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Bibbiano: che cosa resta dopo l’assoluzione di Foti

Bibbiano: che cosa resta dopo l’assoluzione di Foti

La Cassazione non ha riconosciuto colpevole lo psicologo travolto nel 2019 dal cosiddetto «scandalo di Bibbiano». Ma, a ben vedere, si tratta di insufficienza di prove. E adesso, cosa accadrà agli altri 17 co-imputati, ancora a processo?


Assolto è stato assolto, e definitivamente. Ma il processo contro Claudio Foti, lo psicologo fondatore del Centro Hansel e Gretel che nell’estate 2019 era stato travolto dallo scandalo dei presunti allontanamenti illeciti di Bibbiano, non s’è affatto chiuso con il trionfo celebrato da alcuni giornali. Il 10 aprile, in realtà, la Cassazione s’è limitata a giudicare tecnicamente «inammissibili» i ricorsi presentati dalla pubblica accusa e dalla difesa di Foti. I supremi giudici, insomma, non hanno aggiunto una virgola all’assoluzione stabilita dalla Corte d’appello di Bologna il 6 giugno 2023: hanno stabilito soltanto che quella sentenza è divenuta «definitiva e irrevocabile».

Non si può non ricordare, però, che quella ottenuta un anno fa da Foti non era stata proprio un’assoluzione piena. I giudici di secondo grado avevano utilizzato la formula prevista dal secondo comma dell’articolo 530 del Codice di procedura penale («il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando la prova manca, è insufficiente o è contraddittoria»), che equivale alla vecchia «insufficienza di prove». Va letta bene, insomma, la sentenza d’appello che ora diventa «definitiva e irrevocabile». Ma bisogna fare anche un passo indietro, ricordando che nel maggio 2021 Foti aveva chiesto e ottenuto un processo abbreviato, separato da quello dei suoi 17 co-imputati: altri psicologi del Centro Hansel e Gretel, tra cui l’ex moglie di Foti, Nadia Bolognini, più alcuni assistenti sociali e il sindaco dem di Bibbiano, Andrea Carletti, e un pugno di genitori affidatari. Quel processo parallelo resta in piedi ed è ancora fermo al primo grado davanti al tribunale di Reggio Emilia: si basa su uno spettro di accuse più ampio – dai maltrattamenti dei minori alla violenza privata, dalla tentata estorsione alla falsa testimonianza al peculato, dalla frode processuale al depistaggio, fino al falso in atto pubblico, alla truffa aggravata e all’abuso d’ufficio – e su fonti di prova diverse. E dall’assoluzione di Foti, paradossalmente, quel processo ha tratto un punto a favore dell’accusa.

Lo psicologo, nel novembre 2021, era stato condannato in primo grado a quattro anni di reclusione per due reati. Secondo l’accusa, Foti aveva concorso all’abuso d’ufficio attribuito al Comune di Bibbiano, che senza indire alcuna gara aveva affidato al Centro Hansel e Gretel l’appalto dell’assistenza psicologica dei minori affidati ai servizi sociali, pagata 135 euro ogni 45 minuti di terapia: un totale di quasi 200 mila euro più l’uso gratuito di una struttura municipale. Foti, inoltre, veniva accusato di aver provocato lesioni dolose gravi a Valeria, una paziente nata nel 1999 e affidatagli dal febbraio 2016 al dicembre 2018, creandole il falso ricordo di violenze subite dal padre e spingendola verso la dipendenza da droghe pesanti, come l’Lsd.

In secondo grado, un anno fa, Foti è stato assolto: dalle lesioni dolose «perché il fatto non sussiste», e dal concorso nell’abuso di ufficio «per non aver commesso il fatto». La Corte d’appello ha stabilito che la perizia psichiatrica su cui s’era basata la condanna non avesse dimostrato il nesso causale tra la psicoterapia di Foti e le gravi patologie psichiche di Valeria. E che la ragazza «presentava condizioni estremamente critiche già prima della terapia», tanto che è «pacifico che fosse solita consumare stupefacenti pesanti sin dall’età di 15-16 anni». È un peccato che la Cassazione abbia respinto per motivi tecnici il ricorso dell’accusa, perché conteneva un punto cruciale per la ricerca della verità: i pubblici ministeri contestavano ai giudici d’appello d’avere «ignorato completamente» le dichiarazioni della ragazza, «dalle quali emergeva che aveva iniziato ad assumere droghe pesanti dal 2017», cioè proprio durante la terapia di Foti. È un dubbio che resterà senza risposta.

Sul secondo reato, però, la risposta dei giudici c’è, ed è chiara. La Corte d’appello di Bologna scrive sì di non aver trovato «la prova di un accordo collusivo intercorso» tra Foti e i suoi «co-imputati pubblici ufficiali», cioè Carletti e i vertici dei servizi sociali. Ma aggiunge che l’abuso d’ufficio esiste, in quanto gli affidamenti al Centro Hansel e Gretel sono stati «effettuati in pieno spregio della normativa in materia di appalti». I giudici sottolineano che l’illegittimità è «evidente» e «si desume agevolmente anche dalle modalità di pagamento delle sedute di psicoterapia». A pagare le fatture del Centro di Foti erano infatti le famiglie affidatarie dei minori sottratti ai genitori, e il Comune provvedeva in seguito a rimborsarle. La sentenza ricorda poi che a Bibbiano c’era chi cercava «finti affidatari di minori» al solo scopo di «giustificare i pagamenti, altrimenti impossibili», al Centro Hansel e Gretel. Nella sentenza «definitiva e irrevocabile», insomma, l’abuso d’ufficio trova una concreta certificazione, e i giudici che stanno valutando le responsabilità dei 17 co-imputati di Foti non potranno non tenerne conto.

Va ricordato, poi, che già nel 2019 l’assistente sociale Cinzia Magnarelli aveva ammesso di aver scritto il falso nelle relazioni che avevano portato all’allontanamento di due bambini, e s’era giustificata con le pressioni subite dai capi dei servizi sociali di Bibbiano: rea confessa di falso ideologico e frode processuale, nel febbraio 2020 la donna ha patteggiato un anno e otto mesi di pena, e anche questo inevitabilmente peserà sul giudizio in corso. Al centro del processo contro gli altri 17 imputati resta comunque il delicato tema degli allontanamenti dei minori. E sul punto c’è un ultimo elemento incontrovertibile: nei mesi successivi all’intervento della Procura di Reggio Emilia, il Tribunale dei minori aveva restituito alle famiglie tutti i bimbi. Ma allora perché erano stati portati via?

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