«Per il Turismo serve una nuova visione, oggi ma soprattutto per il domani»

«E' uno dei momenti più strani di sempre, forse più anche di un anno fa. Da una parte c'è una gran voglia di partire e viaggiare; dall'altra le notizie degli ultimi giorni, la crescita dei casi, il Green Pass e tornano la paura e le cancellazioni. Ma da parte nostra, come credo di tutti gli albergatori, non c'è la minima intenzione di fermarsi. Anzi…».

Diciamo la verità. Nessuno in questo periodo (un periodo forse iniziato in realtà un anno e mezzo fa con l'arrivo del Covid, vorrebbe trovarsi nei panni di chi lavora nel settore del turismo, in particolare in quello alberghiero. Per cui stupisce molto che Ercolino Ranieri, Presidente e Amministratore delegato di Xenia (società di primo piano nel mondo dell'hotellerie italiana ed internazionale e del travel management) sembri persino sereno nel raccontare queste settimane sull'ottovolante delle prenotazioni.

«Siamo partiti molto bene a maggio - continua Ranieri - poi nelle ultime settimane ecco il calo, ecco le rinunce e le cancellazioni. Siamo quasi al 30%. Ma questo è tutto tranne il momento del panico. Noi, come in realtà molti altri, abbiamo infatti studiato soluzioni flessibili che vanno in soccorso del cliente: particolare policy sui prezzi degli hotel, condizioni favorevoli per le cancellazioni e i rimborsi in assoluta sicurezza. Attenzioni dovute e importanti. Conta di più la fiducia del cliente che una notte di albergo venduta».

Qual è oggi il ritratto del turismo italiano?

«Inutile dire che il Covid ha cambiato tutto - racconta Ranieri - Innanzitutto manca il turismo estero che ha una doppia valenza. Lo straniero infatti non significa solo un turista in più in albergo; è infatti una persona che per sua natura contribuisce significativamente anche alla parte qualitativa dei ricavi. Gli italiani come trend hanno spezzettato le loro ferie: basta la vacanza lunga, le famose due-tre settimane d'agosto. Via invece a diversi mordi e fuggi».

Da più parti però si segnala una forte mancanza di personale...

«Confermo, è un grosso problema. Voglio però subito dire che non è come sostiene qualcuno, colpa della poca voglia di fare dei nostri giovani. E' un discorso più ampio che collega la scuola, la formazione, gli incentivi alle aziende, il rapporto scuola lavoro. Qualcosa bisogna fare in questo senso, se si vuole davvero puntare sul turismo come una delle locomotive del paese».

Visione, lucidità che hanno contraddistinto le scelte aziendali di questo ultimo anno e mezzo, chiuso, ci mancherebbe altro, con il segno meno, ma senza ipotecare il futuro.

«Abbiamo scelto sempre la linea del fare quanto possibile, forse anche più del possibile - continua Ranieri - Abbiamo scelto di restare sempre aperti. Abbiamo seguito, investendo soldi e tempo nella formazione del personale, tutte le disposizioni del Ministero in fatto di normative sul Covid. Abbiamo fatto 1 piano industriale piani industriali e 3 aggiornamenti in 18 mesi. Uno sforzo enorme per dare a tutti, in primis ai nostri dipendenti, un segnale di speranza e vicinanza. Ma non è stato facile…».

Servirebbe quindi qualcosa di più anche da parte del Governo, dello Stato. Non stiamo parlando solo di ristori e soluzioni tampone…

«Serve davvero una visione unica del Turismo nel nostro paese - spiega Ranieri - servono infrastrutture per i trasporti, serve un Ministero che faccia da regia unica per il Turismo e, su questo, penso siamo sulla buona strada per dare forza a questo settore, vera fonte di ricchezza economica. Adesso si comincia ad intravedere qualcosa. Ma siamo solo ai primi passi di un lungo cammino».

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