'Esercito Regolare sud vietnamita (ARVN). Da quando nel 1954 i Francesi avevano abbandonato l'Indocina, il Vietnam si era spaccato in due. A Nord era governato dai comunisti di Ho Chi Minh, mentre il Sud del paese era retto da un regime autocratico retto dal generale Ngo Dinh Diem. La tensione tra i due Vietnam crebbe rapidamente tra il 1954 e il 1959, tanto che i Vietminh alla fine del decennio erano pronti ad un'azione militare su vasta scala.
Negli Stati Uniti il Presidente Eisenhower e il generale Douglas Mc Arthur -entrambi protagonisti nella Seconda Guerra Mondiale- erano risolutamente contrari ad un coinvolgimento diretto dell'esercito USA in Indocina. Ritenevano infatti l'ex colonia francese non sufficientemente strategica da giustificare un pericoloso intervento negli anni più delicati della Guerra Fredda. Tuttavia, con la presidenza Kennedy si fecero strada le teorie del cosiddetto "effetto domino", il quale avrebbe innescato una rivoluzione generalizzata del sud-est asiatico una volta che il Vietnam fosse caduto in mano ai comunisti.
Il presidente Kennedy era convinto inizialmente che le forze anticomuniste di Diem sarebbero state in grado di sconfiggere i Vietcong. Il corso degli eventi gli darà torto. Diem era estremamente impopolare nel Vietnam del Sud e il suo esercito totalmente impreparato ad affrontare una guerra fratricida. Fu così che durante la breve presidenza di JFK i "consiglieri" militari americani sul suolo sud vietnamita salirono a 16.000 unità.
Intanto nel 1963 la crisi del regime di Diem precipitò quando i buddisti vietnamiti reagirono alle misure volte a favorire i cattolici come il dittatore, convertito dai francesi. A questo punto fu chiaro agli americani che Diem fosse dannoso, e quindi da eliminare. Il 1 novembre 1963 alcuni generali del' esercito sud vietnamita, con l'avvallo degli Stati Uniti, attuarono un colpo di stato. Diem fu ucciso la mattina dopo assieme al fratello.
Dopo la fine del regime di Diem, il nuovo governo militare si rivelò addirittura più debole del precedente. Nel frattempo Kennedy era sempre più convinto della effettiva consistenza della teoria del "domino" e pressato dal Congresso che lo accusava di debolezza dei confronti della lotta anticomunista. Alla sua morte, il nuovo presidente Lyndon Johnson non fece altro che confermare la linea di Kennedy, portando gli Stati Uniti sempre più vicini ad un coinvolgimento diretto in Vietnam.
Il 2 agosto 1964 si verificò quello che sarà poi ricordato come "l'incidente del Tonchino". Due incrociatori USA ingaggiarono un breve conflitto a fuoco con forze nord vietnamite, fatto che permise all'amministrazione Johnson di procedere al bombardamento del Nord Vietnam in segno di ritorsione.
Passano pochi mesi e l'avanzata dei Vietminh, unita alla totale incapacità della giunta militare sud vietnamita di garantire la sicurezza del territorio, fece precipitare gli eventi. Il 9 febbraio 1965, dopo una serie ripetuta di attacchi Vietcong alla base aerea di Da Nang dalla quale decollavano i cacciabombardieri dell'USAF, fu impiegata la prima batteria di missili direttamente gestita da militari americani pronti al combattimento. Si stabilirono su un'altura sopra l'aeroporto, chiamata in codice "Hill 327". Nelle settimane successive cominciò l'impiego di reparti dei Marines, sbarcati in forze l'8 marzo 1965. Per gli americani comincia la guerra più difficile dal secondo conflitto mondiale, contro un nemico determinato e spesso invisibile e per la prima volta seguita in diretta Tv da milioni di spettatori nel mondo.