Donald Trump ha confermato la linea dura sul Dipartimento dell’Istruzione. Giovedì scorso, il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo, in cui si afferma che il governo, “nella misura massima appropriata e consentita dalla legge, adotterà tutte le misure necessarie per facilitare la chiusura del Dipartimento dell’Istruzione e restituire l’autorità sull’istruzione agli Stati e alle comunità locali”.
L’obiettivo della Casa Bianca, al momento, è quello di ridurre il più possibile le competenze e i poteri del dicastero, che saranno trasferiti o ai singoli Stati o ad altre agenzie federali. Nel lungo termine, Trump punta alla chiusura definitiva del dipartimento: una misura che esigerebbe tuttavia il via libera del Congresso. Già a fine gennaio, il presidente aveva messo nel mirino le iniziative del dicastero su diversità e inclusione: aveva cassato numerose direttive interne su questi temi, abrogandone anche il Diversity & Inclusion Council, risalente all’amministrazione Obama.
I tagli al Dipartimento dell’Istruzione rientrano insomma nel progetto del presidente, volto a ridurre la spesa pubblica e a estirpare dalle istituzioni le politiche progressiste promosse dal predecessore. A dicembre scorso, l’organizzazione conservatrice Parents Defending Education ha sostenuto che, durante i quattro anni dell’amministrazione Biden, il Dipartimento dell’Istruzione avrebbe speso almeno un miliardo di dollari per sovvenzioni volte a promuovere politiche di diversità e inclusione. Non solo. Nell’ordine esecutivo di giovedì, l’inquilino della Casa Bianca ha citato anche una questione di inefficienza da parte del dicastero. “Il National Assessment of Educational Progress di quest’anno ha mostrato che il 70% degli studenti dell’ottavo anno era al di sotto della competenza in lettura e il 72% era al di sotto della competenza in matematica. La burocrazia federale dell’istruzione non funziona”, si legge nel decreto. Per questa stessa ragione, a favore della lotta al Dipartimento dell’Istruzione sono anche importanti think tank conservatori, come la Heritage Foundation e il Cato Institute.
Certo, le polemiche non mancano. Tuttavia bisogna tener conto di due fattori. Innanzitutto, già a settembre scorso, quindi nel pieno della campagna elettorale, Trump aveva promesso l’abolizione del Dipartimento dell’Istruzione. “Lo dico sempre, muoio dalla voglia di tornare a farlo. Alla fine elimineremo il Dipartimento federale dell’Istruzione”, aveva dichiarato. In secondo luogo, lo smantellamento di questo dicastero, creato ai tempi di Jimmy Carter nel 1979, è un obiettivo storico del Partito repubblicano. Nel 1982, Ronald Reagan disse di puntare ad abolire questo ministero. A ribadire tale linea fu, nel 1995, l’allora Speaker della Camera, Newt Gingrich.
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