Matteo Maria Zuppi (Ansa)
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Zuppi arriva a Mosca in cerca della «giusta pace» auspicata dal pontefice

Dopo Kiev, Mosca.

La seconda fase della "diplomazia umanitaria" voluta da Papa Francesco arriva in Russia. Il Cardinale Zuppi, come ha riportato in una nota la Cei, "nei giorni 28 e 29 giugno 2023, l'Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, accompagnato da un Officiale della Segreteria di Stato, compirà una visita a Mosca, quale Inviato di Papa Francesco. Scopo principale dell'iniziativa è incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace".

La visita di Zuppi arriva in un momento complicato del conflitto tra Russia e Ucraina e immediatamente dopo l'attacco dei giorni scorsi delle milizie della Wagner guidate da Prigozhin.

La figura di Zuppi non è stata scelta a caso dal Pontefice. «Il cardinale Matteo Zuppi è un noto esponente della Comunità di Sant’Egidio, conosciuta come “l’Onu di Trastevere” per il ruolo che nel corso degli anni si è ritagliata in ambito diplomatico nella soluzione dei conflitti e per trovare vie di pace» ha commentato a Panorama.it Aldo Maria Valli, giornalista vaticanista «In particolare, negli anni tra il 1990 e il 1992, Zuppi fu, insieme ad Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio, uno dei mediatori del processo di pace per il Mozambico, che si concluse con la firma dell'accordo generale di pace il 4 ottobre 1992».

Una mossa, secondo Valli, ben calibrata da Papa Francesco. «Il metodo usato da Sant’Egidio nella soluzione dei conflitti consiste soprattutto nel creare un clima di amicizia e fiducia tra le parti, permettendo così di parlarsi e ascoltarsi, e nel portare aiuti concreti alle popolazioni che soffrono» ha spiegato «Papa Francesco pensa che questo metodo possa essere utile anche nel caso del conflitto tra Russia e Ucraina, e così ha deciso di giocare la carta Sant’Egidio chiedendo al cardinale Zuppi di mettersi al lavoro». «Come ha spiegato una nota della Santa Sede, alla vigilia della missione a Kiev il papa ha incaricato Zuppi non certo di trovare soluzioni immediate» ha continuato Valli, ma «di ascoltare in modo approfondito le autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni».

«Una missione impossibile, quasi disperata, perché nessuna delle parti in causa in realtà mostra interesse verso il rappresentante del papa. Tuttavia Francesco ha deciso di provarci» commenta Valli. Anche il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha spiegato che non si tratta di una missione che ha «come scopo immediato la mediazione», ma ha l’obiettivo di «favorire un clima che possa portare a percorsi di pace».

La visita, come già detto, si inserisce all'interno di un contesto turbolento e in una fase del conflitto molto delicata. È proprio la fragilità che potrebbe essere la chiave per aprire uno spiraglio di pace tra i due Paesi. Della visita di Zuppi, a oggi, si conoscono ancora pochi dettagli. Se è certo che il cardinale alloggerà in nunziatura, poco è trapelato sugli incontri programmati. L'agenda dovrebbe tuttavia comprendere la visita al patriarca Kirill e ad alcuni rappresentanti delle istituzioni e della diplomazia russa. Gli incontri al Patriarcato ortodosso, con tutta probabilità col patriarca Kirill, dovrebbero aver luogo domattina - apprende l'ANSA da fonti ben informate -, mentre fra oggi e domani sono previsti anche quelli al Cremlino, inizialmente in particolare sulla questione dei bambini ucraini deportati in Russia. Il ministero degli Esteri russo non ha in programma incontri con il cardinale Matteo Zuppi durante la sua visita a Mosca. Lo hanno riferito fonti dello stesso dicastero all'agenzia russa Ria Novosti. L’arcivescovo di Bologna incontrerà il presidente Putin? «Al momento non è previsto, se sarà inserito un incontro vi informerò», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Tuttavia, è impossibile escludere l'incontro. Anche durante la prima fase della missione di "diplomazia umanitaria" a Kiev non era infatti previsto un incontro di Zuppi con il presidente ucraino Zelensly, poi avvenuto lo scorso 5 giugno in presenza dellavicepremier Vereshuck, i suoi più stretti consiglieri e i referenti del governo per le questioni umanitarie.

«È essenziale non cedere al pregiudizio che l’altro è, e continuerà ad essere, un nemico» ha commentato monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo della Gran Madre di Dio a Mosca e presidente della Conferenza episcopale russa, che come riportato da Vatican News spera «che la missione del cardinale Zuppi possa fare in modo che coloro che rivestono cariche e ruoli di responsabilità diventino disponibili alla pace e possano arrivare ad accogliere chi è diverso da loro».


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