Home » Attualità » Economia » Tassa di soggiorno, aumenti record nel 2025: si arriva a 12 euro a notte

Tassa di soggiorno, aumenti record nel 2025: si arriva a 12 euro a notte

Tassa di soggiorno, aumenti record nel 2025: si arriva a 12 euro a notte

Previsti oltre 1,18 miliardi di euro, un balzo del 15,8%. Più Comuni la applicano e le tariffe salgono. E la Spagna raddoppia l’imposta. Ma come vengono usati i soldi?

La tassa di soggiorno vola. Nel 2025 è previsto un balzo del 15,8%, dopo gli aumenti degli ultimi due anni. I Comuni italiani fanno cassa. Crescono quelli che la applicano (1389 quest’anno contro i 1268 del 2023) e quelli che ritoccano le tariffe (si sfiorano i 12 euro in alcune città. Sta di fatto che si attendono incassi per un totale di 1,186 miliardi, secondo l’osservatorio Jfc tourism & management.

La tassa di soggiorno è l’imposta locale che i turisti pagano per ogni notte passata in hotel, B&B o altre strutture ricettive. Si va da circa 1 euro fino a 12 euro a notte a persona, in base alla tipologia della struttura e alla località. Ogni Comune decide se applicare l’imposta e ne decide l’importo. Motivo? Gettito che serve alle casse e in alcuni casi mezzo per gestire l’overtourism.

Tassa di soggiorno nel 2025 un nuovo record: +15,8% e incassi per oltre 1,186 miliardi di euro

Nel 2025 si annunciano incassi per oltre 1,186 miliardi, con un aumento di oltre il 15% delle entrate locali grazie alla tassa di soggiorno. Causa numero uno: è cresciuto il numero di Comuni che applica l’imposta. Si è passati dai 1.268 del 2023 ai 1.314 del 2024 fino ai 1.389 di quest’anno. Significa 121 località in più in due anni. E proprio nel biennio che ha visto il ritorno dei grandi numeri del turismo dopo la pandemia. 51 Comuni l’hanno introdotta per la prima volta quest’anno, altri 39 ci stanno pensando. Così nel 2025 fa il debutto l’imposta di soggiorno a Udine, Caserta, Pavia ed Ascoli Piceno. Si dovrà pagare, novità, anche al mare a Bellaria Igea Marina, Quartu Sant’Elena, Castel Volturno, Gela. In montagna da Livigno a Pregnana, da Valdieri a Limbiate, da Boscoreale a Garbagnate. E la lista è lunga e coinvolge tutta la Penisola. Causa numero due: sono state ritoccate verso l’alto le tariffe. È successo in 81 Comuni. Città come Milano, Bologna, Bolzano, Perugia e Vicenza, mete balneari e montane, da Cervia a Sirmione, da Monterosso al Mare a Budoni. E ci sono picchi, come a Roma dove si arriva anche a 12 euro a notte per persona (complice il Giubileo). Negli ultimi due anni a Milano si è passati dai 5 ai 7 euro per gli hotel a 4 e 5 stelle, per esempio, Firenze è passata di 4 euro ai 5,50 euro per notte nell’airbnb, a Napoli la tariffa per le strutture extralberghiere è cresciuta di 1,50 euro e così via…

Nel 2024 c’era stato il sorpasso del miliardo di euro

Come era andata l’anno scorso? Il 2024 era stato l’anno del sorpasso del miliardo, con 1 miliardo e 24 milioni di euro raccolti, dai 793,5 milioni del 2023. Quindi l’aumento era stato del 29,1%. A trainare erano state le grandi città d’arte e le regioni più turistiche. Il Lazio primo in classifica con oltre 300 milioni, seguito da Toscana (121 milioni), Lombardia (114), Veneto (105) e Trentino-Alto Adige. E guardando ai Comuni singoli era stata Roma a primeggiare, più che raddoppiando le entrate (292 milioni + 61,2%), seguita da Firenze e Milano (entrambe con 76,5 milioni), poi Venezia (39,9 milioni). Tra le località marine si era distinta Rimini, che con la tassa di soggiorno ha raccolto circa 14 milioni (+30,5%) e per i monti Castelrotto (5,1 milioni, +43,5%).

Operazione trasparenza: dove finiscono i soldi delle tasse di soggiorno?

La normativa è chiara: i proventi della tassa di soggiorno devono essere destinati a sostenere il turismo locale, la cultura, l’ambiente e i servizi pubblici legati al turismo. Tuttavia, secondo l’Osservatorio Jfc, molte amministrazioni non forniscono informazioni chiare su come vengono realmente utilizzati questi fondi. Anche il Codacons ha sollevato più volte la questione, denunciando la pratica diffusa di usare i ricavi della tassa di soggiorno per tappare i buchi di bilancio o finanziare spese ordinarie dell’ente.

In Spagna si raddoppia: il caso Barcellona e Baleari

L’Italia non è sola in questa corsa all’aumento. In Spagna tasse di soggiorno raddoppiate quest’anno, soprattutto per città che combattono la pressione turistica, come Barcellona. In Catalogna è già in vigore dal 2012 un’ecotassa tra 0,60 e 3,50 euro a notte, ma è stato approvato un piano per raddoppiare l’importo. Nei 4 stelle si passerà da 1,70 a 3,40 euro e salendo di livello si toccheranno i 6 euro. Aggiungendo la tassa comunale, il conto può arrivare a 15 euro a notte. Alle Baleari, la tassa cresce di 2 euro a notte, mentre a Santiago e Toledo si valutano imposte tra 1 e 2,5 euro. Intanto Barcellona ha anche raddoppiato la tassa per i crocieristi: da 3 a 6 euro a persona, per limitare l’impatto del turismo “mordi e fuggi” di chi scende dalle navi e arriva in città per qualche ora.

© Riproduzione Riservata