Aboubakar Soumahoro, dal diritto all’eleganza al partito islamico. Che ha presentato per la prima volta alle elezioni amministrative di Monfalcone, in Friuli Venezia Giulia: l’ex parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra si presenta con la sua ultima creazione politica: Italia Plurale.
L’annuncio era arrivato in pompa magna nel maggio dello scorso anno, quando Soumahoro aveva annunciato la creazione del suo gruppo Italia Plurale per dare «spazio agli invisibili». L’ex deputato di Avs, ora al gruppo Misto, aveva spiegato il ruolo della nuova formazione: «Nasce per difendere gli sfruttati e gli umiliati ed è contro l’islamofobia e l’onda nera di questo governo».
“Sfruttati ed umiliati” come ad esempio i migranti che lavoravano per le cooperative Karibu e Consorzio Aid, dove la moglie e la suocera del nostro Aboubakar, secondo le accuse della Procura di Latina, avrebbero utilizzato fondi pubblici destinati all’accoglienza dei migranti per spese personali, tra cui acquisti in negozi di lusso come Ferragamo, cene, gioielli e bonifici verso l’estero. Le indagini hanno portato al sequestro di beni per circa 2 milioni di euro e all’interdizione per un anno dalla possibilità di contrattare con la pubblica amministrazione.
Numerosi lavoratori, tra cui molti migranti, hanno denunciato il mancato pagamento degli stipendi per periodi prolungati (alcuni addirittura due anni), per un totale di circa 400 mila euro di mancati pagamenti. Altri hanno riferito di essere stati costretti a lavorare senza contratto o a presentare fatture false per ricevere il compenso dovuto. Potrebbero essere lo i primi “sfruttati” e “umiliati” da difendere.
Così, Soumahoro è andato a fare campagna elettorale a Monfalcone, in sostegno del candidato sindaco Bou Konate. L’ex assessore nella città friulana si è sempre difeso dalle accuse di essere a capo di una lista “islamica”: «Ci hanno sempre descritto come i cattivi, i diversi, coloro che vorrebbero appropriarsi della cultura italiana e cambiarla». D’altronde era lui che, intervistato nel programma “Fuori dal Coro” di Mario Giordano, affermava di voler realizzare «un cimitero musulmano» come prima opera nel caso fosse eletto sindaco. E sulla poligamia si era espresso così: «Questo è uno dei grossi problemi che abbiamo in Europa. Non puoi farlo qui, ma lo devi fare nel tuo paese d’origine».
Insomma, sono lontani i giorni in cui l’ex deputato di Avs andava in televisione a rivendicare il «diritto all’eleganza» di sua moglie quando si contestavano i vestiti e gli accessori griffati con cui andavano in giro i suoi familiari. Così come il suo primo ingresso alla Camera dei deputati, con ai piedi stivali di gomma infangati e il pugno chiuso sollevato in segno di lotta, a rivendicare i diritti dei braccianti immigrati.
Adesso c’è un nuovo movimento politico da sostenere, assieme agli interessi della religione islamica. Soumahoro fa sul serio. Lo scorso 28 febbraio ha presentato una proposta di legge per riconoscere l’Eid al-Fitr (il giorno in cui viene rotto il digiuno del mese di Ramadan) come festa nazionale. Guai però a chiamarlo “partito islamico”.