Home » Attualità » Economia » E i polli ucraini fanno arrabbiare gli agricoltori francesi

E i polli ucraini fanno arrabbiare gli agricoltori francesi

E i polli ucraini fanno arrabbiare gli agricoltori francesi

Il pollame ucraino arriva nei Paesi Bassi e da lì la carne trasformata riparte come «prodotto europeo» e invade la Francia


«Francamente non abbiamo voglia di arricchire questo signore». Emmanuel Macron era appena uscito dal Consiglio europeo del 1° febbraio scorso e faceva mostra di empatia con i suoi agricoltori in piena protesta. Lamentava un import di pollame ucraino balzato dalle 90 mila tonnellate di prima della guerra alle 300 mila. «Per i tre quarti» diceva il presidente «tutto questo va a vantaggio di un solo miliardario»: Yuriy Kosiuk, che sei anni fa aveva anche tentato di comprare Doux, uno dei maggiori produttori francesi di pollame. Miele, uova e, appunto, pollame: i manifestanti bloccavano alcuni camion con merci ucraine per dimostrare che le cifre menzionate dal leader francese sono solo la punta dell’iceberg, perché il pollame ucraino arriva nei Paesi Bassi e da lì la carne trasformata riparte come «prodotto europeo». Basta guardare le cifre, dicono: gli olandesi esportano più di quello che producono.

Però a volte sono gli stessi francesi a produrre in Ucraina: grandi gruppi come Lactalis o Danone, Savencia, Malteurop, e poi le cooperative come Maisadour ed Euralis, con quest’ultima che ha anche aperto una fabbrica in Russia. L’estensione agricola media per un produttore francese è di una settantina di ettari, contro i mille dell’Ucraina. Non solo: qui ci sono milioni di piccole fattorie da meno di un ettaro e poi 184 holding agricole che dominano tutto, con estensioni fino a 500 mila ettari. Le terre vengono affittate, a partire da 50 euro annui all’ettaro. E poi sfruttate industrialmente, a costo di impoverire il terreno. Sicché in vent’anni è più che raddoppiato l’export di cereali (81 milioni di tonnellate nel 2021) e la prima destinazione è l’Europa. «Gli abbiamo dato la tecnologia» lamenta un agricoltore. E anche aiuti immediati per mezzo miliardo di euro dall’Ue. Oltre all’apertura delle frontiere. Un anticipo di quello che sarà, dicono gli agricoltori d’Oltralpe: quando entreranno in Europa, dai cereali all’olio di colza e di girasole fino al pollame, sarà tutto ucraino. E in più assorbiranno buona parte dei fondi della politica agricola comune.

© Riproduzione Riservata