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Mentre Trump conferma i dazi, l’Ue lavora al muro contro muro

Mentre Trump conferma i dazi, l’Ue lavora al muro contro muro

Primo consiglio in Lussembrurgo ma nessuna decisione definitiva. Si rimandano a misure tariffarie dal 15 aprile

Reazione, graduale, ma solo inizialmente. A Lussemburgo i ministri responsabili per il Commercio segnano la direzione del vecchio Continente per affrontare i dazi americani. L’Europa prende tempo e prova a trattare con Trump, ma non resta ferma. Viene confermata la data del 15 aprile per fare scattare le prime contromisure e, se accordo non sarà, dopo un mese si passerà a una seconda tranche di prodotti statunitensi da colpire. Ma l’Unione europea preferisce “una soluzione negoziata che spazzi via il rischio di guerre commerciali”, ha detto chiaramente Michał Baranowski, sottosegretario per lo Sviluppo economico della Polonia che ha la presidenza di turno del Consiglio Europeo.

A Lussemburgo il Consiglio Commercio dell’Ue ha comunque mostrato un’Europa divisa sul voler evitare la guerra commerciale e il voler provare a negoziare. Su spinta italiana, si sta avviando sì un tentativo di trattativa con la Casa Bianca, ma dall’altra parte una fetta di Stati membri preme per avviare già dal 15 aprile le contromisure ai dazi.

Solo per il momento si negozia. A dimostrarlo sono anche le dichiarazioni della presidente della Commissione europea che in giornata ha ricordato la proposta europea a Trump: “La nostra offerta è chiara: tariffe zero per zero sui beni industriali, come abbiamo fatto con altri partner. L’Europa è sempre pronta per un buon affare”. L’offerta europea, già sul tavolo della Casa Bianca dal 19 marzo, prevede un’area di libero scambio per auto, acciaio, alluminio, prodotti farmaceutici, semiconduttori, plastica, legname, chimica e macchinari. Una proposta ampia, che punta a disinnescare l’escalation protezionista di Donald Trump. Ma la risposta della Casa Bianca, per ora, è stata negativa.

E nel frattempo, mentre le borse crollano e Trump conferma i dazi, l’Europa si tiene ai blocchi di partenza: se accordo non sarà, allora bisogna avere “le armi” pronte. E così nelle prossime ore sarà presentata la lista delle prime contromisure, che scatteranno il 15 aprile. Si partirà dunque con una prima ondata di dazi su beni simbolo del made in Usa (prodotti alimentari, elettrodomestici ecc.), oltre che acciaio e alluminio. Poi, come prevedono le regole Wto, dopo un mese via alla seconda lista se servirà.  Come ha chiarito il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic: “Siamo pronti a negoziare, ma se non ci sarà disponibilità, passeremo alla fase due: la risposta mirata”.

Politici e istituzioni sono al lavoro e si moltiplicano i tavoli di imprenditori e associazioni di categoria che, preoccupati, si confrontano. “Applichiamo un dazio aggiuntivo del 20% a tutte le merci che le aziende americane (o riconducibili ad una casa madre americana) fanno arrivare in Europa, dazio che viene interamente annullato se l’azienda americana produce effettivamente il prodotto negli Stati Uniti”, propone Elvio Silvagni, Amministratore Unico di Silver 1 (gruppo proprietario dei brand Valleverde, Rafting Goldstar, Biomodex).

Nelle prossime ore le liste delle contromisure dell’Unione Europea. Mercoledì il Parlamento europeo il voto, ma l’indirizzo politico è già chiaro: evitare la guerra commerciale, ma senza farsi dettare le regole dagli Stati Uniti. Il conto alla rovescia è iniziato. Il 15 aprile è vicino, il 15 maggio meno. Il tempo per negoziare c’è.

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