Ascoltare musica triste fa bene all'umore: ecco perché in 5 punti
Può sembrare un paradosso, eppure brani malinconici hanno effetti emotivi positivi. Lo sostiene anche una ricerca
1) È un'esperienza emotiva multiforme
La ricerca della felicità è l'obiettivo che accomuna quasi tutta l'umanità, eppure quando ci si vuole abbandonare alle note quasi tutti ricadono sull'ascolto di brani malinconici. Cosa ci attira verso la musica triste? La paradossale risposta sembra contenuta nella ricerca su musica e cervello di Liila Taruffi e Stefan Koelsch della Libera Università di Berlino, che sostiene che "per molte persone l'ascolto di musica triste può portare effetti emotivi positivi" e vero e proprio benessere.
I due hanno intervistato 772 persone, soprattutto europee ma anche nordamericane e asiatiche. Uno dei più evidenti effetti positivi della musica triste? La musica triste porta a galla "una vasta gamma di emozioni complesse e parzialmente positive, come la nostalgia, la tranquillità, la tenerezza, la trascendenza, la meraviglia": un'esperienza emotiva multiforme.
2) Regola gli stati d'animo e porta conforto
I due ricercatori sostengono che i dati emersi dalla loro indagine "suggeriscono che le persone scelgono di ascoltare musica triste soprattutto quando si verifica una sofferenza emotiva o quando ci si sente soli". La musica triste avrebbe quindi il potere di regolare gli stati d'animo negativi e di fornire conforto.
3) L'infelicità trascende e diventa creativa
Inoltre, secondo Taruffi e Koelsch, "la tristezza evocata dalla musica avrebbe piacevoli effetti grazie al coinvolgimento di processi creativi". È stimolante prendere atto che l'infelicità può essere espressa e può portare a una creatività superiore: è la strada che conduce fuori dal dolore.
4) Pianto catartico
Nostalgia è l'emozione più spesso evocata dalla musica triste per il gruppo di individui intervistati. Evocare situzioni passate, sentimenti, rimestare nel proprio io porta spesso a lacrime cartartiche, di purificazione e rinascita.
I brani malinconici più amati dagli intervistati sono la Sonata "Chiaro di luna" di Ludwig van Beethoven, "Luna riflessa nella seconda primavera" del compositore cinese Ah Bing, "Adagio per archi" dello statunitense Samuel Barber.
5) Si prende contatto con l'io più intimo
Agli effetti positivi della musica triste evidenziati dalla ricerca, io ne aggiungo un altro. In una quotidianità spesso fatta di ore affannate, di impegni, orari, scadenze, incombenze, sempre concentrati a fare tutto e fare tutto in tempo, lasciarsi andare all'ascolto di musica triste apre il forziere della parte più intima di sé, troppo frequentemente trascurata. Porta a prendere contatto con le parti di sé più autentiche.