Depositi bancari o postali non «movimentati», vincite non incassate, cassette di sicurezza rimaste chiuse, polizze mai ritirate… È il fiume di denaro che non viene reclamato. E che finisce dritto nelle casse dello Stato.
Anthony Ifeanyi Ezenna era un imprenditore nigeriano, grande benefattore della Chiesa cattolica, deceduto lo scorso giugno e conosciuto anche da Papa Francesco, che «ha dimenticato» sul conto corrente la bellezza di 388.000 euro. G. V. è la concubina italiana di «’o Califfo», boss della camorra morto in carcere nel giugno 2019 – che ha avuto 27 figli da una decina di donne diverse. La donna è stata assassinata dal criminale perché trovata con un amante; tuttora, però, ha un saldo attivo in banca di 80.000 euro. Nicola B. è invece un imprenditore di Brindisi con 22 conti correnti «fermi» da 15 anni e, a quanto pare, sembra esserseli dimenticati perché non li ha mai reclamati.
Sono solo alcuni esempi di cosiddetti «conti dormienti» che si trovano in Italia. Nel nostro Paese, infatti, ci sono 1,1 milioni di depositi bancari, postali e finanziari, per un totale di oltre 2 miliardi di euro non riscossi. «Un conto si può considerare “dormiente” quando non vengano effettuate per dieci anni operazioni, prelievi, bonifici, versamenti, pagamenti con bancomat o carte di credito» spiega l’avvocato Paolo Fiorio, responsabile servizio legale nazionale del Movimento consumatori. «Trascorso questo periodo, la banca deve invitare il titolare a impartire disposizioni entro 180 giorni, avvisandolo che in seguito il rapporto sarà estinto e che somme e valori saranno devoluti a un fondo per la tutela del risparmio creato dallo Stato nel 2005. Analoga disciplina è stata poi estesa alle polizze vita» conclude l’esperto.
Secondo l’ex direttore di Bankitalia Salvatore Rossi, ammonterebbero addirittura a circa 40 miliardi di euro le polizze «a rischio dormienza». E oltre confine il patrimonio dei nostri concittadini è potenzialmente enorme. Si contano circa 512 miliardi di euro a livello mondiale, di cui il 4 per cento apparterrebbe a nostri connazionali, circa 20 miliardi, insomma. Il quadro si complica ulteriormente, perché altri due miliardi di euro sono poi le vincite non incassate nell’ultimo decennio. Solo nel 2018 difatti non sono stati recuperati dai titolari premi per 228 milioni: dai 41,2 milioni al lotto, ai 25,5 milioni al SuperEnalotto, per salire a 161,6 milioni al Gratta e vinci.
«L’Asb, Associazione svizzera dei banchieri, ha individuato, fra l’altro, 3.226 conti in scadenza fra il 16 e il 31 dicembre 2020 con un valore minimo di 500 franchi, sui quali non è stato registrato alcun movimento dal 1955 a oggi; e di questi almeno il 10 per cento sono intestati ai nostri connazionali» rivela Donald Vergari di Investigamoney, filiazione italiana dell’holding Mondial LLC che si occupa di individuare e restituire a chi ne ha diritto fondi e proprietà non reclamate. «Senza dimenticare poi le 80 cassette di sicurezza, tra cui quelle di Adelina Antonioli, piemontese, scomparsa nel 1971, che ne possedeva una sola chiusa da 60 anni e della quale non si conosce il contenuto che dovrebbe essere reclamato dagli eredi, ignari di questo tesoro».
Le ragioni di una mancata riscossione di crediti sono fra le più svariate, come il trasferimento in un’altra città o all’estero. È il caso, per esempio, di R.P., milanese, convinto fin da bambino dalla madre che il padre fosse morto, quando invece si era rifatto una nuova vita con un’altra compagna a Santo Domingo. Il figlio ha così scoperto grazie a Investigamoney dell’eredità lasciatagli dal genitore defunto nel frattempo, una piccola somma di circa 4.000 euro, ed è volato nella Repubblica Dominicana a incontrare il fratellastro.
Spesso, poi, succede che l’intestatario di un conto scompaia senza che prima siano avvisati parenti o possibili beneficiari di conti e polizze. La persona potrebbe essere finita in carcere per anni – com’è accaduto agli avvocati A.G. della provincia di Messina, che hanno rispettivamente conti correnti con 146.000 euro da incassare, e M.A. di Salerno, 201.000 euro – entrambi in carcere perché collusi con la mafia. Tutte somme che finiranno nelle casse dello Stato se non verranno reclamate entro i termini di legge.
Nella vasta casistica di depositi dimenticati rientrano inoltre i depositi cauzionali degli ultimi vent’anni, circa mezzo miliardo di euro non restituiti, per utenze domestiche e assegni insoluti, come quelli di un imprenditore edile della provincia di Reggio Calabria a cui fanno capo oltre 300 depositi cauzionali per più di 100.000 euro. Ci sono poi royalties, marchi, brevetti e copyright ereditati di diritti su canzoni, libri, format tv, invenzioni e tutto quello che ha a che fare con le opere d’ingegno. Insomma, miliardi di euro, basta consultare il sito della Siae, Società italiana degli autori ed editori alla voce «Elenco quote sospese». I diritti sono pagati fino a 70 anni dalla morte dell’autore. Ed ecco che il regista Federico Rizzo, autore di un film tratto dal romanzo Il ragioniere della mafia, ha scoperto di avere diritto a spettanze non reclamate per i passaggi in televisione e in «home video» della sua pellicola.
Di fatto, nell’ultimo decennio sono entrate in possesso dello Stato, secondo l’Agenzia del Demanio, proprietà per circa un miliardo e mezzo di euro (perché nessuno si preoccupa di cercare i beneficiari delle eredità giacenti che possono andare fino al sesto grado di parentela). Nel 2015, così, sono stati trasferiti 184 fabbricati e 173 terreni non reclamati per un totale di 357 eredità, alcune di grande valore.
C’è un’altra possibilità per gli «smemorati» dei conti o eredi di essi, trascorsi i 10 anni utili. Si può presentare domanda di rimborso a Consap, concessionaria di servizi assicurativi semplici istituita presso il ministero dell’Economia dal 14 giugno 2010, che da allora ha ricevuto 91.709 domande remunerando solo 327,7 milioni relativi a 144.348 rapporti dormienti. E questo nonostante la legge abbia imposto a intermediari e banche l’obbligo di informare e rendere pubblici i rimborsi dei rapporti.
Chi ci guadagna, dunque? Di fatto queste somme vengono incamerate del fondo istituito dallo Stato per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie. E così, l’esperto legale del Movimento consumatori ritiene che «la disciplina dei rapporti dormienti sia nel complesso positiva per i cittadini visto che permette di destinare a importanti finalità collettive risorse che altrimenti rimarrebbero nel limbo e, di fatto, nella disponibilità delle banche e delle compagnie».
Rientrare in possesso di una polizza o di un conto corrente dormiente, in definitiva, può cambiarti la vita. Diane Camplin, 42 anni, italoamericana residente nel Minnesota (Usa), nel 2018 aveva bisogno di almeno 10.000 dollari per cure mediche. Disperata, era andata sulla tomba della madre per invocare un aiuto. Miracolo o meno, dopo qualche giorno ha ricevuto la chiamata di un collaboratore Investigamoney che la informava di dividendi e azioni lasciati in eredità dalla mamma per un valore di 41.000 dollari. Pensava fosse una truffa, invece il lieto fine è stato coronato da un pianto di gioia.