«La Corte Suprema ha sostenuto lo Stato di diritto nella nostra nazione, permettendo a un Presidente, chiunque esso sia, di mettere in sicurezza i nostri confini e di proteggere le nostre famiglie e il nostro stesso Paese. Un grande giorno per la giustizia in America!». Con il tono a cui ci ha ormai abituato, Donald Trump annuncia la decisione della Corte Suprema di autorizzare il Presidente ad utilizzare l’Alien Enemies Act per deportare i membri di alcune gang dell’America latina, come la venezuelana Tren de Aragua e la salvadoregna MS13. L’Alien Enemies Act è una legge del 1798 che consente al Presidente di far detenere, trasferire o deportare i cittadini di Paesi considerati nemici durante periodi di guerra dichiarata. Originariamente concepita per affrontare il rischio di alleanze tra immigrati e potenze ostili, la legge è stata utilizzata solamente in tre occasioni: durante la Guerra del 1812 contro l’Impero Britannico e durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
Donald Trump aveva invocato la legge lo scorso 15 marzo, dopo aver dichiarato le gang sudamericane “organizzazioni terroristiche” che mettono a repentaglio la sicurezza nazionale. Più di 200 membri delle gang sono già stati deportati in El Salvador, dove sono stati imprigionati nel Cecot, la prigione di massima sicurezza voluta dal Presidente salvadoregno Nayib Bukele.
La Corte Suprema americana ha sottolineato che le persone deportate in futuro, in base alla legge americana, devono ricevere una notifica e devono avere la possibilità di far riesaminare la loro espulsione.
Naturalmente la decisione ha visto i tre giudici democratici presenti nel massimo tribunale americano dirsi contrari alla sentenza, mentre la giudice repubblicana Amy Coney Barrett ha espresso un dissenso parziale, a favore gli altri 5 membri conservatori. Nei giorni scorsi il giudice James Boasberg aveva temporaneamente impedito a Donald Trump di usare l’Alien Enemies Act contro cinque venezuelani che avevano fatto ricorso contro l’espulsione.
Esultano per la decisione della Corte Suprema anche la Procuratrice generale Pam Bondi e il Segretario per la Sicurezza Nazionale Kristi Noem. Bondi ha definito la decisione «una vittoria storica per lo Stato di diritto», aggiungendo che «un giudice attivista di Washington non ha la giurisdizione per impedire al Presidente Trump di condurre politica estera e tenere al sicuro il popolo americano». Trionfale anche Kristi Noem: «Il presidente Trump ha avuto ragione ancora una volta!», mentre rivolgendosi ai criminali e membri di gang presenti sul territorio americano ha detto: «Lasciate ora il Paese o vi arresteremo, deporteremo e imprigioneremo».