Non era mai successo prima, almeno in Italia. Per la prima volta, la scorsa settimana, gli interessi dei Buoni Ordinari del Tesoro (Bot) sono finiti sotto zero. Nell’ultima asta, infatti, i titoli con scadenza semestrale sono stati collocati con un rendimento negativo dello 0,055%. Ciò significa, tradotto soldoni, che ai risparmiatori non conviene molto prestare denaro allo stato perché le obbligazioni del debito pubblico (almeno quelle di breve scadenza come i Bot semestrali) al momento vengono rimborsate a un prezzo leggermente inferiore a quello di emissione. Colpa del calo dei tassi d’interesse in Europa, che ha portato in negativo non soltanto i rendimenti dei Buoni del Tesoro italiani ma, ancor prima, pure quelli di molti altri titoli di stato emessi nell’Eurozona, a cominciare dai Bund tedeschi.
Buoni Fruttiferi, cosa sono: 8 cose da sapere
Cosa può fare, dunque, un risparmiatore abituato a investire in titoli di stato? Una possibile alternativa è rappresentata dai Buoni Fruttiferi Postali (Bfp), che hanno lo stesso profilo di rischio dei Bot. I Bfp sono infatti strumenti finanziari venduti dagli sportelli del Gruppo Poste Italiane ma emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e quindi garantiti dallo stato, proprio come i Bot. A differenza dei Buoni del Tesoro, però, i Bfp danno ancora la possibilità di portare a casa qualche decimale di guadagno. I buoni fruttiferi ordinari, per esempio, rendono lo 0,15% lordo ogni 12 mesi per i primi 3 anni (0,13%netto). Poi, gli interessi crescono gradualmente nel tempo, fino ad arrivare al 2,5% annuo, per chi tiene il capitale investito per un periodo molto lungo, cioè per 19-20 anni. Con i buoni fruttiferi per i minorenni, invece, si parte dallo 0,25% nel primo anno e si arriva sino all’1,77% lordo (1,55% netto) nel diciottesimo anno.
Buoni fruttiferi postali, rendimenti fino al 4,75%
Tra tutte le tipologie di Bfp oggi in collocamento, i più redditizi sono probabilmente quelli della serie denominata 4X4 RisparmiNuovi, che è riservata soltanto a chi investe nuova liquidità. Per questa categoria di buoni, l’interesse è pari allo 0,4% lordo (0,35% netto) ogni 12 mesi, per i primi 4 anni. Poi, il rendimento sale gradualmente nel tempo fino ad arrivare al 2,41% lordo (2,1% netto) dal tredicesimo anno in poi. Chi acquista i Bfp RisparmiNuovi, però, ha diritto a incassare i rendimenti maturati soltanto dopo 4 anni dalla data di sottoscrizione. Prima di questa scadenza, l’investitore può comunque farsi liquidare l’intero capitale investito in qualsiasi momento, senza commissioni o spese, pur dovendo rinunciare ai guadagni realizzati.
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Uno dei maggiori pregi dei Bfp, che li rende una valida alternativa ai titoli di stato, è il fatto di essere completamente esenti da costi. Sul capitale investito, infatti, non gravano commissioni di gestione né di sottoscrizione. Inoltre, come i titoli di stato, i Buoni Postali sono soggetti a una tassazione di favore. Sui rendimenti maturati ogni anno, viene infatti applicato un prelievo del 12,5% (lo stesso dei titoli di stato) contro il 26% che colpisce invece i guadagni ottenuti dagli investitori con le obbligazioni, i conti di deposito, le azioni o i fondi di investimento. I Buoni Postali non sono invece “immuni” dall’imposta di bollo sui prodotti finanziari, pari allo 0,2% del capitaleogni anno, che scatta però soltanto quando la somma investita nei Bfp supera i 5mila euro.