Il M5S e parte del Pd tradiscono l'Europa, la Nato, Kiev e vanno da Putin
Ricordate cosa si diceva nell’ultima campagna elettorale? Non stiamo parlando di anni fa ma di 3, 4 mesi fa. Il Pd ed il Movimento 5 Stelle agitava lo spettro della posizione filo russa della destra. Per settimane hanno riempito social, articoli e programmi tv ricordando l’amicizia tra Berlusconi e Punti, la maglietta di Salvini sulla Piazza Rossa. Per settimane hanno raccontato che il governo Meloni avrebbe fatto un passo indietro dall’occidente e si sarebbe gettata tra le braccia di Mosca. Parole…
In risposta a tutto questo Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega hanno spiegato che quello che contano sono i gesti e le votazioni in Parlamento dove il centrodestra si è sempre schierato con la Nato e con Kiev e mai contro. Non bastava.
Le accuse di filo-puntinismo verso la destra erano quotidiane ed esplosero fragorose con la vicenda dell’audio rubato alla riunione dei parlamentari di Berlusconi. Apriti cielo. Ma erano parole.
Poi ci sono i fatti.
Ieri il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione in cui si definisce la Russia uno «stato sponsor del terrorismo» alla luce dei recenti e continui bombardamenti alle centrali elettriche che stanno lasciando senza luce e riscaldamento un’intera nazione.
La risoluzione sottolinea che gli attacchi e le atrocità intenzionali delle forze russe, la distruzione delle infrastrutture civili, e altre gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario sono atti di terrore e crimini di guerra.
La votazione su questa risoluzione è stata ad ampia maggioranza: 494 parlamentari a favore, 58 contrari e 44 astenuti. E qui viene il bello.
Perché il centrodestra ha votato compatto a favore. Mentre a sinistra, il Movimento 5 Stelle si è astenuto e nel Pd c’è stato un astenuto e addirittura tre voti contrari. Tre voti contrari: Pietro Bartolo, Andrea Cozzolino e Massimiliano Smeriglio.
Riassunto: la sinistra che dava lezioni di filo atlantismo si scopre putiniana. la destra, che doveva tradire la Nato, resta quello che è sempre stata: atlantista.
«È ora di parlare di pace» è stata la spiegazione difensiva (già sentita) dei grillini.
Dal Nazareno invece il silenzio.
Un silenzio che nasconde la fine, il dramma di un partito nato per essere la giuda di un’intera parte politica e che si sta sgretolando pezzo dopo pezzo, inesorabilmente.
Letta non dice nulla, non può dirlo, non ha il carisma e nemmeno il ruolo dato che ormai il Partito Democratico è una nave piena di falle sul fondo, imbarca acqua ed il capitano, alla Schettino, è sceso nella speranza di riuscire da lontano a condurre in porto, cioè al congresso di primavera, quello che resta della corazzata rossa.
L’ipocrisia, la debolezza, le bugie; tutto emerge chiaro ieri a Bruxelles.
Ci si distrae al Nazareno organizzando la manifestazione contro la Manovra del governo, nella speranza di ridare una scintilla ad una brace che oramai non arde più. E la gente, anche i suoi elettori o meglio, ex elettori, l’hanno capito: 16% secondo i sondaggisti e rischio dell’ennesima scissione molto vicino.
Ci permettiamo di dare un consiglio a chi sta davvero lavorando per salvare quello che resta del Partito Comunista Italiano. Durante questa fase di ristrutturazione, per cortesia, evitate di fare la morale agli altri. Sarebbe un ottimo inizio
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