Televisione
December 01 2017
Eternamente in bilico tra il capolavoro e lo scivolone clamoroso. Potente e al tempo stesso fragile, forse troppo, ma sempre tra le poche a far discutere e dividere. Rita Bellanza, come tutti i personaggi forti, non suscita mezze misure: la sua voce o piace o non suscita emozioni. Di certo a X Factor 11 era entrata vincitrice in pectore ma è stata fagocitata dal meccanismo: il mix di scelte canore non sempre azzeccate, aspettative alte (in maniera sconsiderata, una certa stampa fighetta l’aveva già proclamata vincitrice ancora prima dei Live) e qualche debolezza tecnica è stato fatale per il “diamante purissimo”, come l’ha definiva il suo giudice Levante. Niente però giustifica lo tsunami di commenti al vetriolo – orrendi, non c’è altro modo di definirli – da cui è stata progressivamente travolta. “Ma io ho avuto le palle per salire su quel palco”, replica lei a Panorama.it, poche ore dopo l’eliminazione, avvenuta nel sesto Live di giovedì 30 novembre.
Rita, partiamo da un bilancio: com’è stato il tuo X Factor?
È stato un percorso bello ma travagliato. Potevo fare di meglio, lo riconosco, e so che in ogni esibizione ai Live non ho dato il massimo: mi spiace molto, soprattutto per Levante che ha creduto molto in me. In prova andava tutto bene, in diretta invece no.
Che cosa non ha funzionato allora? Colpa delle aspettative troppo alte?
Dopo i Bootcamp, le attese sono cresciute. Quella puntata per me è stata la valvola di sfogo massima ma da quel momento le persone fuori da X Factor hanno creduto forse troppo in me.
Così, in una manciata di Live sei passata da vincitrice in pectore a probabile eliminata: che cosa è successo su palco?
In prova generale non pensavo a niente, cantavo e basta. Poi però il giovedì cambiava qualcosa e l’emotività prendeva il sopravvento: ripensavo ai tre milioni di visualizzazioni della mia interpretazione di Sally – così mi hanno riferito mentre ero dentro – e quello mi ha messo l’ansia. Io sono una che si massacra sempre di critiche, mantengo un certo odio nei miei confronti, ma sentire la pressione e le aspettative non mi ha aiutato per niente. E l’ho realizzato del tutto nella quarta puntata.
La serata in cui hai rischiato di lasciare il gioco. Ti ha salvato Morandi, il quale in cambio si è buscato i clamorosi fischi del pubblico.
L’ho ringraziato tantissimo per avermi salvato. Se non ci fosse stato lui sarei andata a casa: io al posto suo non mi sarei salvata, perché non mi sono piaciuta, invece mi ha dato la possibilità di arrivare all’inedito che era il traguardo cui tenevo di più.
Ma la bordata di fischi come l'hai vissuta?
Non li ho vissuti, sono sincera. In quel momento ero scioccata: pensavo solo “me lo merito il ballottaggio, ho fatto schifo”. Ero in ansia e non ho badato alla reazione del pubblico, che poi mi è stata raccontata da Levante. Però mi spiace molto che abbiano attaccato Gianni Morandi. A me non è stato perdono alcun errore, mentre ad altri sì. Senza fischi e attacchi avrei vissuto in maniera più serena: sarei stata la Rita di Sally, invece in tutti i Live ho pensato troppo e non mi sono lasciata andare.
A proposito di attacchi, non ne sei stata immune. Sui social hanno scritto critiche al vetriolo nei tuoi confronti…
Ha saputo che i “leoni da tastiera” ci hanno dato dentro. È giusto esprimere le proprie opinioni, ma non attaccarmi in maniera gratuita: mi hanno riferito alcune cose e non credo che andrò oltre con la lettura perché non m’interessano le offese. Dico solo una cosa: io le palle per salire su quel palco, a 20 anni, le ho avute. Loro non so se riuscirebbero a fare altrettanto.
Sai cosa stupisce: in questo percorso sei apparsa fragile e indifesa, in questa intervista stai tirando fuori grinta e carattere. Perché non lo hai fatto prima?
Ma io sono entrambe le cose. Nella vita sono grintosa, sul palco invece subentra il "fattore music"a che mi rende molto più sensibile e fragile, se vuoi innocua. Ma dopo questa esperienza inizierò ad attaccare anch’io.
Capitolo assegnazione dei brani. Levante ha fatto qualche scelta infelice e per molti anche quella di ieri, In questo misero show, di Renato Zero, non era la canzone giusta per salvarti. Concordi?
Assolutamente no. Io ero convinta di quel brano, ho combattuto fin dal primo Live per eseguirlo. I giudici hanno apprezzato e per me è stato importante. Forse l’errore è stato essere troppo trattenuta: avrei dovuto spingere di più sulla mimica facciale. In ogni caso ieri mi sono sentita un diamante, anche per la scenografia stupenda di Luca Tommassini che si è superato.
Com’è stato lavorare con Levante, che ti ha regalato un bellissimo inedito?
Lei è stata fondamentale in questo percorso. Non la conoscevo, tanto che ho sempre detto: “Voglio Mara Maionchi o Manuel Agnelli come giudici”. Invece mi sono legata tantissimo a lei e mi ha insegnato molto, a livello umano e professionale: è una gran persona, con cui è impossibile non andare d’accordo. Ho cercato di sfruttare al massimo quello che mi è successo e spero di non averla delusa.