Eletto per la prima volta in parlamento nel 1987 Walter Veltroni vanta un curriculum politico lungo, praticamente, una vita. Figlio di Vittorio Veltroni, ex dirigente Rai, appassionato di cinema, entra giovanissimo nella Federazione Giovanile Comunista e viene eletto nel 1981 consigliere comunale Pci a Roma. Giornalista ed ex direttore de L'Unità, sotto la cui guida il giornale conosce un inatteso rilancio, grazie alla diffusione con il quotidiano dei grandi classici del cinema. Una strada - quella degli allegati - che avrebbero poi copiato tutti i grandi giornali italiani. È sempre stato un innovatore, Walter il kennediano. Ai tempi della svolta della Bolognina, che avrebbe segnato la fine del Pci e la nascita del Pds, segue Achille Occhetto con cui condivide lo strappo e la nascita di un nuovo partito che vada oltre la tradizione comunista. Divenuto vicepresidente del Consiglio durante il primo governo Prodi (1996-1998) decide di candidarsi a sindaco di Roma nel 2001, sbaragliando i rivali anche nella seconda tornata nel 2006, carica che abbandona nel 2008 per lanciarsi nella campagna elettorale da cui ne sarebbe uscito sconfitto. Segretario Ds dal 1998 al 2001, segretario del Pd dal 2007 al 2008, Veltroni annuncia a Fabio Fabio nell'ottobre 2012 la sua intenzione di non candidarsi più al parlamento. Troppe amarezze e troppe polemiche contro i vecchi, per un uomo che si è sempre presentato come il più giovane, il più americano, anche quando militava nel Pci. Non abbandonerà la politica, ha detto Veltroni, da cui - va detto - ha ricevuto anche molto: dall'età di cinquantadue anni riceve una pensione parlamentare (maturata secondo le regole del vecchio regime) di 5200 euro mensili che, sostiene, versa in beneficienza. Cui si debbono aggiungere i circa 4 milioni di euro netti, tra indennità e rimborsi, riscossi in 18 anni di attività parlamentare e gli introiti ricevuti nei sette anni in cui è stato sindaco di Roma. Senza contare, naturalmente, quanto riscosso per la sua attività di scrittore e giornalista. E senza contare, come accade a tutti i deputati, quanto riceverà (circa 170 mila euro) per le somme versate come trattatamento di fine rapporto.