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Due femminicidi in 24 ore. Le storie di Ilaria Sula e Sara Campanella

Due femminicidi in 24 ore. Le storie di Ilaria Sula e Sara Campanella

Negli ultimi giorni il Paese è stato scosso dal doppio femminicidio di Ilaria Sula e Sara Campanella, ecco quello che sappiamo sin ora.

La giornata di ieri è stata scossa da un altro femminicidio. Il corpo senza vita di Ilaria Sula, 22enne studentessa di Statistica presso l’Università La Sapienza di Roma e originaria di Terni, è stato rinvenuto all’alba di mercoledì 2 aprile, a una settimana dalla sua scomparsa, avvenuta il 25 marzo. La giovane è stata trovata all’interno di una grande valigia, abbandonata in fondo a un dirupo in una zona boschiva tra Capranica e Guadagnolo, nel comune di Poli, nel Lazio.

A macchiarsi dell’efferato femminicidio è stato Mark Antony Samson, 23enne di origini filippine nato in Italia, ex fidanzato della vittima e studente di architettura. «Andate a prenderla, l’ho gettata in un dirupo, il suo corpo l’ho chiuso in una valigia». Nel cuore della notte, negli uffici della questura di Roma, il23enne ha confessato il delitto. Secondo quanto emerso, Samson avrebbe lavorato in passato presso un McDonald’s insieme a Ilaria, per poi essere trasferito in un’altra sede e infine licenziarsi.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’omicidio sarebbe avvenuto nell’appartamento di via Homs, nel quartiere Africano della Capitale, dove Samson viveva con i genitori. L’abitazione è stata posta sotto sequestro. Dopo aver ucciso l’ex fidanzata a coltellate, Samson avrebbe nascosto il corpo in una valigia, trasportandolo in auto fino al luogo del ritrovamento. In un tentativo di depistaggio, il giovane avrebbe utilizzato il telefono della vittima per pubblicare storie sui social network e rispondere ai messaggi, cercando di far credere che Ilaria fosse ancora viva. Il cellulare della giovane sarebbe stato poi gettato in un tombino a Roma.

Le indagini si sono focalizzate su Samson grazie all’analisi dei tabulati telefonici e delle celle agganciate dal cellulare della vittima la sera della scomparsa. Durante l’interrogatorio, il 23enne ha indicato un parcheggio in via Homs come luogo di incontro tra i due. Il pubblico ministero titolare delle indagini ha disposto l’autopsia sul corpo di Ilaria Sula. Attualmente, Samson si trova in stato di fermo con le accuse di omicidio volontario e occultamento di cadavere. ​

La famiglia di Ilaria, residente a Terni, è sconvolta dalla tragedia. Il fratello della vittima, Leon Sula, ha dichiarato: «Mi ha scritto dei messaggi, ma non sono sicuro che fossero veramente suoi». Si è espressa anche la Rettrice dell’Università della Sapienza, dove Sula studiava, esprimendo «un abbraccio e vicinanza alla famiglia della nostra Ilaria. Servono azioni educative sempre più forti e sempre più precoci in tema di educazione affettiva».

Il femminicidio di Sara Campanella a Messina

La notizia del tragico femminicidio di Ilaria Sula arriva a pochi giorni dall’uccisione di Sara Campanella, anche lei studentessa universitaria, 22enne originaria di Misilmeri (Palermo), brutalmente uccisa a Messina. La giovane è stata aggredita in strada con un’arma da taglio, subendo almeno tre fendenti al collo e alla spalla. La ferita alla gola, che ha causato una grave emorragia, si è rivelata fatale. ​

A macchiarsi del terribile femminicidio non è stato il fidanzato, bensì un conoscente collega universitario, Stefano Argentino. 26enne originario di Noto (Siracusa) e compagno di corso, secondo le testimonianze, nutriva da circa due anni un interesse non corrisposto nei confronti di Sara, manifestando comportamenti ossessivi e attenzioni moleste nei suoi confronti, tanto che all’uscita dal luogo in cui stava svolgendo il suo tirocinio Sara ha scritto alle amiche: «Il malato mi sta seguendo».

Dopo l’aggressione, Argentino è fuggito da Messina, rifugiandosi a Noto. Durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Gazzi a Messina, il giovane ha confessato il femminicidio, senza però fornire spiegazioni chiare sul movente. Il suo legale, Raffaele Leone, ha dichiarato che Argentino «ha ammesso i fatti che gli vengono contestati, ha risposto a qualche domanda, ma non ha spiegato cosa lo ha spinto ad aggredire la ragazza». «Il ragazzo è continuamente tornato sul suo rapporto con la vittima anche quando non era attinente alle domande. Non ha parlato delle motivazioni del suo gesto né ha risposto sull’arma usata», ha chiosato Leone. L’avvocato ha peraltro rinunciato a difendere Stefano Argentino dopo lo svolgimento dell’interrogatorio di garanzia svoltosi ieri.

Ieri si è espressa anche la madre di Sara, Cetty, che ha denunciato: «Bisogna SEMPRE parlare per denunciare! Aiutatemi a dare voce a Sara. Non sapevamo che fosse perseguitata da quel ragazzo, ma di certo lei non l’ha mai ricambiato».

Le autorità stanno indagando su possibili complici che potrebbero aver assistito Argentino nella fuga da Messina a Noto. Gli inquirenti sospettano che il giovane abbia potuto contare sull’appoggio di terzi, attualmente in fase di identificazione, per far perdere le proprie tracce. Al momento, Argentino non ha fornito informazioni sul luogo in cui ha nascosto l’arma del delitto né ha spiegato perché si fosse recato a lezione armato quel giorno. ​

L’autopsia sul corpo di Sara Campanella è stata affidata alla dottoressa Elvira Ventura Spagnolo e si prevede che fornirà ulteriori dettagli sulle cause della morte.

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