Economia
January 10 2013
«Cara, devo confessarti una cosa...». Christie Hefner, erede del fondatore di Playboy, ha creduto che il marito, William Marovitz, dovesse confessare una scappatella coniugale. Ma il consorte, colto in flagrante dagli ispettori della Sec (la Consob americana), ha rivelato che per anni, all’insaputa della moglie, aveva approfittato delle confidenze sotto le lenzuola per speculare sulle azioni della multinazionale del sesso. E così, oltre alla condanna per insider trading (168 mila dollari, contro 100 mila guadagnati con le speculazioni), ha dovuto fare le valigie. È andata peggio a Matthew Devlin, broker di Wall Street sposato con Nina, dirigente del settore M&A di Brunswick, uno dei colossi della comunicazione finanziaria. Per anni Matthew ha sfruttato assieme agli amici le informazioni carpite alla moglie, soprannominata «l’oca dalle uova d’oro». Nina è stata licenziata in tronco. E Matthew? Il reato gli aveva reso in tutto, 23 mila dollari. «Mai visto un tradimento così insensato» ha sentenziato il giudice.
Ben altre cifre corrono nel caso Sac, il più sostanzioso tra le 400 indagini per insider trading degli ultimi anni. Le informazioni raccolte da Mathew Martona, il braccio destro del gestore hedge Steven Cohen, hanno consentito, secondo l’accusa, un profitto di 276 milioni di dollari. Merito delle informazioni riservate raccolte da Sid Gilman, un neurologo ottantenne che aveva accesso ai dati sulla sperimentazione di un farmaco contro l’Alzheimer. Per una consulenza di meno di 60 mila dollari Gilman ha rivelato che i risultati erano assai meno promettenti del previsto. Una confidenza che ha consentito a Sac di vendere allo scoperto titoli per 700 milioni di dollari.
Insomma, a Wall Street sono finiti i tempi di Michael Milken con le soffiate milionarie negli alberghi di lusso. Ma l’insider prospera più che mai. Nelle forme più disparate: ci sono i sei ex compagni di scuola che si passano le notizie durate le partite di basket, incrociando i segreti delle rispettive aziende. O il proprietario della squadra di baseball che gratifica così, esentasse, il suo giocatore più pregiato. Ma, ammonisce il procuratore di Manhattan Preet Bharata, la maggior parte dei nuovi insider fa parte di quella schiera di fisici, matematici o biologi che ha soppiantato i vecchi padroni di Wall Street. I nuovi Gordon Gekko maneggiano gli algoritmi e nascondono dentro «nuvole» di dati l’uso delle informazioni proibite. La forma è nuova, insomma, ma lo spirito resta quello di Gordon Gekko.