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A Riad intesa tra Russia e Ucraina: «Sì alla tregua nel Mar Nero». Ma restano molti dubbi

A Riad intesa tra Russia e Ucraina: «Sì alla tregua nel Mar Nero». Ma restano molti dubbi

Gli USA mediano una tregua nel Mar Nero tra Russia e Ucraina, ma la guerra continua con attacchi russi e tensioni su dettagli dell’accordo.

Dopo tre giorni di trattative separate in Arabia Saudita, gli Stati Uniti hanno favorito un’intesa tra Russia e Ucraina per interrompere le ostilità almeno nel Mar Nero. I termini dell’accordo devono ancora essere finalizzati, come dimostrano le differenze presenti nei due comunicati diffusi. Tuttavia, se la tregua marittima venisse confermata e attuata, riportando in vita l’intesa sul grano del 2022 (poi abbandonata nel 2023), si potrebbero salvare numerose vite e aprire uno spiraglio per un cessate il fuoco più ampio, e successivamente una soluzione stabile e duratura.

I negoziati a Riad sono andati avanti per tre giorni, con gli americani che hanno incontrato prima la delegazione ucraina, poi quella russa, e ancora una volta quella ucraina. La complessità del processo è emersa ieri mattina, quando Vladimir Chizhov, vice del Comitato per la difesa e la sicurezza russo, ha dichiarato a Interfax: «Anche il fatto che si siano incontrati per 12 ore per concordare una dichiarazione comune, che poi non è stata adottata per la posizione di Kiev, è molto indicativo». Poco dopo, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha rincarato la dose, criticando l’atteggiamento europeo insieme al vicepresidente americano J.D Vance e al capo del Pentagono Pete Hegseth. Ha attaccato anche il premier britannico Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron, definiti «sognatori incapaci» nei loro tentativi di mediazione.

Qualche ora dopo, la Casa Bianca ha rilasciato un comunicato con cinque punti concordati: Stati Uniti e Russia si sono impegnati a garantire la sicurezza della navigazione, impedire l’uso militare di navi civili nel Mar Nero, e limitare l’uso della forza. Washington aiuterà Mosca a riprendere le esportazioni globali di prodotti agricoli e fertilizzanti, abbassando i costi assicurativi e facilitando l’accesso ai porti e ai sistemi di pagamento. Inoltre, Usa e Russia lavoreranno insieme per impedire attacchi alle infrastrutture energetiche, secondo un’intesa ereditata dai tempi di Trump e Putin. L’accordo è stato accolto positivamente da alcuni Paesi terzi, disponibili a collaborare per la sua attuazione.

I dettagli però restano cruciali. Mosca ha pubblicato un proprio comunicato, precisando che l’accordo sarà valido solo se verranno rimossi i vincoli sulle operazioni della sua banca agricola e sull’accesso ai sistemi di pagamento. Gli Stati Uniti hanno menzionato questo punto, affermando che sosterranno la ripresa dell’export agricolo russo. Il precedente accordo sul grano, promosso nel 2022 da ONU e Turchia, fu abbandonato da Mosca l’anno successivo proprio a causa delle sanzioni. La versione americana dell’intesa parla anche di rilascio di prigionieri e minori deportati, aspetto non incluso nel testo russo. In compenso, Mosca ha accettato di sospendere gli attacchi alle strutture energetiche per 30 giorni, a partire dal 18 marzo 2025.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha mantenuto un tono cauto: «È troppo presto per dire se funzionerà, ma questi sono passi nella direzione giusta. Nessuno può dire che l’Ucraina non stia cercando la pace». Ha aggiunto che osservatori terzi, come l’Europa, la Turchia o alcuni Paesi mediorientali, potrebbero avere un ruolo nella supervisione dell’accordo, sia in mare che sul fronte energetico. I negoziati proseguiranno ora a livello tecnico. Il Cremlino ha fatto sapere che non ci sono al momento contatti previsti tra Vladimir Putin e Donald Trump, ma una telefonata potrebbe essere organizzata rapidamente, se dovesse diventare necessario. La guerra pero’ è ben lungi da essere finita tanto che la Russia la scorsa notte ha lanciato un attacco con droni su larga scala contro l’Ucraina, colpendo in particolare il porto strategico di Mykolaiv, sul Mar Nero, e la città di Kryvyi Rih, nel centro del Paese. Secondo le autorità ucraine, si tratta del più grande attacco con droni mai registrato contro Kryvyi Rih. Le difese aeree ucraine hanno abbattuto 56 dei 117 droni lanciati, ma diversi edifici sono stati danneggiati e si sono sviluppati incendi, sebbene non siano state segnalate vittime. A Mykolaiv, il sindaco ha segnalato interruzioni di corrente di emergenza, mentre sette droni sono stati neutralizzati nella regione.Intanto, l’ex presidente americano Donald Trump è tornato a commentare il conflitto. In un’intervista a Newsmax, ha dichiarato: «Penso che la Russia voglia porre fine alla guerra, ma è possibile che la stia tirando per le lunghe». Le sue parole arrivano in un momento in cui la diplomazia internazionale sembra muoversi, ma sul campo la guerra continua a intensificarsi.

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