Roger Waters: 40 anni fa il primo album solista. Bello e sottovalutato

The Final Cut è stato l'atto conclusivo dei Pink Floyd di David Gilmour e Roger Waters Un disco poco apprezzato dal pubblico e recensito con sufficienza dalla critica. In realtà si tratta di uno degli album migliori che i Pink Floyd abbiano mai inciso. Un capolavoro poco compreso e forse troppo poco ascoltato.

Paradossalmente la stessa sorte è toccata al primo album solista di Roger Waters uscito nel 1984. The Pros And Cons Of Hitch Hiking è un album splendido, intensissimo e vibrante. La storia intorno a cui ruota il concept album, immaginato da Waters anni prima dell'uscita di The Wall, è quella di un uomo in crisi di mezza età. Una crisi che diventa un percorso onirico durante il quale il protagonista viaggia in auto lungo la California, ha una relazione con un'autostoppista che raccoglie lungo la strada, tenta di riconciliarsi con la moglie trasferendosi nella natura selvaggia e, alla fine, si ritrova solo. L'intera storia è si sviluppa attraverso i brani del disco in tempo reale come un sogno (una parte dell'incubo riguarda terroristi arabi che minacciano l'uomo a causa della sua infedeltà coniugale) che si svolge nelle prime ore del mattino, dalle 4:30 alle 5:12.

Musicalmente l'album è una fantastica avventura sonora, una scatola magica che contiene suoni della natura, effetti speciali, backing vocals grandiosi, piano honky tonk, atmosfere jazz, sprazzi potenti di rock, suggestioni folk e parti vocali in cui Waters sprigiona tutto il suo talento interpretativo e teatrale.

In definitiva, uno di quei dischi che non si ascolta a pezzi, ma dall'inizio alla fine, un capolavoro sottovalutato che si avvale della presenza di MIchael Kamen alla produzione e al pianoforte, di Eric Clapton alla chitarra, Ray Cooper alle percussioni e David Sanborn al sax. Può bastare?


Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)

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