Moda
May 09 2023
Il giornalismo d'assalto, quello urlato, postato, richiamato con "@", twittato e instagrammato. Insomma quel giornalismo in linea con il sentiment attuale, non mi appartiene. Mi piacciono le ricerche e gli approfondimenti, ma soprattutto mi piace captare, ascoltare, scovare le notizie per raccontarle ai lettori. Così è capitato che durante una cena, presenti amici e conoscenti, molti dei quali Ceo di aziende della moda, qualcuno abbia accennato all'acquisizione dello storico marchio di moda italiana Walter Albini da parte di Bidayat, società di Alsara Investment Group fondata da Rachid Mohamed Rachid. Non solo, qualcun altro ha aggiunto che, con molta probabilità, Alessandro Michele, terminata la sua straordinaria e proficua collaborazione con Gucci, sarebbe andato a dirigere l'operazione rilancio della maison Albini.
Una notizia bomba, certo. Bomba per chi si occupa di moda, di fashion business, di migrazioni creative da un brand all'altro. Per il resto del mondo, una news come milioni di altre. Panorama.it pubblica un pezzo comunicando il rumor e aggiungendo qualche accenno sulla personalità di Walter Albini e sul suo ruolo fondamentale in qualità di pioniere del pret-à-porter. Tutto questo accadeva il 15 aprile. Il 16, Dagospia rilancia la notizia. E qui il popolo fashion del web comincia il solito gioco fatto di rimandi, quesiti, invidie. Nel frattempo non arriva nessuna smentita, fino a quando, oggi è stata ufficializzata l'acquisizione con un comunicato stampa. Peccato che BOF, giornale online a detta di molti autorevole e anticipatore di notizie, proprio oggi scrive: «Bof Exclusive: Rachid Mohamed is relaunching Walter Albini amid, unconfirmed media reports that Alessandro Michele is involved».E dove sarebbe l'esclusiva? E perché tra "le voci giornalistiche" non si fa riferimento all'autrice dello scoop pubblicato su Panorama.it? Pazienza, scripta manent.
Intanto, il fondatore e presidente di Bidayat, Rachid Mohamad Rachid fa sapere al mondo che: «Siamo onorati di aver riscoperto questo gioiello nascosto della moda italiana e stiamo attualmente studiando i vasti archivi di Walter Albini per porre le basi per il futuro del brand omonimo. Walter Albini merita di veder rivendicato il suo posto tra i più importanti brand del panorama internazionale della moda. La vera sfida sarà trovare una squadra direttiva del giusto calibro per concretizzare la nostra visione e ambizione» . Cosa che noi, amanti della moda e di Albini , gli auguriamo con tutto il cuore. Mentre, a chi storce il naso perché un altro pezzo della storia e della cultura della moda italiana passa in mani straniere,
Barbara Curti, curatrice capo dell’archivio di Walter Albini, fa sapere: «Sono lieta di unire le forze con Bidayat per continuare a curare e accrescere il potenziale dello straordinario archivio di Walter Albini. Non vedo l’ora di poter contribuire a far sì che molte altre generazioni possano essere ispirate dall’incredibile talento di questo stilista, la cui ricerca della perfezione ha cambiato l’intero ecosistema della moda italiana».
Unire le forze, sì perché in tutti questi anni nessuno si è mai occupato degli archivi dello stilista di proprietà di Barbara Curti, la cui madre, Marisa Curti, fu una collezionista di lunga data. Nessuno ha mai sostenuto economicamente una collaborazione con musei, editori, istituzioni culturali, curatori. Lo farà Bidayat, con Alessandro Michele, forse. L'importante è farlo, nei modi che sarebbero piaciuti al grande precursore.