Un satellite cinese si è messo sulla traiettoria di uno americano eseguendo una manovra potenzialmente aggressiva – in gergo dogfight, termine che proviene dal combattimento (duello) aereo – portandosi in orbita terrestre bassa adeguando velocità e assetto. Lo ha rivelato un alto ufficiale della U.S. Space Force sottolineando che si tratta dell’ultima dimostrazione di avanzamento tattico e tecnologico delle capacità spaziali del principale avversario degli Stati Uniti.
A dichiararlo è stato il vice capo delle operazioni spaziali, generale Michael Guetlein, durante la Conferenza sui programmi di Difesa a Washington nella giornata di martedì 25 marzo. “Questo è ciò che chiamiamo duello nello spazio”, ha detto “i cinesi stanno praticando tattiche, tecniche e procedure per eseguire operazioni spaziali in orbita da un satellite all’altro, Con le nostre risorse abbiamo quindi osservato cinque diversi oggetti nello spazio manovrare dentro e fuori e intorno l’uno all’altro, muovendosi in sincronia e sotto controllo”. Il fenomeno sarebbe stato osservato già durante lo scorso anno mediante l’uso di tre satelliti sperimentali Shiyan-24C e di altri due veicoli spaziali sperimentali cinesi, lo Shijian-6.05 A e -6.05B, che si ritiene agiscano nell’ambito di missioni d’intelligence dei segnali radio che rimbalzano nello spazio. Ma la maggiore sorpresa per le forze spaziali di Washington è stata riscontrare le capacità dei satelliti cinesi di eseguire complesse manovre in orbita, tecnicamente denominate operazioni di rendezvous e di prossimità, che comportano non solo la navigazione attorno ad altri oggetti, ma anche la loro ispezione da distanza ravvicinata.
Non è, questa l’unica preoccupazione degli americani che arriva dallo spazio: nel 2019 la Russia dimostrò l’efficacia di un satellite definito “matrioska” che dall’orbita rilasciò un veicolo spaziale più piccolo il quale eseguì alcune manovre ravvicinate vicino a un satellite statunitense. Tutte dimostrazioni che il divario di capacità spaziali tra gli Usa e i suoi potenziali nemici si stava riducendo. “Anni fa il divario di capacità tra noi e loro era enorme”, ha affermato Guetlein, “dobbiamo cambiare il modo in cui guardiamo lo spazio o il nostro vantaggio potrebbe scomparire e non essere più a nostro favore. Lo scopo della Space Force è garantire la superiorità spaziale; le operazioni spaziali garantiscono che, proprio come in tutti gli altri domini, possiamo combattere come una forza congiunta e contare su quelle capacità”. Ufficialmente il satellite Shijian-6.05 A, catalogato al Norad (North American Aerospace Defense Command – Comando nord americano di difesa aerospaziale ), come 49961, fu lanciato il 10 dicembre 2021 dal Jiuquan Satellite Launch Center, nella Cina centro-orientale, ha un’orbita che passa per il circolo polare artico con un perigeo di 582.0 km e un apogeo di 584.8 km con inclinazione di 97.4° e un periodo orbitale di 96.2 minuti.
Al momento è difficile sapere di quali armi dispongano gli Shiyan-24C e gli Shijian-6.05, se di effettori a energia concentrata come laser, oppure se di trasmettitori di radiofrequenza ad alta potenza, o ancora se con qualche tipo di proiettile, ma è scontato che anche gli Usa abbiano analizzato questi sistemi per comprenderne appieno le potenzialità. Secondo le informazioni disponibili riportate sui canali dedicati ai satelliti, lo Shijian 6.05-B sarebbe di proprietà della Casc (China Aerospace Science and Technology Corporation – Compagnia cinese di scienza e tecnologia aerospaziali), e avrebbe raggiunto l’orbita tramite un veicolo di lancio Chang Zheng 4B lanciato nella stessa data del “fratello” -6.05A dal Jiuquan Satellite Launch Center, Cina Con la definizione “carichi utili” si definiscono in modo generico una varietà di satelliti, veicoli spaziali e razzi, dotati di strumenti specifici per varie missioni scientifiche, tecnologiche e per comunicazioni, ma in mancanza di una specifica dichiarazione di scopo, sovente si tratta di satelliti militari. IN queste situazioni essi vengono immediatamente tracciati e puntati con le antenne di altri satelliti o di stazioni a terra – nel caso di quelli cinesi è fondamentale l’apporto dei centri specializzati presenti in Australia e nel Pacifico – per comprendere la natura dei segnali ricevuti e trasmessi da bordo. Un’attività “Sigint”, ovvero di Signal Intelligence, per effettuare la quale servono apparati sempre aggiornati e una formazione tecnica continua.