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Generali chiude il 2024 con utili record e si prepara all’assemblea del 24 aprile

Generali chiude il 2024 con utili record e si prepara all’assemblea del 24 aprile

Utile netto a 3,8 miliardi, premi in crescita del 15% e dividendi in aumento. Il rinnovo del Cda sarà decisivo per la governance, mentre resta il nodo Golden Power sull’accordo con Natixis.

I risultati migliori di sempre e una partita decisiva alle porte. Generali ha chiuso il 2024 con numeri record (utile di 3,8 miliardi di euro) e ha anticipato l’appuntamento clou dell’anno, l’assemblea dei soci, determinante per la futura governance. Si riunirà il 24 aprile e non l’8 maggio come previsto. E il voto è pieno di incognite.

Il Leone di Trieste ha chiuso un anno da incorniciare: l’utile netto di 3,8 miliardi di euro ha segnato un incremento del 5,4% rispetto al 2023, mentre il risultato operativo è cresciuto dell’8,2% a 7,3 miliardi di euro, superando le attese del mercato. La raccolta premi è cresciuta del 15% (95,1 miliardi), con un contributo particolarmente forte dal segmento Vita (+19,2%) e dal comparto Danni (+7,7%). Il cda si presenterà agli azionisti un dividendo di 1,43 euro per azione (+11,7%), quindi 2,17 miliardi di euro di distribuzione complessiva. “Generali ha superato tutti gli obiettivi del piano strategico e si trova nella posizione più forte della sua storia. Siamo pronti ad accelerare il percorso di trasformazione e diversificazione per rafforzare la nostra leadership globale”, ha commentato l’amministratore delegato Philippe Donnet presentando i dati. Generali ha poi confermato il piano al 2027: utili in crescita dell’8-10% annuo e dividendi di oltre 7 miliardi nei prossimi tre anni.

Il vertice di Generali si presenterà con numeri record il 24 aprile, quando si terrà l’assemblea degli azionisti per il rinnovo del Consiglio di amministrazione per i prossimi tre anni. Potrebbero essere tre le liste in campo. Quella di maggioranza con Mediobanca, primo azionista con il 13,1%, che sostiene la continuità, quindi Andrea Sironi presidente e Philippe Donnet ceo. La seconda lista, di minoranza (5-6 componenti), potrebbe tentare un nuovo assalto alla governance con Francesco Gaetano Caltagirone (6,92%) e Delfin della famiglia Del Vecchio (9,93%). Infine, la terza lista potrebbe fare scendere in campo i gestori dei fondi soci di Generali, che cercano di attrarre il voto degli investitori istituzionali. Ago della bilancia dunque Unicredit, salita al 5,2% della compagnia e gli altri azionisti rilevanti, come Edizione (Benetton) con il 4,5% e la Fondazione Crt con oltre il 2%. Le liste dovranno essere depositate entro il 29 marzo.

Sul tavolo c’è poi la questione Natixis. Il Leone di Trieste ha annunciato a gennaio l’operazione per un accordo con la compagnia francese per la nascita di una joint venture nel risparmio gestito da 2mila miliardi. Malumori interni a Generali e nel governo, che teme un aumento dell’influenza francese sul risparmio italiano e starebbe valutando l’uso del golden power. Philippe Donnet ha detto di considerare “la procedura di golden power un’opportunità per fare chiarezza e rispondere a tutte le perplessità e le domande che ci sono in giro”. E, come per rassicurare io governo, Donnet ha anche annunciato che si sta valutando l’aumento da parte del gruppo di acquisti di Btp.

La firma definitiva dell’accordo con i francesi non avverrà comunque prima dell’assemblea del 24 aprile, lasciando aperto un fronte di incertezza che potrebbe pesare sulla votazione del nuovo cda. L’appuntamento di aprile sarà decisivo non solo per i vertici del gruppo, ma anche per capire quale direzione prenderà il Leone nei prossimi anni.

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