Home » Attualità » Esteri » Donald Trump, cresce la freddezza con l’Iran sul nucleare

Donald Trump, cresce la freddezza con l’Iran sul nucleare

I colloqui sul nucleare attraversano una fase di difficoltà. E il presidente americano sta tornando a mettere sotto pressione il regime khomeinista

Stanno tornando le fibrillazioni tra l’amministrazione Trump e l’Iran. Il regime khomeinista ha respinto la bozza di accordo sul nucleare, avanzata dagli americani. In particolare, gli ayatollah hanno fatto sapere di non avere la minima intenzione di rinunciare all’arricchimento dell’uranio. Una posizione, questa, che ha irritato significativamente Donald Trump, il quale, dopo varie tornate di colloqui tra iraniani e americani, sperava che l’intesa fosse ormai vicina.

Non a caso, il presidente americano ha parlato della questione nella sua recente telefonata con Vladimir Putin. Nell’occasione, lo zar si è de facto offerto come mediatore tra le parti. Ricordiamo d’altronde che Teheran rappresenta il principale alleato mediorientale di Mosca: una Mosca che, dopo la caduta di Bashar al Assad l’anno scorso, si trova sempre più in difficoltà in Medio Oriente e che spera quindi di recuperare influenza politico-diplomatica nella regione. Dal canto suo, l’inquilino della Casa Bianca è tornato a mettere sotto pressione gli ayatollah, avvertendo che l’esercito statunitense “sta accumulando armi a un ritmo mai visto prima nel nostro Paese”. “Speriamo per che non dovremo mai usarle”, ha aggiunto.

Venerdì scorso, il presidente americano ha rincarato la dose. “Non faranno l’arricchimento dell’uranio. Se lo faranno, allora dovremo imboccare l’altra strada”, ha dichiarato, riferendosi all’eventualità di bombardare i siti atomici iraniani. Israele, dall’altra parte, ha fatto sapere che non attaccherà quelle aree, a meno che i colloqui sul nucleare tra Washington e Teheran non dovessero naufragare. Ricordiamo che lo Stato ebraico e l’Arabia Saudita temono che l’Iran possa dotarsi dell’arma atomica: uno scenario che anche la Casa Bianca punta a scongiurare.

A peggiorare ulteriormente il quadro sta il fatto che, secondo quanto riferito la settimana scorsa dal Wall Street Journal, l’Iran avrebbe “ordinato dalla Cina migliaia di tonnellate di componenti per missili balistici”. Ora, una simile rivelazione non rischia soltanto di complicare i negoziati sul nucleare, ma potrebbe anche ostacolare la strategia di Trump, volta a cercare di arginare l’influenza di Pechino sullo scacchiere mediorientale.  In tal senso, l’irritazione della Casa Bianca nei confronti dell’Iran potrebbe aumentare.

Ma il nucleare non è l’unico dossier che caratterizza il rapporto tra Trump e il regime khomeinista. La settimana scorsa, l’amministrazione americana ha inserito l’Iran nel novero dei Paesi i cui cittadini subiranno pesanti restrizioni per entrare negli Stati Uniti. Una circostanza, questa, che ha profondamente indispettito gli ayatollah. Il ministero degli Esteri di Teheran ha infatti bollato il provvedimento degli Usa come “un chiaro segnale del predominio di una mentalità suprematista e razzista tra i politici americani”.

© Riproduzione Riservata