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Xi Jinping da Obama, c'è l'intesa sulla lotta alle emissioni

Parte con un annuncio sulla lotta alle emissioni da parte di Pechino la prima visita ufficiale del presidente cinese, Xi Jinping, a Washington, dove ieri sera ha avuto una cena di lavoro alla Blair House con Barack Obama. Il clima rappresenta uno dei punti di intesa tra le due sponde del Pacifico, ma gli impegni delle prossime ore si concentreranno soprattutto sulle differenze tra i due Paesi e sui sospetti reciproci. L'accoglienza a Washington è stata calorosa, malgrado Xi Jinping sia arrivato nella capitale a solo poche ore dal termine della visita di Papa Francesco. Per l'ex responsabile per l'Asia della Casa Bianca, Kurt Campbell, "sono passati decenni da quando un incontro tra Cina e Stati Uniti è stato più importante" di questo.

Nuovo modello di relazioni

Per Xi, la visita negli Stati Uniti dovrà servire a forgiare "un nuovo modello di relazioni tra Paesi maggiori", una definizione da lui stesso coniata per descrivere il rapporto tra Cina e Stati Uniti, ma per Obama a contare saranno soprattutto le divergenze tra le due sponde del Pacifico, a cominciare dallo spionaggio informatico. La Casa Bianca ha reso noto nelle scorse ore che l'opzione di imporre sanzioni alla Cina per i furti informatici a danno di aziende ed enti governativi Usa non è ancora stata scartata. Washington ritiene che dietro gli atti di pirateria informatica ci siano hacker sponsorizzati dal governo cinese.

Cyber crime e sicurezza nazionale

Fin dall'inizio del suo viaggio negli Usa, cominciato tre giorni fa a Seattle, Xi Jinping ha cercato di placare i timori statunitensi affermando l'estraneità della Cina ai cyber-crimini subiti da Washington e la necessità di combattere insieme questo fenomeno che colpisce anche Pechino. Cina e Stati Uniti sono però divise da una profonda diffidenza: lo scorso anno la Cina aveva disertato un meeting congiuntocon gli Usa dopo che un tribunale statunitense aveva giudicato colpevoli di cyber-spionaggio cinque militari dell'esercito cinese, e i rapporti tra Washington e Pechino si sono incrinati ancora di più a giugno, quando il Washington Post aveva svelato il furto di dati sensibili di quattro milioni di funzionari ed ex funzionari governativi statunitensi da parte di hacker che gli Usa ritengono vicini, se non sponsorizzati, dal governo centrale cinese. Per evitare un'escalation della tensione, nelle ultime ore si è parlato di una possibilità di accordo di "no first use" tra i due Paesi, anche se servirà un impegno comune maggiore sul tema. "Non si tratta di una lieve irritazione - aveva definito nei giorni scorsi il problema il consigliere per la Sicurezza Nazionale Susan Rice - È una preoccupazione economica e di sicurezza nazionale per gli Stati Uniti".

Accordi commerciali

Sul piano commerciale, la visita di Xi negli Usa ha già dato vita all'accordo per l'acquisto di 300 Boeing, per un valore complessivo di 38 miliardi di dollari, e la stessa azienda americana sta progettando il primo stabilimento al di fuori dei confini statunitensi proprio in Cina, una scelta che negli Usa l'ha portata a dovere affrontare critiche per un possibile disimpegno in casa. Gli scambi bilaterali tra i due paesi ha raggiunto quota 555 miliardi di dollari lo scorso anno e la Cina punta ad attrarre maggiori investimenti dagli Usa, soprattutto nel settore dei prodotti ad alta tecnologia.

Timori sullo yuan

Dall'altra parte gli Stati Uniti temono i segnali di rallentamento di Pechino e un'ulteriore svalutazione dello yuan, finora esclusa ufficialmente dal governo cinese e dallo stesso Xi in un'intervista rilasciata al Wall Street journal prima della partenza per Seattle. Altro punto di frizione saranno i colloqui sul Mare Cinese Meridionale, che Pechino ritiene quasi per intero parte integrante delle proprie acque territoriali. L'atteggiamento assertivo della Cina è motivo di forte risentimento e di dispute con altri Paesi della regione per la sovranità su alcune isole disabitate ma rivendicate dalla Cina e su cui sono stati compiuti lavori di ampliamento a fini militari.

I punti di accordo

Il clima tra Cina e Usa è più rilassato, invece, sui punti di comune accordo. L'impegno comunque di Washington e Pechino sulla lotta ai cambiamenti climatici ha già portato a un primo annuncio da parte di alcuni funzionari della Casa Bianca sullo schema cap-and-trade che Pechino intende estendere a livello nazionale entro il 2017 per limitare le emissioni inquinanti: il nuovo piano ha già ottenuto i primi giudizi positivi da parte delle organizzazioni ambientalisti americane e cinesi e segna un nuovo passo verso la conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici di dicembre prossimo. Il consenso tra le due potenze è atteso anche sul versante dell'impegno contro la proliferazione del nucleare: Obama e Xi discuteranno anche degli ultimi sviluppi sull'accordo di Vienna sul programma nucleare iraniano e sulla minaccia proveniente dalla Corea del Nord. (AGI)

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