Ieri, per il terzo giorno consecutivo, si sono svolte proteste contro Hamas in tutta Gaza; i partecipanti hanno messo a rischio la propria vita dopo che il gruppo terroristico ha messo in guardia la popolazione dal prendere parte a tali dimostrazioni. I filmati delle varie proteste hanno mostrato migliaia, di palestinesi marciare tra le rovine di Gaza, gridando contro il gruppo terroristico. Le manifestazioni hanno avuto luogo a Jabalia e Beit Lahiya, nella parte settentrionale di Gaza, e a Gaza City, nella Striscia centrale, insieme ad altre località. Tra i cori e i cartelli uditi durante i raduni di giovedì c’erano gli slogan “Fuori Hamas”, “Fuori Al Jazeera”, “Hamas è terrorista” e “Il popolo vuole rovesciare Hamas”. I manifestanti hanno chiesto la fine della guerra e dei bombardamenti su Gaza da parte di Israele, accusati di aver causato la morte di decine di migliaia di persone utilizzate da Hamas come scudi umani. Secondo fonti israeliane, circa 20.000 combattenti sarebbero stati uccisi nei raid e nei combattimenti, ai quali si aggiungono 1.600 miliziani eliminati durante l’attacco del 7 ottobre 2023 all’interno del territorio israeliano. Hamas, dal canto suo, parla di 50.000 vittime, senza però fornire prove o distinguere tra civili e combattenti.
Durante le proteste agenti mascherati di Hamas con manganelli sono stati filmati mentre osservavano e intimidivano i manifestanti. Alcuni partecipanti alle proteste hanno denunciato sui social media di aver ricevuto minacce di morte da membri di Hamas, che li avrebbero intimati a non prendere più parte ai raduni. Giovedì mattina, Hamas ha diffuso una dichiarazione congiunta con altri gruppi armati di Gaza, avvertendo che chi parteciperà alle manifestazioni sarà considerato un collaboratore di Israele — accusa che nel contesto locale può comportare una repressione brutale. Nonostante le intimidazioni, le proteste, seppur ancora limitate, non si sono fermate, segno di un possibile ampliamento del dissenso. Secondo quanto riferito dagli organizzatori sui social media, una nuova ondata di manifestazioni è prevista per oggi con la «Giornata della rabbia» per chiedere la fine della guerra e del controllo di Hamas su Gaza dopo che i clan delle province meridionali di Gaza hanno annunciato ufficialmente il loro ritiro dal sostegno a Hamas chiesto la fine della guerra.Inoltre, hanno avvertito Hamas di non reprimere le proteste pacifiche dei cittadini.
Questa la loro dichiarazione: «Stato di Palestina, Famiglie e Clan delle Governatorati Meridionali Striscia di Gaza. Dichiarazione delle Famiglie e dei Clan delle Governatorati Meridionali – Striscia di Gaza.
Cari nostri resistenti di Gaza, la misura è colma. Non c’è più spazio per il silenzio o per aspettare anni di oppressione, fame e distruzione. Ora la nostra gente viene spinta verso la morte senza pietà né responsabilità. A nome dei clan di Gaza, vi invitiamo a una sollevazione popolare contro l’ingiustizia, a una marcia di rabbia che scuota la terra sotto i piedi di coloro che hanno venduto il nostro sangue e sfruttato le nostre sofferenze per i loro interessi ristretti. Il popolo di Gaza ha sacrificato tutto ciò che aveva di più caro, e in cambio cosa ha ricevuto? Più morte, più fame, più umiliazione! Non accetteremo di rimanere carburante per giochi politici ristretti, né permetteremo che questa farsa continui. Basta giocare con le nostre vite e con il futuro dei nostri figli! Basta ignorare le nostre sofferenze! Hamas deve togliere immediatamente le mani da Gaza e porre fine a questo assedio ingiusto che ci è stato imposto a causa di decisioni che non ci rappresentano. Vi invitiamo tutti a scendere nelle strade per far sentire la nostra voce al mondo: Gaza non è ostaggio di nessuno… Gaza si libererà con la volontà del suo popolo…Famiglie e Clan delle Governatorati Meridionali – Striscia di Gaza. Martedì 25-03-2025». L’ultima protesta contro Hamas nella Striscia di Gaza risale a gennaio 2024, quando a Deir al-Balah e Khan Younis centinaia di cittadini sono scesi in piazza per chiedere la fine della guerra, la fine del controllo di Hamas su Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani. Prima del conflitto, proteste di questo tipo erano eventi molto rari. Tra non molto a difendere le istanze di Hamas resteranno solo i propal nostrani e politici come il deputato Riccardo Ricciardi (M5S) che ha letto in Parlamento le ultime volontà di Hossam Shabat un terrorista di Hamas che ha preso parte al massacro del 7 ottobre 2023 e lo ha fatto come se parlasse del Mahatma Gandhi.