Politica
September 07 2023
Dimmi che sei del Pd senza dirmi che sei del Pd. Alcuni giornali riportano oggi una notizia davvero divertente. Festa nazionale del Pd di Ravenna, uno dei momenti più alti della militanza di sinistra di tutto l’anno. Sul palco sale Nicola Zingaretti: «Elly Schlein è la nostra salvezza - dice l’ex governatore del Lazio - è la nostra stella. Io in segreto la chiamo mamma. Senza di lei che vita sarebbe??». Peccato che (come riporta il Foglio) pochi minuti dopo i salamelecchi verso il suo segretario Zingaretti a microfoni spenti ma ad orecchie dei presenti bene accese avrebbe detto altro: «Mah, secondo me con “questa” alle Europee non arriviamo manco al 17%». “Questa…”
Oggi siamo certi arriveranno le smentite di rito ma, conoscendo la storia di quello che succede al Nazareno siamo pronti a scommettere che davvero Zingaretti sia piuttosto pessimista per quello che sarà il risultato elettorale del suo partito. Anche perché il malumore attorno al neo segretario dem non sono cosa recente e nemmeno troppo nascosta negli stessi uffici ai piani alti del Nazareno. Non dobbiamo infatti mai dimenticare che gli iscritti, la dirigenza del Pd avevano scelto e votato Bonaccini come segretario e che a portare Elly alla guida del Pd fu il popolo delle primarie fatto da persone non iscritte al partito stesso.
All’inizio, ovviamente, erano tutte rose e fiori anche perché i sondaggi raccontavano «l’effetto Schlein», con la crescita del partito che recuperava la supremazia a sinistra rispetto al Movimento 5 Stelle. I più ottimisti addirittura parlavano di una rincorsa a Fratelli d’Italia con cui il gap si stava riducendo alla ricerca del primo posto. Poi però l’effetto Schlein è svanito come dimostrato dalle sberle prese dalla sinistra nelle ultime competizioni elettorali amministrative. Oggi il partito nativa attorno al 20%, decimo più, decimo meno, e la Meloni pare lontana come Marte, irraggiungibile.
Il Pd sembra un partito fermo, con un’unica proposta, quella per il salario minimo finita in chissà quale cassetto. La situazione economica nazionale e globale ha preso il sopravvento; la pace in Ucraina sembra lontana. Ci sono quindi problemi più grossi da risolvere ed i dem con piacere cedono la palla al governo ed alla premier.
Poi, si sa, l’opposizione guadagna spazio e consenso soprattutto se a Palazzo Chigi ci sono problemi. E da questo punto di vista (pur con le naturali fibrillazioni interne, soprattutto quando si tratta di scrivere la legge di bilancio) la coalizione di centrodestra non sembra avere crepe. Giorgia Meloni a livello internazionale ha ottenuto successi e scacciato timori e diffidenze iniziali degli altri grandi della Terra. I risultati economici sono positivi in assoluto e migliori di quelle di altri paesi europei, Germania in primis. E anche gli industriali hanno dato il loro giudizio positivo al governo attuale come hanno raccontato le dichiarazioni rilasciate da diversi nomi noti del panorama economico nazionale a Cernobbio.
Mancano 9 mesi alle elezioni europee; fino a quel momento al Nazareno l’ascia di guerra rimarrà sotterrata ma se le cose dovessero andare male come pensa Zingaretti beh, allora le correnti interne si trasformeranno in tempi brevi in maestrale, in bora, in venti di tempesta. Come accade da anni.