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UniCredit, dal 28 aprile l’OPS su Banco BPM. L’AgriCole pronto a salire al 19,9% di Piazza Meda

UniCredit, dal 28 aprile l’OPS su Banco BPM. L’AgriCole pronto a salire al 19,9% di Piazza Meda

Il risiko entra nel vivo. Il via libera Consob alla pubblicazione del documento di Ops di Unicredit su Banco Bpm apre le danze nel salone d’onore di Piazza Affari. L’operazione partirà il 28 aprile per concludersi il 23 giugno e, comunque finisca è destinata a  ridisegnare il panorama bancario nazionale, con implicazioni anche per il futuro di Credit Agricole e Amundi. Può anche darsi che l’operazione non arrivi mai al traguardo  in quanto Unicredit ha ribadito che, in conseguenza dell’Opa di Banco Bpm su Anima il valore dell’operazione è salito a 13,9 miliardi e quindi si riserva il diritto di ritirarsi. In ogni caso l’obiettivo è arrivare al 66,7% del capitale. La soglia minima si ferma al 50% più un’azione.

L’offerta di Unicredit su Banco Bpm non è solo una questione di numeri, ma assume valenza strategica. Spettatore di rango il ministro Giorgetti e l’intero governo che avrebbero preferito un copione diverso. Vale a dire la fusione fra Bpm e Mps per viaggiare più speditamente  su Mediobanca e Generali. L’intervento a gamba tesa di Andrea Orcel ha rovinato il progetto

. Con l’acquisizione di Banco Bpm, la banca milanese espanderà notevolmente la sua rete, specialmente nel nord Italia, dove la distribuzione delle filiali è già dominante. Oltre mille filiali permetteranno al gruppo di consolidare la propria quota di mercato sia in termini di crediti che di depositi. E non solo: l’operazione permetterebbe di portare ben 4 milioni di clienti di Banco Bpm sotto l’ala di Unicredit, mettendo loro a disposizione una gamma di servizi e prodotti avanzati, e sfruttando la forza di un franchise internazionale

Se da una parte l’ops di Unicredit su Banco Bpm è destinata a cambiare gli equilibri del mercato italiano, dall’altra non mancano i movimenti sul fronte delle partecipazioni azionarie. Credit Agricole, infatti, ha ottenuto dalla Banca Centrale Europea il via libera per aumentare la sua partecipazione in Banco Bpm fino al 19,9%, una mossa che la banca francese non esita a definire come un investimento “strategico” e di lungo periodo. Ma anche un asso da giocare nella partita con Orcel scambiando le sue azioni in Bpm con la protezione del contratto di distribuzione che lega Amundi, la sua società di gestione del risparmio, proprio con Unicredit. 

Secondo fonti Bloomberg, Andrea Orcel starebbe esplorando alternative in vista della scadenza dell’accordo nel 2027.  C’è anche da esaminare un altro elemento: se Credit Agricole aderisse all’Ops diventerebbe il principale socio industriale di Piazza Aulenti con una partecipazione intorno al 4%.  In ogni caso, sarà Crédit Agricole a determinare le sorti dell’offerta di UniCredit. Se il ceo di UniCredit, Andrea Orcel, riuscirà a convincere i francesi, l’esito dell’Ops seguirà una direzione favorevole. Al contrario, la scalata diventerà difficile. Ipotizzando la piena adesione dell’Ops, da parte di tutti gli azionisti escluso solo Crédit Agricole, Unicredit potrebbe trovarsi a spartire il controllo di Bpm con una quota dell’80% lei e un 20% ai francesi.  Preparatevi, il gioco è appena iniziato!

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