Sumy, Ucraina nord-orientale. Una strada qualsiasi, case, negozi, auto parcheggiate. È domenica mattina, la Domenica delle Palme. Poi, all’improvviso, un’esplosione. E un’altra. Fumo, urla, detriti. E sangue. Trentaquattro corpi a terra, due sono di bambini. Sono morti sotto i missili russi. Altri 117 ucraini sono rimasti feriti. I più gravi sono stati caricati in fretta sulle ambulanze. I bambini in questo caso sono 15. Il Servizio statale per l’emergenza dell’Ucraina ha diffuso il bilancio, aggiornato di ora in ora. Un video girato con un telefonino e pubblicato sui social è stato rilanciato da Volodymyr Zelensky. Mostra una strada di Sumy dopo l’attacco missilistico. Si vedono corpi a terra, fra detriti e calcinacci, alcuni già allineati. Soccorritori tirano fuori una salma da un palazzo sventrato. Sullo sfondo ci sono automobili in fiamme dalle quali si levano colonne di fumo nero. È la scena di un massacro.
Un altro video, di pochi secondi, mostra l’istante in cui uno dei missili russi, probabilmente il secondo, esplode. Si sente un boato e qualcuno che si ripara la testa. Poi, chi gira il video si mette a correre, si sentono urla di persone in preda al panico. «È molto importante che nessuno nel mondo resti in silenzio, né resti indifferente», ha scritto su Telegram Zelensky. Davanti ai microfoni, poi, è stato molto netto: «Solo un bastardo può comportarsi così. È necessario un atteggiamento verso la Russia come verso un terrorista. Tutti nel mondo vogliono porre fine a questa guerra, ma i colloqui non hanno mai fermato i missili né le bombe aeree». Il suo appello è rivolto a tutto l’Occidente: serve una pressione internazionale forte, continua, incalzante. Una pressione che possa portare la Russia a cessare il fuoco. «I russi hanno deliberatamente lanciato l’attacco nella Domenica delle Palme per provocare il maggior numero possibile di vittime civili», ha affermato Andriy Kovalenko, il capo del Centro ucraino per la lotta alla disinformazione.
I missili usati da Mosca, secondo le autorità ucraine, sarebbero balistici. E uno di questi avrebbe trasportato una testata a grappolo. Volodymyr Artyukh, capo dell’amministrazione regionale di Sumy, lo ha confermato in tv: «È stata usata una bomba a grappolo. Vediamo i muri degli edifici danneggiati dalle schegge. Il missile è esploso in aria, sopra la testa della gente, rilasciando una pioggia di morte». Andriy Yermak, capo della segreteria del presidente ucraino, ha rincarato la dose: «Le munizioni a grappolo sono fatte per uccidere il maggior numero possibile di civili. Questo è terrorismo».
La carneficina di Sumy ha risvegliato la comunità internazionale. E la diplomazia sembra essere ripartita. Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto «misure forti per imporre un cessate il fuoco». E ha aggiunto: «Tutti sanno che è la Russia, e solo la Russia, ad aver voluto questa guerra. E adesso continua, incurante delle vite umane e del diritto internazionale». La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha parlato di «attacco barbaro» e ha chiesto «misure urgenti per il cessate il fuoco». Secondo la von der Leyen «questa escalation è un triste monito, la Rusia è stata e rimane l’aggressore, in palese violazione del diritto internazionale». Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha denunciato «la brutalità russa» e l’ipocrisia di Mosca: «Questi attacchi dimostrano quale sia il vero volto del presunto desiderio di pace russo. Mosca continua a parlare, ma intanto semina morte tra i civili». L’Ambasciata d’Italia in Ucraina si è unita al coro di condanne dei leader europei: «Mentre i civili celebrano la Domenica delle Palme, l’ennesimo attacco missilistico russo provoca a Sumy oltre 30 vittime innocenti, tra cui bambini. Cordoglio e ferma condanna per le continue, orribili violenze russe. Siamo a fianco dell’Ucraina nella ricerca di pace».
Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha espresso cordoglio per le vittime: «Nel giorno sacro della Domenica delle Palme si è consumato un vile attacco che contraddice ogni impegno di pace. Continueremo a lavorare per fermare questa barbarie». E in un passaggio significativo ha fatto riferimento al presidente statunitense Donald Trump, citato da Meloni come promotore di una soluzione diplomatica che l’Italia «sostiene convintamente, insieme all’Europa e agli altri partner internazionali». Keith Kellogg, inviato speciale di Trump, ha subito condannato l’attacco definendolo «oltre ogni limite di decenza, perché ci sono decine di morti e feriti tra i civili. Da ex leader militare comprendo il concetto di «attacco mirato» e questo è sbagliato. È per questo che il presidente Trump si sta impegnando a fondo per porre fine a questa guerra». Allison Hart, portavoce ad interim della Nato, invece, ha scritto: «Scene orribili dal centro di Sumy. I nostri pensieri sono con il popolo ucraino in questo giorno sacro per molti». Sul posto sono intervenute decine di squadre di soccorso. I Vigili del fuoco hanno spento gli incendi, mentre i medici correvano contro il tempo per salvare i feriti più gravi. I sopravvissuti parlano di «un boato». Alcuni hanno perso la famiglia. E un’intera comunità piange. Ma non è la prima volta. La strage di Sumy riporta alla memoria quella della stazione di Kramatorsk, nell’aprile 2022. Anche in quel caso vennero usati missili con testate a grappolo. E anche in quel caso morirono dei civili.