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Salvarsi dall’alcoltest (evitando le bufale)

Salvarsi dall’alcoltest (evitando le bufale)

Con l’entrata in vigore della nuova normativa sul consumo di alcol, è bene conoscere le limitazioni prima di mettersi alla guida. E, soprattutto, evitare le leggende metropolitane per aggirarle.

Nemmeno in bicicletta si può stare tranquilli se si è bevuto un goccio di troppo. L’ha imparato a proprie spese il professore precario di Genova che, per festeggiare l’assunzione a tempo indeterminato, ha brindato parecchio, tornando poi a casa in bici convinto di evitare sanzioni per guida in stato di ebbrezza. Fermato dalla Polizia e trovato positivo all’alcoltest, è stato multato per 1.100 euro e condannato a 60 giorni di reclusione, convertiti in 130 ore di lavori socialmente utili.

La «stretta» sui controlli della Polizia stradale dopo l’entrata in vigore, il 14 dicembre 2024, della riforma al Codice della strada (legge n. 177/2024), ha messo tutti sul chi vive, inclusi i gestori di bar e ristoranti. Ora, prima delle occasioni conviviali fuori casa, ci si chiede quanto si può bere prima di venire sanzionati dalle forze dell’ordine. «In realtà nulla è cambiato rispetto al passato, né in merito alle fasce di alcol nel sangue che portano a comminare le sanzioni, né l’ammontare delle multe» risponde Vincenzo Orgini, commissario capo della Polizia di Stato. «L’unica differenza è il risalto mediatico che hanno avuto alcune modifiche al codice della strada sull’intera normativa». Tra queste il fatto che tutte le ipotesi di guida in stato di ebbrezza portano alla decurtazione di 10 punti dalla patente e il divieto assoluto di bere alcol prima di mettersi al volante per i cosiddetti «ubriachi recidivi».

«Una delle principali novità introdotte dalla riforma del codice della strada è l’Alcolock» spiega Orgini. «È un dispositivo collegato alla messa in moto dell’autovettura che misura il tasso alcolemico del conducente e, in caso di positività, non permette l’avvio del motore. Si applica alle vetture di persone già condannate per guida in stato di ebbrezza per evitare che diventino di nuovo un pericolo per sé e per gli altri». Niente paura quindi per il classico mezzo calice di vino, o il mezzo boccale di birra durante il pasto. Ma se a questo si aggiunge amaro, limoncello e grappa, le soluzioni rimangono le stesse: optare per un taxi, con un Ncc condiviso, oppure a turno un commensale non beve e porta gli altri a casa sani e senza multa.

Mettere in pratica le strategie scovate su internet per evitare l’assorbimento dell’alcol nel sangue non serve. «La quantità di vino assunto ci mette più o meno tempo a far salire l’alcolemia in base a quanto è difficile la digestione del cibo che si è appena mangiato» dice Luigi Galimberti, psichiatra, tossicologo medico e presidente della Fondazione Novella Fronda di Padova. «L’alcolemia arriva sempre allo stesso livello sia che si beva un litro di vino a stomaco vuoto sia dopo un pranzo luculliano. L’unica differenza è che con il vino a digiuno l’alcolemia raggiungerà un dato livello in pochi minuti. Dopo aver mangiato braciole, costate e dolce ci arriverà dopo un’ora». Inutile divorare patate abbondantemente condite con olio sperando – secondo la vulgata – impediscano l’assorbimento dell’alcol, o consumare cibi ricchi di proteine, fibre e carboidrati complessi. «Tutte leggende metropolitane che espongono il conducente che ha bevuto a sanzioni amministrative e penali» conclude Galimberti.

Anche misurare il livello di alcol con il cosiddetto «etilometro portatile», che si acquista in farmacia, potrebbe non essere sicuro al 100 per cento. «È un apparecchio utile perché il riscontro di un tasso alcolemico superiore alla soglia legale di 0.5 grammi/litro ti dice chiaramente che non devi guidare» chiarisce Paolo Caraceni, ordinario al Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna. «Ma è importante anche sapere che il riscontro di alcolemie inferiori al limite legale non garantisce necessariamente che una seconda misurazione, fatta per esempio a dieci minuti di distanza, non risulti invece sopra il limite. È vero che al picco di alcol nel sangue si arriva in media dopo circa un’ora dall’assunzione, ma ci sono variabili in grado di influenzare la trasformazione dell’alcol nel nostro organismo».

Tra questi parametri, quantità, tipo e gradazione della bevanda alcolica, sesso ed età, peso corporeo, malattie esistenti e farmaci assunti. «Lo smaltimento dell’alcol da parte del corpo è un procedimento lento. Il 10 per cento è rapidamente eliminato attraverso il respiro, la cute e i reni. Il restante 90 viene trasformato nel fegato a una velocità che comporta una riduzione dei livelli di alcol nel sangue pari a 0,1-0,2 grammi/litro ogni ora. Per fare un esempio: un’unità alcolica pari a un bicchiere di vino da 125 cc viene eliminata in circa due-tre ore». Morale: bene l’etilometro portatile se si effettua il test alla giusta distanza di tempo dall’ultima assunzione di vino e si ripete poi dopo un’ora aspettando che il tasso si assesti stabilmente sotto la soglia consentita prima di mettersi alla guida. Poi, è ovvio, bere responsabilmente. L’antidoto migliore per evitare guai.

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