Musica
May 03 2017
Ha la forma di un cuore il maxi schermo piazzato al centro del palco che rimanda le immagini dello show di Zucchero. Il secondo di una serie di 5 concerti sold out all'Arena di Verona (altri cinque appuntamenti a settembre, il 21, 22, 23, 24 e 25).
"Siete dei partigiani, dei resistenti" dice il cantante ai fan che stipano l'arena in una serata umida e piovosa, molto intensa dal punto di vista musicale, ma funestata da scrosci d'acqua a intermittenza. Davanti alla sua gente intirizzita dal freddo e agghindata con impermeabili usa e getta di tutti i colori, Zucchero ha presentato uno show impeccabile quanto emozionante.
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L'inizio, potente, è nel segno dell canzoni dell'ultimo album Black Cat. Dopo Partigiano Reggiano, arriva 13 buone ragioni con il suo carico di ironia e ritmo. Molte, le buone vibrazioni in Ci si arrende e Hey Lord. La band, come sempre, ha uno standard qualitativo altissimo. Tra i musicisti in scena spiccano la leggenda dell'organo Hammond, Brian Auger e lo straordinario chitarrista giapponese, Tomoyasu Hotei, un genio della sei corde che strappa applausi sulle note de Il mare e Iruben me. Ad arricchire il dream team sul palco, la violinista Andrea Whitt, Queen Cora Dunham alla batteria, Carlos Minoso al trombone e James Thompson al sax.
In sequenza arrivano, anche il Volo, Bacco Perbacco, L'urlo, Chocabeck e una bellissima versione di Menta e Rosmarino. Non mancano Vedo nero e Baila (sexy thing) e, naturalmente, Miserere. Per il gran finale non possono mancare Overdose (d'amore), X colpa di chi? e Diavolo in me. Trionfo.
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