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Crisi auto: Stellantis affonda in Borsa, vendite in calo e futuro incerto

Crisi auto: Stellantis affonda in Borsa, vendite in calo e futuro incerto

Con il crollo delle consegne globali e le difficoltà dei marchi premium, Stellantis affronta sfide decisive per la sua competitività nei mercati chiave

Giornata nera per Stellantis a Piazza Affari. Il titolo crolla del 5%, attestandosi a 7,543 euro per azione, dopo la pubblicazione dei deludenti dati preliminari del primo trimestre 2025. Il colosso dell’auto, guidato da John Elkann, ha annunciato un drastico calo del 9% nelle consegne globali, pari a circa 1,2 milioni di veicoli. Un segnale d’allarme che riaccende le preoccupazioni su competitività, strategie industriali e capacità di tenuta nei mercati chiave.

L’allarme più forte arriva dal Nord America, da sempre roccaforte redditizia del gruppo: le consegne sono crollate del 20%, con 325 mila veicoli immatricolati – ben 82 mila in meno rispetto al primo trimestre 2024. Le cause? Prolungate ferie aziendali a gennaio e il lento avvio della produzione dei rinnovati truck Ram 2500 e 3500. Un mix micidiale per uno dei segmenti chiave del gruppo, proprio mentre la concorrenza, soprattutto asiatica, spinge sull’acceleratore dell’innovazione.

Non va meglio in Europa allargata, dove le consegne sono scese a 568 mila unità (-8%), penalizzate dalla transizione verso i nuovi modelli dei segmenti A e B e dal calo dei veicoli commerciali leggeri. Ma a preoccupare è soprattutto la situazione drammatica di Maserati: il marchio del Tridente registra un crollo del 48%, con appena 1.700 unità consegnate nel trimestre. Una debacle che rischia di mettere a repentaglio l’intero posizionamento di Stellantis nel mercato premium, già messo in crisi dalla concorrenza tedesca e dalla stagnazione della domanda.

Unico barlume di speranza arriva dal cosiddetto “Terzo motore” (Sud America, Medio Oriente, Africa e Asia-Pacifico), che ha registrato una crescita del 4% complessivo. Il Sud America, in particolare, ha brillato con un +19% trainato da Brasile e Argentina. Tuttavia, i risultati negativi in Medio Oriente-Africa (-15%) e in Asia-Pacifico (-20%) offuscano il quadro, aggravato dalle restrizioni all’import e dalla debole domanda nei mercati asiatici.

Il quadro preoccupante ha spinto Elkann a rivolgersi alla società di consulenza McKinsey per valutare il futuro di Maserati e Alfa Romeo, in una fase resa ancora più incerta dai dazi sulle auto imposti dal presidente americano Donald Trump. Il marchio Maserati è stato affidato a Santo Ficili, già a capo di Alfa, con un piano di rilancio atteso entro giugno. Ma il tempo stringe, e i numeri non lasciano spazio all’ottimismo.

Nonostante qualche timido segnale positivo — come l’aumento della quota di mercato Ue30 al 17,3% e buone performance di Jeep Compass e Ram 1500/2500 — la fotografia d’insieme resta allarmante. Stellantis sembra attraversare una fase di turbolenza profonda, in cui strategie industriali, transizione energetica e instabilità geopolitica si sommano, mettendo a dura prova la tenuta del gruppo. Il mercato ha già emesso il suo verdetto: il conto, questa volta, è salato.

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