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November 07 2012
È stato molto frustrante seguire i risultati delle elezioni americane e leggere oggi il discorso del riconfermato presidente Barack Obama.
"Crediamo in un'America generosa, tollerante, aperta ai sogni. Il meglio deve ancora venire, torno alla Casa Bianca più determinato di prima".
E ancora: "L'America non è cosa possiamo fare per noi, ma cosa può essere fatto da noi. Non importa se siete bianchi, neri, ispanici, asiatici, se siete gay o no, tutti insieme possiamo costruire il futuro". Sicuramente, al netto della nota retorica kennediana, queste parole sono state molto apprezzate dal popolo americano. Gli States sono così, hanno ancora la capacità di sognare e di far sognare.
Ora prendete il discorso di Obama e mettetelo in bocca ad un qualsiasi politico italiano, il risultato diventa grottesco.
Basta seguire il dibattito di questi giorni sulla famigerata legge elettorale per capire quanto il nostro Paese sia diviso. Le forze politiche non riescono nemmeno a trovare un accordo che soddisfi le principali forze politiche. I partiti non si mettono d'accordo neppure sull'Abc, sulle più elementari regole del gioco. Figuriamoci sul resto. Per non parlare dei commenti dei politici italiani in occasione del voto Usa.
Ecco una divertente carrellata degli orrori, in salsa italica.
Il vice presidente della Camera, Maurizio Lupi (Pdl) ricorda che poco prima del voto in New Jersey, in piena campagna elettorale, il Governatore dello Stato, un repubblicano doc, ha pubblicamente ringraziato Obama per come ha affrontato l'emergenza uragano Sandy.
Vi immaginate che cosa sarebbe accaduto da noi, in un caso analogo? Anche la bora di Trieste sarebbe diventato terreno di scontro politico tra Daniela Santanche' e il sindaco della città.
Facile andare in Tv a commentare le elezioni americane e dire "grande paese l'America" quando da noi sono gli stessi politici ad alimentare un dibattito rozzo e da guerra civile.
Francesco Storace, leader de la Destra, si scatena: "Obama governerà senza bisogno dei voti di Pier Ferdinado Casini. Gli americani dicono che il meglio deve venire. A noi resta il peggio..." Comica l'analisi di Fabrizio Cicchito, capogruppo Pdl alla Camera: "Le sopravvenute calamità naturali hanno dato a Obama un ruolo centrale nella gestione della cosa pubblica e questo lo ha aiutato elettoralmente". Verrebbe sommessamente da ricordare a Cicchito che anche noi abbiamo avuto una calamità naturale chiamata "terremoto dell'Aquila" eppure , da noi, l'emergenza è stata gestita da Bertolaso and company ed è finita oltre che in tribunale al centro massaggi in via Salaria.
Sul fronte sinistro, altre appaganti ilarità.
Di Pietro, forse turbato dalle sue vicende personali e dal travaglio immobiliare dell'Idv, laconico twitta: "Obama vince, un esempio per l'Italia" certo che è un esempio, non risulta infatti che il Presidente rieletto abbia mai messo in posizioni apicali del suo staff parenti, cognati, figlie ecc....
Inarrivabile Massimo D' Alema: "Io e Renzi? Come Clinton e Obama". Dichiarazione più divertente non poteva partorirla l'ex leader dei Ds visto che se lui crede di essere la Clinton, risulta difficile immaginare Renzi che discute con Karzai sul futuro dell'Afghanistan.
E che dire dell'intramontabile On. Mimmo Scilipoti? Il capo del Movimento di Responsabilità Nazionale, in una nota diramata poco fa sulle elezioni Usa dichiara: "Io facevo il tifo per Romney ma apprezzo anche Obama. Lui ha il merito di aver fatto una riforma sanitaria che è molto simile a quello che vogliamo fare anche noi del Movimento dei Responsabili. La vita è sacra e va tutelata. Vanno difesi i poveri e non ci devono più essere differenze tra classi sociali". Ora, senza fare della facile ironia, se davvero le proposte di Scilipoti sono le stesse di Obama c'è davvero un problema. O per l'uno o per l'altro. Trovate voi l'intruso. Intanto good morning America e bona notte Italia.