Musica
April 20 2020
«Ha una voce sexy come un whisky invecchiato in una botte di quercia. Ha i capelli da leone e un'anima da poeta». Così Bono Vox, frontman degli U2, ha descritto Zucchero, il nostro cantautore più internazionale, non a caso l'unico italiano, insieme ad Andrea Bocelli, ad aver partecipato alla maratona benefica Global Citizen's One World: Together at Home, che l'altra sera ha raccolto 128 milioni di dollari per sostenere l'Organizzazione Mondiale della Sanità nella lotta al Coronavirus. Zucchero è stato anche l'unico artista italiano invitato al leggendario show del 1992 in memoria di Freddie Mercury al Wembley Stadium di Londra e alla riedizione del Festival di Woodstock nel 1994. Davvero impressionante la lista delle sue collaborazioni: basti citare, tra i molti, Miles Davis, Eric Clapton, Bono Vox, Sting, Mark Knopfler, Queen, Brian Wilson, B.B.King, Luciano Pavarotti e Tom Jones. Un merito che viene universalmente riconosciuto ad Adelmo Fornaciari, meglio conosciuto come Zucchero, è quello di aver sdoganato anche in Italia un genere affascinante come il blues. Migliaia di chilometri separano il Delta del Mississippi, dove è nata questa musica per alleviare la raccolta del cotone nei campi, da Roncocesi, un paesino in provincia di Reggio Emilia dove è nato Fornaciari.
Zucchero è riuscito ad accorciare queste enormi distanze grazie alla sua voce roca e passionale, al suo gusto melodico che ne addolcisce le asprezze, alla forza e all'irriverenza dei suoi testi. L'album che ha definitivamente lanciato la carriera del cantautore, sia in Italia che all'estero, dopo un singolo (Donne) e un album (Rispetto) di successo, è stato Blue's, pubblicato nel 1987, da molti considerato il suo capolavoro insieme al successivo Oro, incenso e birra del 1989. Il disco, mixato a Londra negli studi di Pete Townshend degli Who e prodotto da Corrado Rustici e Michele Torpedine, ha superato un milione e mezzo di copie, diventando l'album più venduto in Italia nel 1987, superando addirittura Whitney Houston, Vasco Rossi, U2 e Michael Jackson, oltre che uno dischi di maggior successo nella storia del pop italiano. Merito del cantante di Roncocesi, certamente, ma anche degli straordinari musicisti coinvolti, tra cui David Sancious alle tastiere e Clarence Clemmons al sax tenore, per anni colonne della E Street Band di Bruce Springsteen, per non parlare degli scintillanti fiati dei Memphis Horns. L'iconica copertina con il Coro di Voci Maschili della Chiesa Avventista, perfetta per rappresentare un album dal sound e dagli arrangiamenti internazionali che spazia con naturalezza tra gospel, soul, blues, funk e pop, venne realizzata da Neal Slavin, uno specialista delle foto di gruppo. In Blue's Zucchero è abilissimo nell'alternare brani ricchi di groove, dalle atmosfere scatenate ed irriverenti, a sonorità più morbide, melodiche e riflessive.
L'album parte in quarta con la trascinante Con le mani, un funk-soul che è un evidente omaggio al suo nume tutelare Joe Cocker, il cui testo malizioso è co-firmato da Gino Paoli, che ha scritto anche la delicata e naif Bambino Io, Bambino Tu, il brano più debole di un album praticamente perfetto, quasi un greatest hits. La crisi matrimoniale con la prima moglie Angela ha ispirato l'emozionante Senza una donna, scritta di getto immaginandosi già single alla fine della burrascosa storia. La canzone, grazie anche al duetto inciso con Paul Young, è diventata uno dei suoi più grandi successi internazionali.
La contagiosa Non ti sopporto più, ancora dedicata alla ex moglie, è quasi una Rispetto volume 2, sia per il sound coinvolgente che per i temi affrontati. Indimenticabile il refrain "Non ti sopporto più, davvero/ perché mi hai rotto il blues, a me", divenuto allora oggetto di numerose dediche, più o meno scherzose, tra partner. L'irriverente Pippo, indirizzata a un amico di famiglia che si era invaghito di sua moglie Angela, ha mostrato una sorprendente via italiana al funk, aprendo la strada, da lì a poco, a band come Ridillo e Dirotta su Cuba. Fa sorridere che il ritornello "Pippo, che cazzo fai / Pippo, oh no / Pippo, che pesce sei / Pippo, anche lei", nel 1987, sollevò numerose polemiche e alcune censure per quella parolaccia, a cui oggi siamo fin troppo adusi. Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica, sfacciatamente sensuale e rock, fu ispirata da una frase che il suo professore di geometria, rivolto agli alunni, ripeteva spesso in classe: "Ragazzi, ci vuole una sana e consapevole libidine".
Un giorno, il giovane Adelmo, che già allora amava giocare con le parole, mise la sua chiosa beffarda alla frase, aggiungendo le parole "salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica". Hey Man è una straordinaria ballad, intrisa di pathos e di spiritualità, con lo zampino di Gino Paoli e con un controcoro da antologia. Uno dei vertici della carriera di Zucchero è certamente il capolavoro Dune mosse, con la sua atmosfera fumosa e onirica, scritta a quattro mani con Marco Figliè, fratello dell'ex moglie Angela, all'epoca malato di sclerosi multipla e poi successivamente deceduto. Anche qui c'è una sapiente alternanza fonetica tra inglese e italiano, come nel verso "Dai d'illusi smammai", una traduzione volutamente maccheronica, ma brillantemente icastica di "I've been losin' my mind". All'interno dell'album è presente anche la versione Instrumental della canzone, che permette di apprezzare al meglio il magnifico assolo di tromba. Il brano entrerà a far parte della colonna sonora del film Snack Bar Budapestdi Tinto Brass, con protagonista Giancarlo Giannini. Nel 1988 Mimmo D'Alessandro, promoter italiano di Miles Davis, e Michele Torpedine fecero ascoltare il pezzo al leggendario e notoriamente scorbutico trombettista di Alton che, colpito dalla bellezza della melodia, accettò di incidere una nuova versione di Dune Mosse con un suo assolo, poi pubblicata nel 2004 nell'album collettivo Zu & Co. Hai Scelto Me, pur nella sua brevità (poco più di due minuti), è un altro capolavoro, in perfetto equilibrio tra blues e pop, tra le più belle canzoni italiane di sempre, un brano che trasmette brividi ogni volta che lo si ascolta, soprattutto nell'emozionante crescendo di strumenti e di cori, prima del delicato finale. La fiamma ardente del blues, una musica antica, ispirata ai canti degli schiavi afroamericani che lavoravano nelle piantagioni di cotone, permea tutte le dodici canzoni dell'album, interpretate magnificamente, con grande tecnica e passione, da questo singolare Dioniso emiliano, un po'peccatore, un po' predicatore. Semplicemente Zucchero.
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