Prove insufficienti e mancanza di attendibilità della querelante. L’Alta Corte di Giustizia della Catalogna grazia all’unanimità Dani Alves. L’ex calciatore, che proprio a Barcellona aveva raggiunto l’apice della sua popolarità, era stato condannato a quattro anni di carcere. Il motivo? Un’aggressione sessuale ai danni di una donna di 23 anni, avvenuta all’interno di un club notturno. Per il tribunale di primo grado Dani Alves era il colpevole. Ma adesso la sentenza d’appello ribalta tutto. Viene disposta l’assoluzione e la revoca delle misure cautelari. “Siamo molto felici, è stata fatta giustizia”, ha dichiarato l’avvocato dell’imputato.
Elemento dirimente è stata la mancanza di credibilità della vittima. Che per il tribunale di appello non può essere considerata affidabile. A sconfessarla sono le immagini di quella notte. Più volte nel corso del processo, la donna e le sue amiche hanno testimoniato di trovarsi a disagio nei momenti precedenti all’aggressione sessuale. Ma per i giudici i video dimostrano tutto il contrario. Ovvero, vanno a sottolineare la volontà della vittima di “partecipare al ballo con l’imputato nella misura in cui farebbe qualsiasi altra persona disposta a divertirsi”. Per la Corte, quindi, non è stato rispettato “il requisito di presunzione di innocenza”; in questo modo, la sentenza del tribunale inferiore deve essere annullata.
Dani Alves, è bene ricordarlo, è stato tenuto in custodia cautelare per 14 mesi. Il suo rilascio era avvenuto dopo il pagamento della cauzione. Un milione di euro la cifra spesa. La carriera sportiva del terzino brasiliano si era interrotta nel gennaio 2023. Adesso, terminata la partita con la giustizia, sogna di tornare a calcare il rettangolo di gioco.